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Horizon 2 Forbidden West: cosa ci aspettiamo dalla nuova esclusiva PS5

Negarlo sarebbe non ammettere la verità: Horizon Forbidden West era tra i giochi più telefonati di tutto l’evento Sony. Nonostante questo, però, stiamo parlando di una delle produzioni più importanti della casa giapponese, un’esclusiva che sull’attuale generazione (qui trovate la nostra recensione) si è dimostrata fondamentale per dare uno spessore maggiore al parco titoli di PlayStation 4. L’enorme successo ottenuto ha portato Guerrilla Games a sviluppare il secondo capitolo della serie, che arriverà, speriamo, pochi mesi dopo l’uscita di PlayStation 5. Sebbene non abbiamo molte informazioni, è giusto cominciare a parlare dell’opera in termini più amichevoli, lasciando anteprime e opinioni più dettagliate ad articoli specifici. Quanto leggerete qui sotto sono impressioni basate sul quel poco materiale rilasciato, anche se dobbiamo dire che siamo rimasti piacevolmente colpiti.

Dove eravamo rimasti

Aloy alla fine della sua prima avventura aveva apparentemente sconfitto ADE, un’intelligenza artificiale colpevole della corruzione delle macchine. Tuttavia, proprio sul finale, scopriamo che  il nostro apparente alleato Sylens stava aspettando il momento giusto per impadronirsi di ADE e dei suoi dati, così da controllarne le capacità. Traditi da quello che pensavamo fosse un amico, è evidente che il viaggio della protagonista deve essere ancora portato a termine, e questo Forbidden West si prepara a mettere un altro tassello importante nella storia della ragazza. Questa seconda avventura ci porterà a scoprire nuove regioni del mondo di gioco, con nemici e tribù inedite. Sembra evidente, infatti, che oltre la minaccia sempre presente di ADE sullo sfondo, ci sarà una nuova guerra tra popoli, questa volta più sanguinosa e violenta, con l’utilizzo delle macchine da ambedue le parti.

Horizon Forbidden West ci porterà probabilmente in quel che resta di San Francisco, in un terra morente che Sylens sta meschinamente corrompendo per prenderne il controllo. Non sappiamo se questo personaggio in realtà stia puntando ad altro, ma adesso è a capo di una tribù in grado di compiere l’overdrive sulle macchine. Il dettaglio più interessante è sicuramente legato alle tre comete rosse, che siamo sicuri acquisiranno un importante significato nel corso del gioco.

Aspettative e speranze

Il gioco su alcune sezioni è stato particolarmente esplicito, come quelle sottomarine: ancora non sappiamo bene come verranno sfruttate, ma sicuramente ci saranno. La protagonista sarà dotata di una mascherina super tecnologica per respirare sott’acqua, dunque è lecito aspettarsi una certa libertà anche per quanto concerne le esplorazioni marine. Aloy poteva già dal primo capitolo arrampicarsi sulle montagne, ma in realtà questa meccanica era limitata su particolari appigli, quindi speriamo che anche questo aspetto sia stato rivisitato, garantendoci la possibilità di arrivare ovunque senza perdere troppo tempo. Le dimensioni della mappa in tal senso ci sono sembrate particolarmente ampie, anche di più rispetto al passato, ma in Horizon Forbidden West speriamo di trovare anche una più curata ed efficace verticalità, non particolarmente sfruttata in Zero Dawn.

Altro elemento abbastanza discusso del primo capitolo fu proprio la gestione dell’open world che, sebbene interessante e caratterizzato da spunti stimolanti, ha sempre dato la sensazione di essere in linea con gli standard dell’epoca, ma non oltre. Dopo la pubblicazione di titoli come Breath of The Wild (uscito quasi in contemporanea) e Red Dead Redemption, adesso ci aspettiamo un ulteriore sforzo da parte del team per creare una mappa non solo grande, ma anche ricca di contenuti e attività. Le missioni secondarie dovrebbe essere riviste: Horizon Zero Dawn aveva quest non primarie interessanti, ma che non potevano essere minimamente paragonate a quelle principali. Certo, la loro utilità era legata perlopiù alla scoperta delle tribù e delle loro tradizioni, ma in un secondo capitolo ci aspettiamo sicuramente una caratterizzazione maggiore. Ultimo elemento dove ci aspettiamo un sostanziale miglioramento è il gameplay: alla lunga il tutto risultava abbastanza ripetitivo e non particolarmente stratificato. In questo secondo capitolo non solo ci aspettiamo diverse bocche da fuoco e munizioni, ma anche la possibilità di ingaggiare gli scontri in modo diverso per spezzare la monotonia di alcune sequenze.

Un profondo senso artistico

Se l’art design del primo capitolo vi aveva lasciati senza parole, Horizon Forbidden West sembra voler superare di molto il suo predecessore. Sebbene lo stile non si discosti più di tanto, sembra che su schermo siano presenti molti più elementi evocativi in grado di dare personalità allo scenario, che siamo sicuri accenderanno anche la scintilla della curiosità nella mente dei giocatori. Basti vedere il ponte o la stazione immersa di San Francisco, la cura dei dettagli è impeccabile, così come già dimostrato in passato. Proprio per questo motivo, impossibile non nominare il Decima Engine, motore grafico in proprietà di Sony che, unito alla potenza di PlayStation 5, si prepara a mostrare tutta la sua forza. Infatti, l’impatto grafico è disarmante quanto bello, evidenziando una messa in scena fuori dall’ordinario.

In conclusione dal nuovo Horizon Forbidden West non ci aspettiamo una vera e propria rivoluzione, crediamo che questa esperienza ripercorra, a grandi linee, quanto proposto in passato. Di sicuro saranno implementate novità e miglioramenti, doverosi dopo le solide basi impiantate grazie a Zero Dawn. La community non vede l’ora di controllare nuovamente Aloy, di riprendere la sua storia e vedere dove la porterà il destino. In questo capitolo probabilmente vedremo la sua maturazione definitiva, dopo le sconvolgenti verità apprese dal suo passato: la giovane sa cosa deve fare, si è resa conto che la responsabilità dell’intero pianeta è sulle sue spalle, e a lei non è concesso sbagliare.

Patrizio Coccia
Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.

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