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Indivisible – Recensione, un’opera d’arte in movimento

Fin dalla sua primissima presentazione, la nuova creatura di casa Lab Zero Games – team conosciuto soprattutto per la serie Skullgirls – ha saputo conquistare l’attenzione di critica e pubblico. L’idea di un tanto curioso quanto interessante mix tra platform, metroidvania ed elementi spiccatamente JRPG, il tutto mescolato a uno stile visivo capace di sprizzare vitalità da ogni pixel, si è rivelata indubbiamente vincente agli occhi dei giocatori, i quali fin dal primo trailer pubblicato hanno confidato nella realizzazione di una piccola perla. Un progetto tanto ambizioso ha però necessitato ingenti capitali, arrivati prima da una riuscita campagna di raccolta fondi su Kickstarter e successivamente da 505 Games, publisher che si è impegnato nel supportare il team con ulteriori fondi e una ricca campagna marketing.

I presupposti per un’opera semplicemente squisita vi erano tutti, si avvertiva odore d’originalità, il budget non mancava e il team era composto da abili sviluppatori che in passato avevano già dato prova del loro valore, un trittico fatto di sogni e speranze che alla fine si è concretizzato in ciò che tutti noi conosciamo oggi come Indivisible. Alla fine, anche noi di Game Legends abbiamo potuto finalmente testare nella sua interezza l’esperienza offerta dalla produzione, trovandoci innanzi a un titolo di grande qualità seppur qualche piccola svista non sia mancata.

 

Una mente “speciale”

Ajna è una ragazza vivace e allegra che passa le sue giornate in spensieratezza e allenandosi con il padre nell’arte del combattimento. Durante un pomeriggio come tanti altri, però, la giovane si ritrova innanzi al suo villaggio in fiamme e con suo padre stesso a terra, oramai in punto di morte. Calde lacrime le rigano il viso quando innanzi a lei si presenta proprio l’assassino del suo vecchio, un ragazzo presuntuoso e pronto a mandare anche Ajna all’altro mondo. È però a questo punto che il potere sopito della ragazza si manifesta, una strana abilità che le permette d’intrappolare altre persone all’interno della sua mente, potendole poi rimaterializzare all’occorrenza. Da qui avrà quindi inizio un viaggio alla ricerca di vendetta che però porterà alla luce qualcosa di ben più oscuro, una minaccia che potrebbe portare alla fine di ogni essere vivente.

 

Com’è facile capire già da queste poche righe, la sceneggiatura di Indivisible non è nulla che non si sia già visto in altre produzioni, ma comunque il risultato finale riesce a mantenere alta l’attenzione del giocatore grazie a un buon ritmo degli eventi che tra dialoghi e colpi di scena si è comunque dimostrato ben più che piacevole nel corso di tutte le circa 25 ore resesi necessarie per completare l’opera. Le vere colonne portanti della narrativa sono però rappresentate in particolare da un tono generale della vicende che spesso e volentieri si prende poco sul serio – tra battute, citazioni ed easter egg capaci di far sfuggire ben più di qualche sorriso – e, soprattutto, da una valanga di personaggi semplicemente meravigliosi. Nel corso dell’avventura potremo infatti finire con il reclutare oltre venti compagni pronti a darci manforte nel corso del nostro pericoloso viaggio, una lunga fila di volti che impareremo ben presto ad amare.

 

Ognuno dei nostri alleati non solo saprà mettere in mostra un character design meraviglioso, ma si rivelerà anche capace di conquistare i nostri cuori una linea di dialogo alla volta, tra cutscene e scenette varie che ci permetteranno di conoscere via via sempre più dettagliatamente ognuno dei compagni che ci porteremo dietro, alcuni dei quali totalmente facoltativi. Va detto che non tutti i personaggi si sono rivelati curati allo stesso modo ed è evidente che maggior attenzione e importanza sia stata conferita a coloro i quali ci seguiranno per necessità narrative, ma nei fatti non abbiamo trovato un singolo elemento del nostro affollato gruppo rivelatosi incapace di meritarsi i nostri elogi. Il vero fiore all’occhiello dell’avventura s’identifica però proprio in Ajna, la nostra protagonista, un’ingenua campagnola ritrovatasi innanzi a qualcosa di molto più grande di lei, una ragazza che nel suo non essere neanche maggiorenne mette in mostra tutta la sua indole a tratti infantile, una piantagrane poco propensa ad ascoltare ma sempre disposta a tirare cazzotti a destra e a manca che spesso e volentieri farà più danni che altro. Il lavoro posto nella scrittura di Ajna e nel suo viaggio di crescita interiore ha saputo indubbiamente conquistarci e a fine avventura abbiamo potuto appoggiare il pad sulla scrivania con un soddisfatto sorriso stampato in faccia.

Quando l’arte si fa videogioco

Come detto poco sopra, ludicamente parlando Indivisible mescola sapientemente vari generi tra loro. Di base, potremo muoverci liberamente all’interno di varie mappe 2D ricche di fasi platform, trappole e segreti. In tal senso, l’avventura mette in mostra una gran bella sfida dove la coordinazione mano-occhio la farà da padrone, con varie fasi piuttosto intense in cui anche sbagliare un salto di pochi centimetri potrebbe portarci a una fine ingloriosa. La struttura da metroidvania la si percepisce fin dai primi istanti in-game, con varie aree che saranno raggiungibili solo molte ore più tardi, quando finalmente avremo ottenuto il potere giusto. Da ciò ne conviene che il backtracking sarà una parte fondamentale dell’esperienza, con il giocatore che si ritroverà più volte a tornare sui suoi passi per sbloccare qualche area precedentemente irraggiungibile in cui potremmo trovare veri e propri compagni da aggiungere al nostro team – che altrimenti potremmo rischiare di non reclutare mai – e degli specifici oggetti essenziali per potenziarsi. Ogni ambientazione sarà infatti disseminata di particolari pietre chiamate Ringsels rappresentanti l’unico modo per poter migliorare attacco e difesa del nostro party, molte delle quali saranno quindi ben nascoste o collocate in punti raggiungibili solo sudando le proverbiali sette camicie.

