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Intervista a Tomek Baginski, Andrew Laws e Tim Aslam per la serie Netflix di The Witcher

Mancano un paio di mesi prima di poter partire all’avventura spalla a spalla con Geralt, ma per ora abbiamo abbastanza novità per tenerci occupati: durante questo Lucca Comics & Games, Netflix ci ha dato la possibilità di intervistare il produttore esecutivo Tomek Baginski, il production designer Andrew Laws e il costume designer Tim Aslam della nuova serie The Witcher. Avete già sellato Rutilia? Allora via!

Domanda: Com’è stato lavorare ad una serie del genere, con un fandom così tanto affezionato?

Tomek Baginski: “Fantastico. Un esperienza incredibile che ci ha fatto sì sentire la responsabilità di quello che stavamo facendo ma che ci ha anche dato la spinta necessaria per fare del nostro meglio. Il momento più bello è stato sicuramente quando abbiamo presentato il nostro lavoro a Andrzej Sapkowski (nda: l’autore della saga), che si è mostrato all’inizio dubbioso, ma poi sempre più entusiasta. Ci ha definiti “veri professionisti” e ciò non può che renderci orgogliosi.”

D: Conoscendo le sue dichiarazioni passate sulla saga videoludica, dite che preferirà la vostra serie ai giochi CD Projekt Red?

TB :”Questo lo dovete chiedere a lui! (ride) posso dirvi che tutti noi dello show abbiamo giocato la serie e siamo stati parecchio influenzati da quei tre capolavori”

D: Rendere su schermo scenografie e creature fantastiche non deve essere facile. Come avete giostrato CGI, animatronics o altro?

Andrew Laws: “Questo show si basa su una parola: realismo fantastico. Abbiamo voluto effetti speciali il più possibile credibili, lo spettatore si deve sentire continuamente spalla a spalla con Geralt più che spettatore di un bel quadro. Fotografia, effetti speciali e scenografie sono state tutte studiate per far immedesimare le persone nella serie prima ancora di fargli spalancare gli occhi. Quando guardi The Witcher sei lì, accanto ai tuoi eroi, senti i colpi, avverti il pericolo. Dall’illuminazione dei personaggi ai modelli digitali delle creature, è stato tutto studiato per questo obiettivo.”

D: Per quanto riguarda gli outfit dei personaggi invece?

Tim Aslam: “Anche qui, realismo, coerenza. Più che aggiungere fino ad avere armature da far rimanere a bocca aperta, abbiamo voluto puntare sulla credibilità. È stato tutto un lavoro di sottrazione, fino ad arrivare alla perfezione, per due motivi principali: non volevamo che il vestiario “rubasse” la scena ai personaggi; inoltre con quei vestiti i protagonisti dovranno correre, combattere, scoccare frecce. Ogni cosa metti addosso a qualcuno non dovrà essere d’impiccio nelle scene d’azione, tanto più che Geralt stesso non porterebbe mai portarsi appresso un mantello che lo possa bloccare nei movimenti. Nei videogiochi non hai questo tipo di problemi, ma in una serie TV sì.”

AL: “La pre-produzione è sempre un periodo creativo fantastico quanto impegnativo. Sei su google a prendere note, appunti, giri il mondo per schiarirti le idee, chiedi ai tuoi colleghi” ehi, non sarebbe fantastico fare questo così e questo così?”, ma poi ci sono mille fattori da tenere a mente: budget, tempistiche, fattibilità concreta nel girare una determinata scena in un determinato posto. Poi magari per una serie di sfortune non riesci a realizzare un’idea come volevi, quando qualcuno ti fa notare all’improvviso un punto di vista diverso e il risultato finale è ancora meglio di quello che avevi immaginato tu. Per The Witcher la qualità che esigevamo era alta e siamo riusciti a mantenerla tale. Non ci possiamo assolutamente lamentare, tanto più che Netflix ci ha supportati in ogni modo.”

TA: “La carta vincente è stata il gioco di squadra. Ognuno di noi si è interessato al lavoro dei colleghi, riuscendo così a permeare di coerenza tutta l’opera. Lo scrittore sapeva come lo stilista aveva pensato i vestiti, e agiva di conseguenza, e viceversa, e avremmo mille altri esempi del genere. Ogni dettaglio è stato studiato nei minimi particolari, così da farci arrivare alla produzione vera e propria con le idee chiare su quello che volevamo fare”

D: Per concludere, pensate già ad una seconda stagione?

AL: “Questo ce lo dovete dire voi a dicembre! (ridono)”

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