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Kena: Bridge of Spirits – Recensione, quando lo stile Pixar incontra il videogioco

In questi giorni è stato rilasciato Kena: Bridge of Spirits, titolo disponibile su Ps4, Ps5 e PC che fin dal suo primo annuncio ha attirato l’attenzione di tantissimi giocatori. Lo stile della produzione che, almeno in piccolo, ricorda quanto visto nei film di animazione Pixar, ha reso subito appetibile il gioco, che dobbiamo dire è stato una grande sorpresa, e non solo per il lato estetico. Il titolo è il primo in assoluto della neonata Ember Lab, studio indipendente composto da 14 persone e fondato nel 2009 dai fratelli Mike e Josh Grier, entrambi con un bagaglio di esperienze da ex animatori. Inutile dire che il background di entrambi i director ha influenzato di molto la produzione, facendo spiccare anche un’ottima regia sui filmati. Abbiamo provato Kena: Bridge of Spirits, l’abbiamo finito, e in un periodo così ricco di uscite (DeathLoop, Death Stranding Director’s Cut e Life is Strange: True Color su tutti) siamo rimasti comunque colpiti ed entusiasti. Certo, sono presenti alcuni elementi ludici che andrebbero migliorati, ma tutto sommato il videogame il suo ruolo lo svolge alla grande, dimostrandosi capace di divertire e intrattenere dall’introduzione fino ai titoli di coda.

Salvare gli spiriti della foresta

In Kena: Bridge of Spirits viene subito messo in evidenza il compito della protagonista Kena: la ragazza sta indagando per comprendere l’inizio della Corruzione. Quest’ultima è una piaga che sta distruggendo la foresta dall’interno, decomponendo e trasformando in cenere tutta la natura circostante e corrompendo gli spiriti che abitano questi boschi. La fanciulla, essendo una guida spirituale, può infatti ridar vita alla foresta donando energia alle piante oramai morte. Lo scopo finale è quello di liberare il villaggio fantasma situato ai piedi della Montagna Sacra, fermare la Corruzione e ripristinare l’equilibrio. In tutto il plot narrativo s’intrecciano poi anche le storie degli abitanti del borgo, che dovranno essere aiutate da Kena. Oltre che da queste povere anime sarete accompagnati dai Rot, spiriti della foresta che aiuteranno Kena nella sua avventura. Tuttavia, al di là della storia principale, Kena: Bridge of Spirits riflette sul ruolo dell’uomo nel mondo e del suo rapporto con la natura stessa.

Kena: Bridge of Spirits

Il titolo di Ember Lab non si limita dunque a raccontare una semplice avventura, ma prova a narrare qualcosa di più profondo e potenzialmente capace di far riflettere il giocatore, si tratta di vere e proprie micro storie che insieme compongono qualcosa di più grande. A catturare l’utente ci pensano anche gli splendidi filmati accompagnati sempre dalla musica giusta, mezzo sfruttato benissimo per veicolare le emozioni del giocatore. Kena: Bridge of Spirits è un gioco tanto delicato quanto pungente. Gli sviluppatori sono stati capaci di cogliere perfettamente tutte le sfaccettature del lato umano, mostrandole nella loro personale visione e rendendole particolarmente d’effetto. Il titolo è per certi versi l’esaltazione dell’estetica, che strizza inevitabilmente l’occhio ai migliori film d’animazione. Purtroppo, però, la durata contenuta dell’esperienza ha reso impossibile l’approfondimento di alcuni aspetti, specialmente il passato della protagonista.

Kena: Bridge of Spirits non è solo bello da vedere

Kena: Bridge of Spirits è anche bello da giocare; certo, non brilla per inventiva od originalità, ma sfrutta alla perfezione ogni meccanica e non fa sentire mai il peso della ridondanza. Tutto ruota intorno alle abilità della protagonista che, sebbene siano limitate, hanno tutte una funziona specifica che il team è riuscito a valorizzare sempre di più nel corso dell’avventura. Infatti, le abilità non saranno sfruttate solo in combattimento, bensì anche durante i variegati enigmi ambientali con cui avremo a che fare. Nessuno di questi sarà particolarmente complesso, ma nella nostra esperienza ne abbiamo trovati un paio davvero molto infami, nel senso buono del termine. Il team, inoltre, per valorizzare ancora di più il combat-system, è stato molto attento al posizionamento dei nemici sulla mappa, così da creare battaglie che poter affrontare con diversi approcci, un ottimo modo per evitare il rischio monotonia.

Kena: Bridge of Spirits

Il fulcro del gameplay non è il sistema di combattimento o le skill in sé per sé, quanto piuttosto il modo in cui Kena: Bridge of Spirits mischia alla perfezione puzzle e combattimenti, anche negli scontri stessi. Raramente ci siamo trovati innanzi a un titolo con la capacità di tenere il giocatore incollato allo schermo in questo modo. Infatti, nonostante una longevità contenuta che si aggira intorno alle 15 ore, il videogame riesce a intrattenere senza stancare troppo e anzi, una volta concluso non è da escludere che punterete a eliminare tutta la corruzione ancora presente nella foresta. La difficoltà del gioco restituisce anche un forte senso di soddisfazione: non stiamo parlando di un prodotto proibitivo, ci sono nemici e boss molto ricercati dal punto di vista della struttura e il videogame vi metterà comunque a disposizione tutte le “armi” per farcela, starà a voi accendere il cervello per avere la meglio.

Conclusioni 

Dal punto di vista tecnico il gioco soffre di un leggero input lag e il lock è totalmente da rivedere, il che crea qualche problema durante gli scontri ma nulla di davvero limitante. Siamo convinti che per il primo problema basterà una patch correttiva, mentre il secondo è un discorso diverso, ma tutto sommato ci si fa l’abitudine più alla svelta di quanto pensiate. Le musiche sono ben riconoscibili e lasciano il segno, ma tutto il comparto sonoro nel suo insieme è ben realizzato e di alto livello. Magari si sarebbe potuto fare di più sul doppiaggio, forse un po’ troppo semplicistico rispetto a quanto dicono realmente i personaggi. In conclusione, possiamo affermare con certezza che Kena: Bridge of Spirits è un insieme di storie, tanti racconti che dovrebbero farci riflettere su quale direzione stiamo prendendo in quanto esseri umani. Il gioco è una favola, un racconto che va vissuto tutto d’un fiato e che bisogna in primis assimilare per capirlo realmente.

Kena: Bridge of Spirits

8.5

Kena: Bridge of Spirits ci ha convinti alla grande, è un gioco che unisce il suo stile leggero a una trama matura e pesante. Il gameplay è tanto semplice quanto efficace e il tutto fila liscio con estrema coerenza. Se il buongiorno si vedere dal mattino, questo primo gioco di Ember Lab non passerà di certo inosservato, un ottimo prodotto che potrebbe gettare le fondamenta per un futuro secondo capitolo davvero imperdibile.

Patrizio Coccia
Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.

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