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It Takes Two è il proverbiale gioco giusto al momento giusto

Ho già scalfito la superfice di questo delicato argomento nella nostra recensione di It Takes Two, ma il topic è tanto importante da meritare secondo me un approfondimento a lui dedicato. Come purtroppo abbiamo avuto tutti modo di constatare, il periodo che stiamo vivendo è tutt’altro che roseo: non mi riferisco solamente alla terribile situazione creatasi nell’ultimo anno a causa della pandemia da Covid-19 e tutto ciò che ne è seguito, ma anche a quella che ha visto nel decennio trascorso un drastico aumento dei divorzi o delle separazioni in casa, argomento comune e spesso trattato con leggerezza, che purtroppo in buona parte dei casi vede i figli come vittime silenziose delle coppie “scoppiate”.

Viene naturale dire che la totalità del 2020 e l’inizio del 2021 siano stati periodi all’insegna del distacco (obbligato, ma non solo), e viene altrettanto naturale riconoscere il conseguente bisogno delle persone di un contatto di qualsiasi tipo, fisico, mentale, o affettivo. Abbracciarsi con gli amici, godersi una chiacchierata spensierata in un pub, passare quelle due giornate a settimana con un partner che vive in un’altra regione, sono tutte azioni a noi così comuni e che ora sembrano lontane anni luce. E gli stessi bambini? Divisi tra poche attività all’aperto e una didattica a distanza che limita le proprie interazioni con gli amici. I videogiochi sono stati un’ancora di salvezza per tutte le età, e anche per tutte quelle persone che prima non vi si erano avvicinate troppo.

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Vivendo nell’era dell’Internet siamo stati “fortunati” nella sfortuna, e mantenerci comunque in contatto con le persone care è stato in un certo senso più facile. Ma quante sono state le esperienze a distanza che davvero ci hanno fatto sentire vicini a qualcuno? Quelle esperienze che ricorderemo in modo indelebile quasi come se la persona con cui le abbiamo condivise fosse seduta proprio accanto a noi? Sicuramente meno di quelle che avremmo voluto.

It Takes Two è arrivato nelle nostre case come Gandalf all’alba del quinto giorno, a risollevare una situazione spiacevole. Stiamo parlando di un gioco da un potenziale incredibile, capace di unire nonostante ci troviamo distanti dall’altra persona, un anello di congiunzione insperato. Il tema trattato è proprio quello dei legami, dove quello di un rapporto di coppia ormai prossimo al collasso è legato a doppio filo con quello dell’amore per una figlia, con il rischio che tale divorzio trascini nel baratro l’affetto di una famiglia di cui la piccola ha decisamente bisogno. Questo titolo vuole aiutarci a imparare, a risolvere tutti quei problemi apparentemente insormontabili che devono semplicemente essere affrontati da un’altra prospettiva, a ritrovare quel qualcosa in più che sembrava scontato e che abbiamo perso chissà dove.

L’anello che unisce

Nelle più di dodici ore che passerete con la vostra dolce metà (o chiunque altro), vi troverete a fare praticamente qualsiasi cosa sia passata per la testa agli sviluppatori di videogiochi negli ultimi anni, con cambi di genere ogni volta contestualizzati e con le meccaniche semplificate per ogni tipo di utenza: una leggerezza disarmante con un livello di sfida alla portata di tutti e non proibitivo. E se voleste giocare tra di voi, solo per il gusto di sfidarvi, ci sono ben venticinque minigiochi sparsi per tutta l’avventura, che potrete rigiocare quando volete singolarmente. Tutto decisamente divertente, con una carica comica, un ritmo e un’alternanza perfetti, un’esplosione di fantasia dove mai vi troverete a fare due volte la stessa cosa.

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Nonostante ciò, It Takes Two potrebbe non sembrare nulla di trascendentale. Allora che cos’è che lo rende “essenziale”? Il contesto. Anche se presentava delle meccaniche più standard e una storia più realistica, anche A Way Out dello stesso sviluppatore godeva di molti di questi fattori, ma It Takes Two ha un punto di forza che lo eleva in modo determinante: offre esattamente ciò di cui abbiamo bisogno OGGI, unione, legame, vicinanza, e il tutto collaborando con una persona cara e condividendo un’avventura in grado di risvegliare le più genuine delle emozioni. It Takes Two potrebbe essere il simbolo della rinascita, della resistenza, del mai troppo abusato “ce la faremo”. Un’esperienza che unisce in un periodo di divisione. Il gioco giusto al momento giusto.

Mentre scrivo questo articolo, le votazioni per il gioco da parte della stampa specializzata salgono alle stelle (anche il mio voto non è stato da meno), tra gli applausi convinti dell’utenza che lo ha acquistato. La mia speranza è che questo suo valore venga preso in considerazione in futuro, che funga da esempio per i videogiochi futuri e soprattutto per tutte quelle persone che demonizzano i videogiochi, etichettandoli solo come pretesti per perdere tempo, o peggio per istigare alla violenza. I videogiochi possono essere molto di più. Possono essere amore, affetto, complicità. Possono essere ciò di cui abbiamo più bisogno in questo momento.

Gianluigi Crescenzi
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.

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