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Harry Potter: Ritorno a Hogwarts – Recensione, la reunion di cui avevamo bisogno

Da poco è disponibile su Sky e NowTV la speciale reunion Harry Potter: Ritorno a Hogwarts, evento in cui la scuola di magie e stregonerie ha riaperto le sue porte a tutti gli ex studenti e professori, per farli tornare sugli iconici set che hanno reso grande il franchise. Inutile dire una cosa: rivedere gli attori con cui la mia generazione è cresciuta quasi da coetanei divenuti grandi è un colpo al cuore, così come i vari professori e comprimari. “Cosa misteriosa il tempo” direbbe qualcuno: passa per tutti, e sfido chiunque a non voler una bacchetta magica che lo riporti indietro, anche solo per pochi attimi. Harry Potter per noi è stato un caro amico con cui siamo cresciuti mano nella mano, che ci ha fatto desiderare almeno una vola di avere una bacchetta per rendere la nostra vita un po’ più facile. Abbiamo tifato per i personaggi, ci siamo immedesimati attraverso le case, abbiamo combattuto colui-che-non-deve-essere-nominato e al termine di tutto ci è sembrato di lasciare anche una parte di noi. La reunion per gli appassionati  è servita principalmente a questo, per dire a distanza di vent’anni che Harry, Ron ed Hermione sono ancora lì, ad aspettarci, così come tutti gli altri. Perché anche nei momenti più bui della nostra vita sappiamo che “un aiuto verrà sempre dato a Hogwarts, a chi lo richiederà”.

Harry Potter 20th Anniversary: Ritorno a Hogwarts

Harry Potter: Ritorno a Hogwarts è nostalgia allo stato puro

Harry Potter: Ritorno a Hogwarts è uno speciale fatto prevalentemente per i fan, che non vedevano l’ora che i cancelli della scuola di maghi più famosa al mondo riaprissero un’altra volta. Fin da subito si è presi da una ventata di nostalgia da cui è impossibile non essere rapiti: gli attori cresciuti, le musiche più iconiche e quelle intramontabili storiche ambientazioni, rivedere tutto come se fosse in un certo senso “immutato” fa sicuramente un bell’effetto. L’evento è una sorta di lungo dietro le quinte che ripercorre la storia della pellicola, ma dal punto di vista del cast e delle figure che hanno dato vita all’universo letterario creato da J. K. Rowling. Per tutta la durata di questo documentario, vedrete come i veri attori interagiscono tra loro anche fuori dai personaggi, spiegano alcuni passaggi chiave della produzione o raccontano aneddoti che hanno aiutato a creare il senso di un’unica grande famiglia.

La produzione ovviamente spinge veramente tanto sul fattore emotivo, impossibile per chiunque sia cresciuto con Harry Potter rimanerne impassibile. Oltre ai magici attori però, su cui torneremo più avanti, Harry Potter: Ritorno a Hogwarts mette ancora più in luce il punto di vista di ogni singolo regista: ognuno di loro oltre che delle enormi aspettative aveva anche il compito di riprodurre al meglio il percorso di crescita dei personaggi, che si trovavano ad affrontare nel set quelle dinamiche di crescita che hanno tutti i vari bambini. Vedere come l’approccio dei differenti registi ha inciso non solo dal punto di vista professionale ma anche caratteriale sugli attori, è forse uno degli aspetti più interessanti. Gli “adulti” hanno dovuto essere prima che colleghi, dei punti di riferimento quasi genitoriali per questi attori ancora in erba (ci riferiamo alla parte di cast dei bambini ovviamente), un compito che fortunatamente è venuto naturale e spontaneo da parte di tutti.

Harry Potter 20th Anniversary: Ritorno a HogwartsCi siete mancati!

In ogni caso, non c’è commento del regista o aneddoto che tenga, i veri mattatori dell’Harry Potter: Ritorno a Hogwarts sono stati senza dubbio i tre protagonisti storici: Daniel Radcliffe, Emma Watson e Rupert Grint. Il trio riesce a trasmettere ancora l’energia di quei tempi ed è bello vedere come la chimica tra loro non si sia ancora esaurita, il documentario scandisce bene il percorso di crescita di tutti e tre, sia dal punto di vista umano che interpretativo. Infatti, fin dalle audizioni, è palpabile come loro siano inconfondibilmente Harry, Hermione e Ron, sia negli atteggiamenti che nei modi di fare. Nel percorrere la storia dei film, partendo dalla Pietra Filosofale fino ad arrivare a I Doni della Morte: Parte 2, non sono mancati i vari omaggi non solo ai membri del cast che erano presenti, ma anche a chi non ha avuto la possibilità di esserci.

Ci sono infatti momenti davvero toccanti legati alle figure di Alan Rickman (Severus Piton), Helen McCroy (Narcissa Malfoy) e Richard Harris, primo a dare il volto a Silente. L’intera reunion, specialmente verso le battute finali, spezza il cuore degli appassionati. Vedere Harry, Ron ed Hermione che ci guidano in queste montagne russe di ricordi fa davvero un grande effetto, consapevoli che certe emozioni le potrà capire solo chi è cresciuto con loro.

Harry Potter 20th Anniversary: Ritorno a Hogwarts

Dopo tutto questo tempo? Sempre

Questa recensione non poteva finire con un titolo di paragrafo migliore, perché dopo tutto questo tempo ancora la voglia del franchise ancora non ci è passata. Harry Potter: Ritorno a Hogwarts è davvero qualcosa di veramente fuori dal comune, un contenuto che non può non essere visto dai fan, specialmente da quelli di lunghissima data. Funziona bene in tutto e fidatevi che l’ora e quaranta che vi sarà richiesta per la visione passerà in un lampo.

Harry Potter: Ritorno a Hogwarts dimostra quanto abbiamo dannatamente bisogno del brand, quanto la fan base sia viva e bisognosa di esplorare tutte le sfaccettature di questo magico mondo. Al termine di questa visione ci siamo sentiti di rendere ancora una volta i nostri omaggi per quanto creato, perché volenti o no, anche se nessuno ha mai ricevuto la sua lettera, Hogwarts resterà per sempre nel nostro cuore.

Harry Potter: Ritorno a Hogwarts

9

Harry Potter: Ritorno a Hogwarts è qualcosa che i fan, specialmente di lunga data, non possono assolutamente perdere. Uno dei momenti più toccanti per gli appassionati, oltre che un grande lascito per quelli nuovi.

Patrizio Coccia
Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.

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