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Immortal Legacy: The Jade Chiper – Recensione, pallottole in salsa VR

Anni e anni or sono, il mercato videoludico non era visto poi così tanto di buon occhio. Il mondo lo inquadrò come un’hobby per pochi, una stranezza per nicchie di mercato che mai sarebbe riuscito a imporsi nell’industria dell’intrattenimento, uno spreco di tempo personale che si sarebbe invece potuto dedicare ad attività ben più soddisfacenti. Poi, come un fulmine a ciel sereno, l’industria ha visto una vera e propria esplosione che ha portato anche le masse a interessarsi del media, dai giovanissimi fino ai più anziani. Il gaming si è così tramutato ben presto in una vera e propria gallina dalle uova d’oro per chiunque avesse avuto il coraggio di addentrarvici, con sempre più team di grandi e piccole dimensioni desiderosi di ottenere la propria fetta di successo. Tra le tante nazioni che hanno deciso di tuffarsi in questo nuovo universo di possibilità, la Cina appare indubbiamente come uno dei competitor più intriganti e meritevoli di essere tenuti sott’occhio, con software house che continuano a spuntare come funghi, pronti a mostrare al pubblico il proprio talento. Viva Games rientra perfettamente in questa descrizione, un team emergente con sede a Pechino che ha infine deciso di lanciarsi nel mondo della realtà virtuale con Immortal Legacy: The Jade Chiper, titolo esclusivo per Playstation VR che punta a immergerci in un’esperienza ricca d’azione ma anche capace d’incutere timore. Curiosi di scoprire caratteristiche e qualità dell’opera, ci siamo così lanciati a capofitto in quest’avventura completandola tutta d’un fiato e ora siamo finalmente pronti a darvi il nostro giudizio finale a riguardo.

Storie di vendetta

Su un aereo militare non meglio identificato, l’ex membro delle forze speciali Tyre si sta dirigendo sulla misteriosa isola di Yingzhou per affrontare coloro i quali, in passato, assassinarono la sua amata madre. Una volta giunti in prossimità dell’obiettivo, il nostro velivolo viene però abbattuto da una strana creatura che, nell’impatto, finisce con il farci irrimediabilmente perdere i sensi. Risvegliatici dallo schianto, confusi e frastornati, scopriamo di essere stati catturati e ammanettati, pronti per essere fatti a pezzi da una squadra di mercenari che parrebbe aver presidiato l’isola per diversi mesi. La salvezza da morte certa giunge per mezzo di una giovane ragazza ossessionata dai social – e vestita con tanto di minigonna – che, dopo averci liberato, rivela di essere giunta in zona per mostrare a tutti i suoi followers dei fantomatici draghi che sembrerebbero essere stati avvistati da queste parti. Le storielle di fantasia non sembrano però destare il nostro interesse e, una volta recuperata un’arma, decidiamo infine di muoverci alla volta del nostro bersaglio. Narrativamente parlando, Immortal Legacy: The Jade Chiper mette sul piatto della bilancia un’avventura incapace di sorprendere ma al contempo assai piacevole da seguire.

L’avventura parte con calma e in un primo momento sembra volersi attestare su livelli generali abbastanza basilari, ma bastano poche missioni per notare come dietro alla produzione vi sia uno strano desiderio d’esagerare lanciando nel calderone elementi talmente tanto fuori luogo che risulta difficile non lanciare un sorriso di sorpresa. Ecco quindi che dal nulla compare una donna cyborg capace di fare a pezzi qualsiasi cosa con un semplice cenno della mano, o ancora preparatevi ad affrontare enormi tentacoli mangia-umani alti quanto una montagna, il tutto senza ovviamente dimenticare zombie, strane creature demoniache veloci come ghepardi e molto altro ancora. L’opera, dopo un primo momento d’incertezza, fa insomma capire di non volersi far prendere troppo sul serio offrendo piuttosto un intreccio scenico sopra le righe e, per questo, capace di farsi seguire con piacere dall’inizio fino ai titoli di coda. In tal senso, il team ha voluto spiegare come l’avventura attinga a piene mani da molte leggende cinesi, un’infinita quantità di materiale che gli sviluppatori hanno rimaneggiato e trasposto in salsa videoludica. Il risultato finale convince e riesce a presentare al giocatore un’avventura che va mescolando sezioni rilassate ad altre decisamente più movimentate.

