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Hearthstone – Cosa sta succedendo al gioco di carte targato Blizzard?

Durante il lontano 2014 la famosissima software house Blizzard, rilasciò a sorpresa l’open beta di un gioco di carte collezionabili. Si trattava di Hearthstone: Heroes of Warcraft, un titolo con una veste grafica unica ed inconfondibile, che portava sul mercato un card game con meccaniche semplici ed intuitive, ma in qualunque caso ben padroneggiabili ed approfondibili. La sua natura di free-to-play e le sue caratteristiche peculiari, come la sua estrema autoironia e casualità nelle varie partite, resero questo gioco un vero e proprio successo del mercato PC.

Hearthstone non aveva fondamentalmente alcun concorrente, ed era riuscito a conquistare il monopolio dei giochi di carte virtuali, titolo che continuò a mantenere anche quando arrivò su mobile, nonostante rimase esclusivo per IOS per circa un anno. La software house Blizzard ha continuato a sviluppare la sua creatura fino ad oggi – dopo averle assegnato un team dedicato – ma in questi anni moltissime cose sono successe. Il titolo si trova infatti in uno stato di crisi, dati i moltissimi incidenti di percorso avvenuti, sia da fonti esterne che interne.

Analizziamo insieme la sua situazione attuale, cercando di capire come gli sviluppatori hanno intenzione di far tornare in auge il loro gioco di carte, permettendogli di combattere degnamente tutti gli avversari che lo hanno privato del monopolio.

Il supporto post-lancio di Hearthstone

Dopo la fine della beta, diversi cambiamenti vennero apportati, e delle espansioni a cadenza regolare iniziarono ad uscire. Heroes of Warcraft sparì dal titolo dell’opera e nuove carte approdarono invece nelle nuove buste che vennero aggiunte nel corso degli anni. Il gioco riceve ormai senza mai mancare un appuntamento, un aggiornamento con 135 nuove carte che ampliano la collezione dei giocatori e cambiano dalle fondamenta il meta attuale.

Questi update hanno permesso ad Hearthstone di mantenere il suo mercato di monopolio, almeno per un certo periodo. Blizzard, in concomitanza con l’inizio degli aggiornamenti portò infatti in ballo una buona idea dopo l’altra, con espansioni cariche di carisma e l’invenzione delle magnifiche avventure per giocatore singolo. Una volta che il gioco si presentò ufficialmente come colonna portante della software house, questo iniziò però a perdere colpi per via di alcune scelte sbagliate in ambiente di sviluppo, che lo affossarono durante la fine dell’Anno del Mammut e per tutto il corso dell’Anno del Corvo.

La strada oscura intrapresa da Blizzard

Forse a causa di un team dedicato ad Hearthstone non sufficiente, forse per aver abbassato la guardia avendo cantato vittoria, la software house ha fatto intraprendere al suo card game la via sbagliata, portando la locanda davvero vicina al fallimento. Nel corso dei 2 anni successivi all’Anno del Mammut, una serie di comportamenti hanno scosso fortemente la community per diversi motivi, sempre però in modo negativo.

  • Gestione della modalità selvaggia assolutamente non sufficiente ed irrispettosa – Dopo l’aggiunta della wild all’interno di Hearthstone, Blizzard ha deciso di lavarsene fondamentalmente le mani. Per interi anni infatti, le premessa che vedevano un interessante campo di battaglia per nuovi archetipi con molte più varianti e possibilità, si sono trasformate in un cestino dei rifiuti per carte vecchie. Nessun nerf ai vari problemi, bug legati a delle incongruenze, carte che risultavano uguali ed alcun tipo di supporto. Un vero disastro così grande da risultare incolmabile sotto ogni punto di vista.
  • Stop alle avventure tradizionali – Le fantastiche esperienze singleplayer che iniziarono con La Maledizione di Naxxramas vennero drasticamente interrotte da Blizzard, venendo sostituite dalle tiepide spedizioni. Nonostante queste ultime fossero gratuite e tutto sommato all’inizio anche piacevoli, presentavano una miriade di problemi, dai bug ad un gameplay ripetitivo e fondamentalmente privo di alcun mordente. Una storia di fondo era assente e tutte le meccaniche non erano curate al dettaglio ma legate all’estrema casualità. La presenza delle vecchie avventure permetteva inoltre di avere diverse carte esclusive e molto forti con poco oro o valuta reale, mentre le spedizioni fornivano 3 pacchetti come contentino senza dare davvero nulla di utile.
  • Una serie di nerf sbagliati ed inutili – Per mettere una pezza ai problemi di ristagnamento del meta vennero applicati negli scorsi anni molti bilanciamenti, con però una serie di azioni poco chiare. Gli effetti di alcune carte vennero infatti depotenziati in silenzio – come dimenticare Yogg-Saron e Ciciazampa? – ma l’ammontare di polvere arcana non venne debitamente restituito a chi le possedeva. Inoltre, sperando di riuscire a mettere una pezza senza investire alcun budget, il team iniziò ad ogni buona occasione a mandare alcune carte classiche in formato selvaggio, senza ottenere risultati se non il dissenso del pubblico.

