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Independent Spirit Awards 2021: svelati tutti i vincitori

Gli Independent Spirit Awards 2021 e i loro vincitori chiudono la corsa agli Oscar. Come da tradizione, anche la 36° edizione dei premi al cinema indipendente americano si è svolta a ridosso della notte dell’Academy, anche se in forma virtuale.

Nomadland e la sua regista Choé Zhao si aggiudicano i riconoscimenti più importanti, Miglior film e Miglior regista, oltre a Miglior montaggio (per la Zhao) e Miglior fotografia (al collaboratore della regista Joshua James Richards).

Emerald Fennell si aggiudica il premio come Miglior sceneggiatura per Una donna promettente, mentre nella stessa categoria degli esordienti, vince Andy Siara per Palm Springs.

A proposito di esordienti, fra i vincitori degli Independent Spirit Awards 2021 troviamo Darius Marder, che si aggiudica il premio Miglior film di debutto per Sound of Metal, mentre la pellicola internazionale è quella dalla Bosnia ed Erzegovina Quo Vadis, Aida? di Jasmila Žbanić. L’originale Netflix Crip Camp vince come Miglior documentario.

Sorprese sul fronte attoriale, che potrebbero mettere in discussione i pronostici (già non sicurissimi) per le stesse categorie agli Oscar: Riz Ahmed vince il premio come Miglior protagonista per il suo ruolo in Sound of Metal, scavalcando il favorito Chadwick Boseman di Ma Rainey’s Black Bottom.

Allo stesso modo Carey Mulligan vince come protagonista con la sua performance in Una donna promettente, superando attrici del calibro di Viola Davis e Frances McDormand: l’attrice ha dedicato la sua vittoria allo “spirito indipendente” del cinema, rappresentato dalla defunta attrice inglese Helen McCrory, scomparsa lo scorso 16 Aprile.

Nella categorie non protagoniste vince Yuh-Jung Youn per l’interpretazione in Minari e Paul Raci per Sound of Metal. Di seguito, ecco svelati quali sono tutti i vincitori degli Independent Spirit Awards 2021:

Miglior film

  • Nomadland, regia di Chloé Zhao
  • First Cow, regia di Kelly Reichardt
  • Ma Rainey’s Black Bottom, regia di George C. Wolfe
  • Mai raramente a volte sempre (Never Rarely Sometimes Always), regia di Eliza Hittman
  • Minari, regia di Lee Isaac Chung

Miglior film d’esordio

  • Sound of Metal, regia di Darius Marder
  • The 40-Year-Old Version, regia di Radha Blank
  • I Carry You with Me, regia di Heidi Ewing
  • Miss Juneteenth, regia di Channing Godfrey Peoples
  • Nine Days, regia di Edson Oda

Miglior regista

  • Chloé Zhao – Nomadland
  • Lee Isaac Chung – Minari
  • Emerald Fennell – Una donna promettente (Promising Young Woman)
  • Eliza Hittman – Mai raramente a volte sempre (Never Rarely Sometimes Always)
  • Kelly Reichardt – First Cow

Miglior attrice protagonista

  • Carey Mulligan – Una donna promettente (Promising Young Woman)
  • Nicole Beharie – Miss Juneteenth
  • Viola Davis – Ma Rainey’s Black Bottom
  • Sidney Flanigan – Mai raramente a volte sempre (Never Rarely Sometimes Always)
  • Julia Garner – The Assistant
  • Frances McDormand – Nomadland

Miglior attore protagonista

  • Riz Ahmed – Sound of Metal
  • Chadwick Boseman – Ma Rainey’s Black Bottom
  • Adarsh Gourav – La tigre bianca (The White Tiger)
  • Rob Morgan – Bull
  • Steven Yeun – Minari

Miglior attrice non protagonista

  • Yoon Yeo-jeong – Minari
  • Alexis Chikaeze – Miss Juneteenth
  • Han Ye-ri – Minari
  • Valerie Mahaffey – French Exit
  • Talia Ryder – Mai raramente a volte sempre (Never Rarely Sometimes Always)

Miglior attore non protagonista

  • Paul Raci – Sound of Metal
  • Colman Domingo – Ma Rainey’s Black Bottom
  • Orion Lee – First Cow
  • Glynn Turman – Ma Rainey’s Black Bottom
  • Benedict Wong – Nine Days

Miglior sceneggiatura

  • Emerald Fennell – Una donna promettente (Promising Young Woman)
  • Lee Isaac Chung – Minari
  • Eliza Hittman – Mai raramente a volte sempre (Never Rarely Sometimes Always)
  • Mike Makowsky – Bad Education
  • Alice Wu – L’altra metà (The Half of It)

Miglior sceneggiatura d’esordio

  • Andy Siara – Palm Springs – Vivi come se non ci fosse un domani (Palm Springs)
  • Kitty Green – The Assistant
  • Noah Hutton – Lapsis
  • Channing Godfrey Peoples – Miss Juneteenth
  • James Sweeney – Straight Up

Miglior fotografia

  • Joshua James Richards – Nomadland
  • Jay Keitel – She Dies Tomorrow
  • Shabier Kirchner – Bull
  • Michael Latham – The Assistant
  • Hélène Louvart – Mai raramente a volte sempre (Never Rarely Sometimes Always)

Miglior montaggio

  • Chloé Zhao – Nomadland
  • Andy Canny – L’uomo invisibile (The Invisible Man)
  • Scott Cummings – Mai raramente a volte sempre (Never Rarely Sometimes Always)
  • Merawi Gerima – Residue
  • Enat Sidi – I Carry You with Me

Miglior documentario

  • Crip Camp: disabilità rivoluzionarie (Crip Camp), regia di Nicole Newnham e Jim LeBrecht
  • El agente topo, regia di Maite Alberdi
  • Colectiv, regia di Alexander Nanau
  • Dick Johnson Is Dead, regia di Kirsten Johnson
  • Time, regia di Garrett Bradley

Miglior film straniero

  • Quo vadis, Aida?, regia di Jasmila Žbanić (Bosnia ed Erzegovina)
  • Bacurau, regia di Kleber Mendonça Filho e Juliano Dornelles (Brasile)
  • The Disciple, regia di Chaitanya Tamhane (India)
  • Felkészülés meghatározatlan ideig tartó együttlétre, regia di Lili Horvát (Ungheria)
  • La Nuit des rois, regia di Philippe Lacôte (Costa d’Avorio)

Premio Robert Altman

  • Quella notte a Miami… (One Night in Miami), regia di Regina King

Premio John Cassavetes

  • Residue, regia di Merawi Gerima
  • The Killing of Two Lovers, regia di Robert Machoian
  • La leyenda negra, regia di Patricia Vidal Delgado
  • Lingua franca, regia di Isabel Sandoval
  • Saint Frances, regia di Alex Thompson
Pierfranco Allegri
Pierfranco nasce a Chiavari il 1 Aprile 1994. Si diploma presso il liceo Classico Federico Delpino e studia Cinema e Sceneggiatura presso la Scuola Holden di Torino. Al momento scrive recensioni online (attività cominciata nel 2015) presso varie riviste tra cui GameLegnds e Cinefusi.it

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