Mira, spara, ricarica

Immortal Legacy: The Jade Chiper è però un titolo per VR e, in quanto tale, punta a conquistarsi gli elogi del pubblico anche tramite una struttura ludica divertente e avvincente. La produzione si configura come uno sparatutto survival-horror in prima persona dove il giocatore potrà muoversi liberamente mediante l’utilizzo dei Move, necessari sia per mirare che per spostarsi. Il gioco non presenta infatti alcun supporto per il Dualshock o per l’Aim Controller, una scelta che potrebbe scontentare qualche giocatore e che porta agli occhi di tutti un sistema di movimento alquanto macchinoso. I primi minuti in-game appaiono infatti piuttosto tragici, dover mirare e muoversi contemporaneamente nel pieno di uno scontro a fuoco, magari cercando nell’inventario anche qualche cura, si rivelerà essere un compito assai arduo e in più di un’occasione ci è capitato di morire semplicemente perché non riuscivamo a star dietro ai rapidi movimenti degli avversari. Con il passare del tempo, però, si comincia ad acquistare una certa familiarità con i controller e le difficoltà cominciano a presentarsi in maniera sempre più esigua. Se a inizio avventura non riuscivamo insomma nemmeno a voltarci, dopo un’oretta di gioco intenso abbiamo cominciato a inanellare headshot a tutto spiano passando da un arma all’altra senza difficoltà. Il sistema di mira appare fortunatamente molto ben realizzato e non ci ha mai creato particolari grattacapi, ma nel caso in cui doveste avere difficoltà anche in questo, nelle impostazioni è presente un sistema di mira assistita che andrà ad applicare dei pratici mirini laser su ogni vostra arma per capire meglio dove state effettivamente mirando, una scelta che invero si è rivelata assai efficace e che saprà sicuramente mitigare il rischio frustrazione dovuto ai troppi proiettili andati a vuoto. Immortal Legacy: The Jade Chiper è insomma un titolo in cui dovrete prodigarvi in lunghi scontri a fuoco per eliminare qualsiasi cosa dovesse pararvisi innanzi. In totale sono presenti quindici diverse armi utilizzabili, tra fucili, pistole, mitra, granate, asce e tanto altro ancora, strumenti di morte abbastanza classici ma comunque divertenti da utilizzare con l’accoppiata VR/Move. Detto questo, l’avventura non disdegna neanche qualche sezione più esplorativa, fra trappole da dover disinnescare, enigmi affrontabili e vari collezionabili nascosti da poter raccogliere.

Non manca poi neanche qualche fase dove far salire la tensione alle stelle, circondati dall’oscurità e armati solo di una torcia mentre immonde creature si muovono tutte intorno a noi. Quello che ne risulta è un sapiente mix d’azione e adrenalina che riesce a coinvolgere il giocatore, il quale si sentirà effettivamente accerchiato e sempre osservato da qualche nemico in lontananza. In tutto questo non si può certo fare a meno di parlare dell’annoso rischio legato alla realtà virtuale che i più conoscono come motion-sickness, quella pericolosa sensazione potenzialmente capace di distruggere completamente qualsiasi esperienza ludica. A ben vedere, Immortal Legacy: The Jade Chiper non presenta molte opzioni per cercare di “proteggere il giocatore”, se non per qualche impostazione essenziale legata alla velocità della telecamera, e la totale mancanza di un sistema di movimento a teletrasporto potrebbe far presagire il peggio. Invero, però, non possiamo nascondere di non aver mai avuto alcun tipo di fastidio durante la nostra partita, neanche dopo diverse ore che ci trovavamo in-game. Chiaramente non rappresentiamo un campione di tale portata da poter assicurare con certezza la totale mancanza di problemi in tal senso – soprattutto se si considera che la motion-sickness colpisce diversamente ogni singolo utente – ma è indubbio che la totale assenza di difficoltà riscontrate ci abbia piacevolmente colpiti, a maggior ragione se si pensa che siamo innanzi a una produzione dai ritmi piuttosto movimentati. Sotto un punto di vista puramente tecnico, Immortal Legacy: The Jade Chiper vive di alti e bassi. Tenendo conto dei limiti tecnici imposti dal VR, si denota una qualità generale piuttosto apprezzabile, in particolar modo per i modelli poligonali e per i giochi di luci e ombre. Al contempo, però, la varietà d’ambientazioni ci è parsa piuttosto risicata e il character-design dei nemici – salvo qualche personaggio specifico – si è mostrato fin troppo anonimo. A chiudere il tutto ci pensa infine un doppiaggio inglese di buon livello – a cui ha fortunatamente fatto seguito anche una localizzazione dei testi in italiano – affiancato da una colonna sonora che compie il suo dovere senza però riuscire a brillare.

Immortal Legacy: The Jade Chiper

8

La prima produzione VR sviluppata dai ragazzi di Viva Games ha indubbiamente saputo mostrarsi in splendida forma. Il titolo fa giocoforza su una narrativa sopra le righe capace di farsi seguire con piacere dall'inizio fino alla fine e da una struttura ludica che grazie all'accoppiata VR+Move riesce a restituire un’esperienza ludica assai divertente in cui il giocatore s’immergerà con estremo piacere. Di contro, però, l’avventura soffre per un sistema di comandi alquanto macchinoso - seppur un po’ di pratica possa migliorare di molto la situazione – e per un character e art-design piuttosto anonimo. In termini di motion-sickness, invece, non abbiamo riscontrato alcun tipo di problema o fastidio seppur sarebbe stata sicuramente apprezzata qualche impostazione di controllo e sicurezza in più che potesse venire incontro ai bisogni dei più sensibili, mentre sotto un punto di vista audiovisivo, l’avventura si attesta su buoni livelli.

Luca Di Carlo
Cresciuto a suon di videogiochi, cartoni animati e fumetti, ho potuto godere di un infanzia interamente basata sulla creazione del nerd per antonomasia, sempre intento ad affrontare sane partite videoludiche e alla costante ricerca di tutto il comprabile da poter mettere in bella vista su qualche mensola. Essendo poi anche un grande casanova, ho scoperto il mio primo vero amore dopo aver attaccato la spina della mia Playstation 1, ma non preoccupatevi Microsoft e Nintendo, nel mio cuore vi è spazio anche per voi.

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