I problemi che affliggevano il mondo di Hearthstone

Dopo tutti gli interventi appena descritti, il gioco si ritrovò fino a circa un anno fa con una montagna di problemi, che erano la causa delle diverse scelte sbagliate intraprese dagli sviluppatori. Il meta continuava infatti a ristagnare, dopo 1 mese e mezzo circa dall’uscita di un’espansione ci si trovava ad avere 2 o 3 mazzi che dominavano completamente le partite. Degli eventuali bilanciamenti erano sempre inutili e poco duraturi, dato che la situazione si ripresentava allo stesso modo dopo pochi giorni, con qualche variante.

Tutte le espansioni a partire da Coboldi e Catacombe si rivelarono prive di meccaniche interessanti, che spingessero i giocatori ad approfondire i nuovi stili di gioco… appunto inesistenti. Spesso alcune aggiunte venivano completamente trascurate in quanto non viabili, come il caso del freeze shaman che rimase solo un tentativo sprecato. Alcune classi si ritrovarono quindi a vestire dei ruoli diversi da quelli pensati dagli sviluppatori, come i sacerdoti che prendevano mazze e forconi e privilegiavano l’aggressività.

Le meccaniche pari e dispari furono poi la goccia che fece traboccare il vaso. Dopo l’uscita di Boscotetro le partite iniziarono a durare quasi sempre anche più di mezz’ora e moltissimi giocatori lasciarono la locanda per la disperazione. Si era persa completamente la magia che distingueva Hearthstone da tutti gli altri giochi di carte!

Blizzard riprende al volo la situazione della locanda

Proprio quando tutto sembrava perduto e la community di Hearthstone continuava a spopolarsi giorno dopo giorno, Blizzard riuscì a risollevare repentinamente la situazione contro ogni aspettativa. I problemi vennero tutti presi e affrontati di petto, con scelte difficili ma ragionate e coraggiose. Si partì immediatamente con l’annuncio de L’Ascesa delle Ombre, la prima espansione dell’Anno del Drago. Questa voleva essere una presa di posizione, che riuscisse a mettere una pezza su tutte le scelte sbagliate percorse nei precedenti anni. Dopo una serie di trailer che crearono un magnifico alone di mistero, nuovi dettagli vennero svelati, come anche il fatto che la storia sarebbe stata abbastanza singolare.

Non si trattava di un comparto narrativo come quello delle avventure singleplayer, perché si voleva rimanere sull’idea delle dungeon run, ma si decise di rendere le 3 espansioni dell’anno collegate anche a livello storico tra di loro. Per via di ciò queste spedizioni costano oro o valuta reale, anche se non moltissima, ma sono una manna dal cielo rispetto a quanto visto nei periodi precedenti. Dei nerf vennero subito annunciati e la situazione venne presa in mano. Via dalla modalità standard alle meccaniche pari e dispari, anche con un anno di anticipo! Bisognava assolutamente debellare tutti i problemi partendo da una base solida, che non includesse meccaniche che tutti i giocatori odiavano profondamente. Il gioco doveva tornare ai fasti di un tempo anche se con nuove aggiunte ed uno spirito rinnovato!

La nuova arena fu inoltre implementata per tutti gli amanti di questa modalità secondaria. A rotazione le espansioni ormai selvagge dovevano entrare a gamba tesa nella competizioni ed essere fortemente presenti nei draft. Così iniziò il processo di valorizzazione della wild, che continuò quando per evitare il ristagnamento del meta in Salvatori di Uldum si regalarono a tutti i giocatori delle copie momentanee di alcune carte più iconiche, che saranno giocabili in modalità standard fino all’uscita de La Discesa dei Draghi.

Hearthstone

Cosa succederà adesso ad Hearthstone?

Blizzard sta continuando attualmente a lavorare per risolvere i problemi che affliggono ancora questo gioco, d’altronde quando le carte wild se ne torneranno nel loro angolino il ristagnamento del meta si rifarà probabilmente presente. Il primo passo fatto è stato quello di aggiungere i Battlegrounds dopo la frizzante Blizzcon 2019, che possono essere supportati senza la necessità di effettuare aggiornamenti.

Il gioco si sta inoltre preparando ad affrontare l’arrivo di Legends of Runeterra il prossimo anno, dopo che è già riuscito a contrastare Magic the Gathering: Arena, e delle novità verranno sicuramente presentate nei prossimi mesi, la software house non vuole più lasciare la locanda in uno stato di abbandono! Vedremo sicuramente i tornei che sono stati precedentemente annunciati anche se non ancora implementati, ma non sappiamo ancora cosa davvero possiamo aspettarci da questo team pieno di risorse.

Andrea Pellicane
Nasce nel 2000 già possessore di una Playstation 1 e già appassionato di videogiochi. In tenera età scopre il mondo dell’informatica ed inizia la sua inutile corsa verso la bramatissima Master Race. Nonostante la potenza di calcolo sia la sua linfa vitale è alla perenne ricerca della varietà e di titoli indie che piacciono solo a lui, incurante del fatto che potrebbero funzionare agevolmente anche su un tostapane. Viene spesso avvistato mentre effettua incomprensibili ragionamenti (soprattutto per lui) legati all'economia. Eccelle particolarmente nel trovare i momenti meno opportuni per iniziare e divorare intere serie TV.

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