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GRIME – Recensione, quando i metroidvania incontrano Dark Souls

Negli ultimi anni, dopo un lungo periodo in cui questo genere non veniva molto considerato dagli sviluppatori di videogiochi, i metroidvania sembrano essere tornati in auge, spopolando nella community e tra gli autori di giochi indie. Ed è proprio a questo genere che fa riferimento il titolo di cui vi parleremo oggi in recensione, GRIME, un gioco in cui il surreale e la voglia di sopravvivenza fanno da padrone, in un mondo di rocce e materia che sembra quasi cercare di soffocare il giocatore.

Un inquietante mondo di rocce

Fin dall’apertura del filmato introduttivo, GRIME mostra subito i suoi lati particolari: in questo vediamo infatti come il nostro protagonista, uno Scolpito (ovvero un essere fatto di pietra), venga generato dall’unione di due creature non meglio definite, spuntando fuori da un bozzolo nella roccia e venendo catapultato immediatamente in un dungeon. Qui partirà il tutorial del gioco, nel mentre che il nostro Scolpito finirà di generare i propri arti e cercherà di progredire.

Non appena inizierete ad affrontare le prime aree ed i primi nemici, vi accorgerete delle somiglianze che GRIME ha sia con gli altri capostipiti del suo genere, sia con i titoli della ben nota FromSoftware. Infatti, oltra alla presenza lungo la mappa di checkpoint in cui sarà possibile riposarsi – qui rappresentati da Monoliti – e far ricomparire i nemici, avrete anche delle statistiche e caratteristiche tipiche dei gdr, che potranno venir potenziate tramite il consumo di “massa”, la valuta del gioco.

GRIME

Quest’ultima, proprio come le anime nei vari Dark Souls, verrà raccolta dai nemici sconfitti, anche se a differenza dei giochi della casa nipponica in GRIME c’è un metodo particolare per acquisirne di più: il parry. In questo titolo infatti, se riuscirete ad eseguire una parata nel momento giusto, oltre a non subire alcun danno dall’attacco nemico, infliggerete al nemico un grosso quantitativo di danno e userete il buco nero che avrete al posto della testa per assorbire il suo corpo… una scena molto macabra.

Ispirazione sì, ma GRIME ha qualcosa in più

Questo parry speciale inoltre, sarà molto importante da riuscire a padroneggiare correttamente, dato che sarà anche l’unico metodo in tutto il gioco (escluso il trovare dei Monoliti) con cui il vostro avatar potrà curarsi. Potrete dire addio infatti a oggetti curativi spari per la mappa o a disposizione del personaggio: se vorrete cercare di tornare in salute dovrete rischiare la pelle e combattere i nemici per guadagnare punti in grado di lenire le vostre ferite. Fortunatamente la finestra di parata non è molto piccola come ci hanno abituati i titoli citati, e con un po’ di allenamento imparerete a gestire i tempi correttamente.

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Assorbire tanti nemici e di tante specie diverse, oltretutto, vi consentirà anche di acquisire determinati tratti. Questi sono delle abilità che potranno essere imparate volta per volta, e potenzieranno il vostro personaggio per permettergli di continuare più facilmente nella sua avventura. Nonostante dalla recensione fin’ora sembri che GRIME sia molto facile con tutti questi “aiuti” che vengono dati al giocatore, l’apparenza non potrebbe essere più errata di così. Anche la difficoltà infatti rimanda molto a quella della serie Souls, e non dovreste mai sottovalutata se intendete superare le varie aree.

D’altronde, in tutte le dichiarazione ufficiali di Clover Bite, il piccolo e nuovo team di sviluppo isrealiano si descrive come composto da 6 ragazzi che sono grandi fan sia della serie di Dark Souls che di Hollow Knight. Con quest’ultimo, GRIME condivide oltre all’impostazione in 2D, tutto il comparto platform e la sensazione di smarrimento nelle mappe da esplorare. Per aiutarvi durante i percorsi infatti dovrete trovare i vari cristalli rossi che permettono di illuminare, e quindi visualizzare a schermo, la minimappa nelle varie zone.

Puntare tutto sul lato artistico

Come avrete notato dai precedenti paragrafi di questa recensione, GRIME prende veramente tanta ispirazione da altri giochi famosi, a volte copiando addirittura le stesse meccaniche di gioco, fatto che, seppur faccia sì che il gameplay del titolo sia solido e senza particolari lacune, pecca enormemente di originalità, e potrebbe portare il giocatore ad avere una fastidiosa sensazione di “già visto”. Per ovviare a questo, il team israeliano ha puntato molto sulla cura di tutto ciò che riguarda invece il lato artistico dell’opera.

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Sebbene infatti anche qui ci sia qualche piccolo rimando ad altri titoli del passato, in generale sia la trama, che le ambientazioni ed i nemici sono estremamente peculiari. In questo mondo surreale in cui tutto e tutti sono imperfetti, deformi o inquietanti, il vostro Scolpito sarà l’unico ad essere considerato esteticamente perfetto. Questo ovviamente, oltre ad attirare l’ammirazione di molti, farà confluire verso di voi anche l’odio e l’invidia di altri, che per questo motivo cercheranno di uccidervi.

Pregi, difetti e conclusioni

Questa cura per la sezione artistica del gioco però non è priva di difetti, infatti sebbene gli sfondi siano veramente ottimi e riescono a combinare bene i momenti di platforming ed esplorazione con quelli di pausa e checkpoint, ogni tanto capiterà di vedere anche qualche nemico o trappola che poteva essere sicuramente rifinita un po’ di più. Il che è un peccato poiché, nonostante siano solo sfumature estetiche, tolgono un po’ di quell’immersività che l’unione tra gameplay e background riesce a creare.

GRIME

Ma non è l’unico punto a sfavore del gioco, infatti nel titolo del piccolo team di Clover Bite, abbiamo riscontrato anche qualche piccolo bug e collisioni non proprio precisissime. Anche in questo caso non è qualcosa che va a minare completamente il nostro giudizio nei confronti di GRIME, ma sicuramente sono dettagli che si sarebbero potuti risolvere con un po’ di attenzione in più, e che fanno storcere il naso visto invece quanto impegno e bravura ci siano state nel creare tutto il resto del videogioco.

In generale comunque possiamo dire che questa recensione è molto positiva nei confronti di GRIME, un ottimo gioco sviluppato da un piccolo team che ce l’ha messa tutta, e si vede. Sicuramente riuscirà a farsi apprezzare se siete giocatori amanti della difficoltà e dei metroidvania. Altrettanto positivo invece non è stato il nostro giudizio su Out of Line, un altro gioco platform in 2D che però potremmo considerare quasi un’occasione sprecata.

GRIME

8

Grazie a formule vincenti che abbiamo già visto in molti altri giochi soulslike e metroidvania, Grime riesce a spiccare e a far rimanere il giocatore incollato allo schermo. Nonostanti, per ovvi motivi, il gioco pecchi di originalità, i giovani sviluppatori di Clover Bite sono riusciti a confezionare davvero un buon prodotto puntando molto sulla direzione artistica che in questo titolo è stata curata davvero molto bene. Rimangono ancora qualche piccolo bug e qualche collisione strana, ma tutto sommato ci sentiamo di promuoverlo a pieni voti.

Leonardo Mesce
Nasce nel 1997 e fin da piccolo ha una grande passione per l'informatica trasmessagli da suo padre. Ottiene la sua prima console a 4 anni e si innamorerà molto velocemente di quel mondo, ampliando poi i suoi interessi anche verso fumetti, film e serie tv. Grande appassionato del mondo Pokémon e The Legend of Zelda.

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