VideogiochiRecensione

Hunt: Showdown – Recensione del nuovo survival horror di Crytek

Ambientato nel 1890, la nuova creatura di Crytek, Hunt: Showdown, mira a ricreare la tipica tensione di un gioco horror all’interno di un titolo prettamente multiplayer nel quale assumeremo i panni di variegati cacciatori di taglie immersi in un mondo invaso da non morti e mostri terrificanti. Il nuovo titolo di Crytek si presenta come un Hunting game in prima persona che mescola tematiche horror e western vecchio stampo, caratterizzato da paludi, foreste, piantagioni ed edifici decadenti, creando fin dai primi momenti in-game grandissima tensione.

Hunt: Showdown non presenta alcuna modalità “Storia”, l’unica componente offline presente è l’addestramento iniziale che si limita a introdurre le meccaniche di gioco. Il titolo punta tutto su una massiccia componente multiplayer dove viene richiesta una connessione internet e l’abbonamento a Playstation Plus per poter intraprendere le “sessioni di caccia”. Fatte queste dovute premesse, Hunt: Showdown permette ai giocatori di mettersi alla prova non solo con sfide solitarie, ma anche in coppia, con squadre da tre fino a un massimo di dodici giocatori contemporaneamente. L’obiettivo sarà quello d’individuare il proprio bersaglio, ucciderlo e riscuotere la taglia.

Hunt: Showdown

Ucci ucci, sento odor di…

La modalità di gioco principale, Bounty Hunter, prevede lo scontro tra i cacciatori di taglie, con elementi PVP e PVE. Il titolo realizzato dal team di sviluppo tedesco ci permette di affrontare le sessioni di gioco in solitaria o in squadra. L’obiettivo sarà quello d’individuare la mostruosa creatura nascosta, raccogliendo indizi sparsi nella mappa di gioco, e ucciderla. Ma non è tutto, poiché una volta raccolta la taglia della creatura appena eliminata, dovremo raggiungere uno dei punti di fuga indicati sulla mappa, dovendocela vedere anche contro altri cacciatori che ci daranno la caccia.

Le partite potranno svolgersi in diversi momenti della giornata (mattina o sera) ed in presenza di diverse condizioni atmosferiche (nebbia, pioggia, etc…), dettagli che cambieranno radicalmente l’approccio di gioco. I vari elementi presenti su schermo non rendono solo le ambientazioni ricche di tensione, ma possono rappresentare dei vitali nascondigli (tende, piantagioni o strutture in rovina), fondamentali per metterci al riparo dai non morti o dagli altri utenti. Come anticipato in precedenza, durante le sessioni di caccia non affronteremo esclusivamente creature spaventose disseminate nella vasta area di gioco, ma dovremo vedercela anche contro altri cacciatori. Questo si traduce in uno stile ludico prettamente tattico e allo stesso tempo stimolante. Ogni giocatore sarà libero di attuare la strategia che più lo aggrada: uccidere i mostri o schivarli e lasciarli ai nostri rivali? Correre incuranti del pericolo o restare nascosti e agire furtivamente? A voi la scelta.

Hunt: Showdown

Per ogni mostro o giocatore ucciso, o dopo aver completato semplicemente l’obiettivo, guadagneremo esperienza e valuta di gioco. Inoltre, man mano che saliremo di livello, sbloccheremo diverse armi e oggetti da acquistare per potenziare i nostri aspiranti cacciatori. La difficoltà dell’esperienza “aumenterà” ulteriormente una volta raggiunto con il proprio cacciatore il livello 10. Da questo momento in poi, la morte in-game del nostro personaggio si tradurrà in una sua dipartita definitiva, perdendo di conseguenza tutti i miglioramenti e le abilità che avevamo faticosamente conquistato fino a quel momento.

Catapultati nel 1890

Il gioco presenta una vasta gamma di armi da fuoco, richiamando ad alcuni fucili rappresentativi di fine 1800 come: Lebel Model 1886, il Mosin-Nagant M1891 o il LeMat Mark II Revolver. Le armi a disposizione, come ci si può aspettare dal periodo storico in questione, non saranno mai particolarmente precise e presenteranno un numero limitato di munizioni, rendendo la precisione nel mandare a segno i colpi di fondamentale importanza per la sopravvivenza del nostro cacciatore, di fatto accentuando ulteriormente la vena “survival” del nuovo titolo di Crytek.

Nonostante queste “limitazioni”, il gameplay di Hunt: Showdown risulta appagante e abbastanza variegato, data la presenza di diverse armi da mischia che esaltano la componente stealth del titolo e rendono ancor più interessante e curato il gameplay. L’ambiente sarà uno strumento che ci tradirà o che potremo usare a nostro vantaggio. Il sound design di Hunt: Showdown è assolutamente impeccabile, caratterizzato da una colonna sonora che riesce a creare grande tensione nel giocatore e da effetti audio-visivi avvolgenti, perfettamente integrati con quanto starà avvenendo su schermo. Difatti, grazie all’incredibile comparto sonoro 3D, saremo in grado di schivare e individuare i non morti non solo con la vista, ma ascoltando semplicemente i respiri e i loro passi. Il gioco stesso vi consiglia di approcciarvi alle sessioni di caccia con l’utilizzo delle cuffie, esaltando così il comparto audio di altissimo livello.

Hunt: Showdown

Le criticità non mancano

Nonostante Hunt: Showdown sia uscito in precedenza per PC, e col tempo abbia ricevuto diverse patch che ne hanno migliorato la stabilità complessiva, la versione PS4 ha portato con sé, oltre i vari miglioramenti introdotti col tempo, anche alcune criticità. Le principali problematicità riguardano esclusivamente il matchmaking, dai tempi di caricamento, un po’ troppo lunghi, agli abbinamenti online, a volte fin troppo sbilanciati. Inoltre, la produzione presenta diversi glitch abbastanza gravi, con mostri che si bloccano inspiegabilmente di fronte ad ostacoli invisibili, ed un’interfaccia di gioco poco ottimizzata per gli utenti console, dato che era stata pensata inizialmente per l’uso di mouse e tastiera.

Hunt: Showdown

7.5

In conclusione, Hunt: Showdown è un ottima alternativa per i fan degli FPS online. La combinazione tra PVP e PVE è molto equilibrata, rivelandosi in grado di ricreare un’atmosfera ad alto tasso ansiogeno grazie ad un sound design realizzato a regola d’arte. Crytek è riuscita a portare innovazione in un genere che sembrava stagnante, anche se continuano a persistere alcuni aspetti da perfezionare, vedasi il matchmaking, tempi di caricamento e alcuni glitch fastidiosi. Dunque, se siete amanti del selvaggio West e degli FPS online, magari con ambientazioni tetre e sanguinose, Hunt: Showdown merita sicuramente di essere provato.

Luca Di Blasi
Laureato in Ingegneria Civile e Ambientale presso l'Università degli Studi di Catania. Da sempre appassionato di cinema, videogames e tutto quello che concerne il mondo tecnologico; smartphone, gadget e tanto altro. Fan del MCU e "divoratore" di serie TV.

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Potrebbe interessarti anche