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Immortal Realms: Vampire Wars – Recensione, scegliere di non osare

Vi sono alcuni elementi e icone appartenenti al genere horror che, attraverso il loro fascino e la propria fama, sono riusciti a trascendere il tempo e lo spazio, tornando continuamente sulla bocca del grande pubblico, sia attraverso la letteratura, sia attraverso il cinema, sia attraverso storie e leggende. Stiamo parlando dei vampiri, dei lupi e di tutte quelle bestie che hanno contribuito a disegnare le simbologie più classiche del genere, finanche divenendo elementi non semplicemente spaventosi, ma veri e propri protagonisti d’innumerevoli prodotti d’intrattenimento. Immortal Realms: Vampire Wars si basa, nella sua estetica e narrativa, fondamentalmente su tutto ciò, mettendo nelle mani del giocatore un mondo che non tarda mai di ispirare sensazioni familiari, sfiorando sempre il “già visto”. Il titolo, sviluppato da Palindrome Interactive, è attualmente disponibile su PS4, Xbox One, PC e Nintendo Switch, e dopo una lunga attesa anche noi di GameLegends ci siamo potuti lanciare in questa nuova avventura, pronti a scoprirne ogni più piccola caratteristica… ma com’è andata a finire?

Una goccia di sangue alla volta

Per quanto concerne gli elementi che vanno a comporre la trama di Immortal Realms: Vampire Wars, ci si trova, sulle prime, davanti a un’introduzione non propriamente prodiga di dettagli nei confronti di quello che è il mondo di gioco. Ciò che è dato sapere al giocatore, mentre compie i suoi primi passi, è che il tutto ruota attorno a un contesto “storico” nel quale i vampiri, rappresentati attraverso le fattezze di potenti “Lord”, Signori pseudo medievali, hanno preso il sopravvento sulla vita degli esseri umani, controllando la situazione attraverso una pace e una difesa continua, che però richiede pesanti tributi in termini di sangue e quindi di vite umane.

Immortal Realms: Vampire Wars

 

La campagna principale si snoda intorno alle vicissitudini di tre clan “vampirici”, tre differenti famiglie caratterizzate da dettagli unici, anche in ambito gameplay, i quali daranno la possibilità di pluralizzare le possibilità narrative a disposizione attraverso i vari punti di vista, conducendo a un’esperienza di per sé variegata. Il tutto si sviluppa attraverso dodici missioni, distribuite fra i suddetti Clan, in una narrazione che si basa su un progressivo “passaggio del testimone”, fino a raggiungere il finale. Con l’ambientazione ci troviamo davanti a un design parecchio classico, che non osa troppo, contraddistinto da tutti quegli elementi più tipici del genere narrativo in atto.

Una strategia per ghermirli

Parlando del gameplay, Immortal Realms: Vampire Wars si divide fondamentalmente in due strade ben distinte; da una parte abbiamo l’esplorazione della mappa e dall’altra le battaglie. La mappa consente al giocatore di dare un’occhiata al mondo di gioco, e di comprenderne gli elementi caratterizzanti. Questa si divide in province/regioni, sulle quali, attraverso il passaggio del proprio esercito, si può rivendicarne il controllo. Ognuna di queste può contenere un luogo d’interesse: villaggi, cimiteri, foreste, grotte… Ogni luogo ha una sua funzione in relazione alle scelte che il giocatore prenderà nel corso della partita (ottenimento di bonus, carte, sangue…). Restando sempre in tema, la primissima cosa che colpisce interagendo con ciò, resta la semplicità generale della sua realizzazione. Semplicità che se da un lato ne incentiva la fruizione generale, dall’altro potrebbe velocemente stuccare.

In-game ci si muove attraverso il proprio esercito, contraddistinto da un Lord, un Eroe, e tutte le sue unità (queste disegnate da specifiche caratteristiche, categorie e ruoli, arruolabili attraverso specifici luoghi), con le quali è possibile ingaggiare durissime battaglie per il potere e la sopravvivenza contro le truppe avversarie. E’ qui che entra in gioco la suddetta “seconda strada”. Durante gli scontri si passa ad una nuova schermata che si snoda su una scacchiera diversa da scontro a scontro. Su di essa sono posizionati, oltre agli eserciti, anche un insieme di elementi che influiscono sulla battaglia stessa conferendo, in particolari caselle, alcuni importanti bonus che possono arrivare a mutare le varie strategie, spostando l’attenzione degli attacchi. Qui il giocatore potrà dunque decidere quale unità muovere e come muoverle, organizzando le proprie mosse turno dopo turno, implementando agli assalti anche un sistema di carte. Queste sono una costante importantissima nel corso di tutto il gioco, anche perché non si rivelano centrali soltanto durante le battaglie, come incantesimi o abilità particolari, ma pure durante l’esplorazione della mappa stessa, ponendosi quali vere e proprie “azioni” che influiscono sulla costruzione di quanto si ha davanti. L’esperienza guadagnata nel corso delle esplorazioni e degli scontri, inoltre, porterà ad una crescita generale attraverso un ricco albero delle abilità.

Immortal Realms: Vampire Wars

Parlando del comporto grafico, con Immortal Realms: Vampire Wars ci troviamo davanti ad un titolo che non si spinge troppo in là, rimanendo ancorato ad uno stile molto “vecchia scuola”, che non gli rende troppo onore. Insieme a tutto questo ci sono alcuni piccoli bug e dimenticanze (come la traduzione di alcune cose) che inficiano sulla fluidità generale della fruizione, sempre perfettamente accompagnata da un attento comparto sonoro. Storia non troppo dissimile quando si parla delle cutscene, realizzate con animazioni grossolane e abbastanza anticotemporanee. In conclusione, ci troviamo davanti a uno strategico molto interessante sul versante gameplay, con una storia che, però, non osa mai fino in fondo, portando alla costruzione di un’esperienza che resta molto simile a giochi precedenti (seppur priva di un multiplayer), come Total War ad esempio, trasponendo il tutto in una dimensione semplificata che riesce ad intrattenere senza purtroppo emozionare come potrebbe.

Immortal Realms: Vampire Wars

6

Immortal Realms: Vampire Wars colpisce nell'immediato per via delle sue possibilità in ambito gameplay, ma perplime con tutto il resto, indipendentemente che ci si concentri sul suo comparto tecnico, sulla sceneggiatura o sulle scelte fatte in termini di game design. Un vero peccato se si considera che, alla fine dei conti, con un lavoro più attento e oculato, ci saremmo potuti ritrovare con una piccola gemma da non doversi lasciar scappare.

Nicholas Massa
Adora i videogiochi e il cinema fin dalla più tenera età e a volte si ritrova a rifletterci su... Forse anche troppo. La scrittura resta un'altra costante della sua vita. Ha pubblicato due romanzi (a vent'anni e venti quattro) cominciando a lavorare sul web con varie realtà editoriali (siti, blog, testate giornalistiche), relazionandosi con un mondo che non ha più abbandonato.

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