In giro per le mappe troveremo però anche una gran varietà d’avversari che una volta colpiti daranno inizio allo scontro vero e proprio, lì dove il gameplay mette in mostra tutte le sue qualità. In queste fasi il titolo ci metterà infatti davanti a una struttura ludica in stile JRPG dove ogni membro del nostro gruppo – composto da un massimo di quattro personaggi gestibili contemporaneamente – dovranno affrontare il pericolo di turno. A ognuno dei nostri alleati sarà legato un singolo bottone del pad e sarà nostro compito sfruttare al meglio ogni attacco a disposizione per non incombere in un fatidico game-over. Inizialmente il sistema offrirà un’esperienza piuttosto semplice e poco ramificata, ma una volta che ci saremo addentrati nell’avventura ci troveremo innanzi a un sistema di combattimento ben più complesso e articolato, con tre diverse tipologie di mosse a disposizione per ognuno dei nostri compagni.

In tal senso, a risplendere sono nuovamente i membri del party, tutti ben diversificati e caratterizzati da abilità uniche. Creare il team migliore cercando di bilanciare attacco e difesa sarà alla base della vittoria e una volta presa dimestichezza con i controlli, potremo inanellare dozzine di combo in un’infinita moltitudine di colori ed effetti speciali. Essenziale si è rivelato inoltre anche il sistema di parate, necessario per diminuire – o azzerare – l’attacco avversario o per schivare qualche pericolosa presa. Padroneggiare la meccanica per diminuire il quanto più possibile i danni subiti sarà di vitale importanza, con le boss-fight in particolare che si riveleranno quasi impraticabili nel caso in cui non doveste essere in grado di parare al momento giusto.

indivisible

Parlando di boss-fight, queste si sono rivelate tutte più che piacevoli da affrontare, seppur in qualche occasione ci sia quasi parso che il team volesse “barare” per costringerci a subire pericolosi danni aggiuntivi. Non manca all’appello neanche un peculiare sistema di mosse finali per cui, caricando la cosiddetta Barra Iddhi fino a un massimo di tre tacche, potremo mettere in mostra attacchi caricati – per l’appunto, divisi in tre diversi livelli di forza – con i quali fare ingenti quantità di danni. Tutto questo ben di Dio si è però portato dietro alcuni grattacapi rivelatisi capaci di farci storcere il naso. In primis, abbiamo notato un certo sbilanciamento in alcuni dei nostri fidati guerrieri, rivelatisi decisamente troppo potenti e capaci di andare a formare dei party con cui è possibile massacrare gli avversari con violenza inaudita.

Secondariamente, oltre a un backtracking a tratti sfiancate vista la mancanza di viaggi rapidi, giunti a circa tre quarti del gioco ci siamo accorti che i combattimenti – boss esclusi – si sono rivelati tutti praticamente inutili, con i nostri eroi oramai così esageratamente potenti da andare quasi ad azzerare il fattore sfida. Ben poco abbiamo invece da dire a riguardo del lavoro tecnico svolto, semplicemente sublime sotto ogni aspetto possibile e immaginabile. I ragazzi di Lab Zero Games sono dei maestri nell’arte dell’animazione, un talentuoso team che con questo Indivisible ha nuovamente messo in mostra tutte le sue capacità grazie a personaggi strepitosi, un comparto d’animazioni da dieci e lode, splendidi scenari e una valanga di dettagli a condire il tutto. A chiudere il cerchio ci pensa una componente audio altrettanto di qualità, grazie a una soundtrack ricca di pregevoli tracce affiancata da un doppiaggio davvero ottimo.

Indivisible

8.6

La nuova creatura targata Lab Zero Games è un piccolo gioiello che pur senza raggiungere l’eccellenza, ha saputo rivelarsi un prodotto capace di regalarci dozzine d’ore di sano divertimento videoludico. L’opera mette in mostra una componente narrativa che pur sapendo di già visto riesce a farsi seguire con piacere grazie a un cast di personaggi principali e secondari semplicemente splendido, il tutto affiancato a un sistema ludico che mescolando vari generi tra loro, porta alla luce un’esperienza fresca e che sprizza carisma da ogni pixel. Certo, un occhio critico non farà fatica a individuare qualche ingenuità in questo Indivisible, in particolare a causa di alleati non sempre ben bilanciati e per un sistema di backtracking alla lunga stancante, ma giunti ai titoli di coda non abbiamo potuto far altro che dirci pienamente soddisfatti, in parte anche grazie a un comparto audiovisivo che merita tutti i plausi possibili e immaginabili.

Luca Di Carlo
Cresciuto a suon di videogiochi, cartoni animati e fumetti, ho potuto godere di un infanzia interamente basata sulla creazione del nerd per antonomasia, sempre intento ad affrontare sane partite videoludiche e alla costante ricerca di tutto il comprabile da poter mettere in bella vista su qualche mensola. Essendo poi anche un grande casanova, ho scoperto il mio primo vero amore dopo aver attaccato la spina della mia Playstation 1, ma non preoccupatevi Microsoft e Nintendo, nel mio cuore vi è spazio anche per voi.

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