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Kingshunt – Anteprima, abbiamo provato la Closed Alpha

Partendo dal basso e puntando verso l’alto, una nuova azienda è entrata a far parte del mondo videoludico, proponendo un primo progetto pensato per approdare su PC, PlayStation 4 e Xbox One. Parliamo di Vaki Games, software house che ha deciso di cimentarsi con un progetto piuttosto ambizioso, il quale dovrà purtroppo competere con il serratissimo mondo dei giochi multiplayer. Parliamo di Kingshunt, titolo che si affaccia in parte al mondo dei MOBA, prendendo spunto in diversi campo da opere già riuscite come Smite, e a progetti che avrebbero potuto darci molto di più, fra i quali citiamo l’ormai defunto Paragon.Kingshunt

Si tratta solamente di sensazioni che appaiono palesi mouse e tastiera alla mano, visto che negli scorsi giorni abbiamo avuto modo di interfacciarsi con la versione PC. In realtà il titolo punta a essere decisamente più profondo, tutt’altro che un clone, dato che include al suo interno moltissime nuove meccaniche e sprizza potenzialità da tutti i pori. Purtroppo, lo sviluppo è ancora in fase quasi embrionale, e nonostante l’opera risulti giocabile – a detta stessa degli sviluppatori – è solamente una prima immagine di quello che il prodotto sarà in futuro. Tuttavia, gli stessi ci hanno tenuto a mettere l’opera in mano ai giocatori fin da subito, per far tastare attraverso la Closed Alpha le sue peculiarità e il suo percorso di sviluppo; scopriamo quindi insieme tutti i dettagli su questa versione di Kingshunt!

Fra MOBA e Soulslike

Portandoci in delle arene sanguinolente, il titolo punta a far scontrare un totale di 10 giocatori in ogni partita, divisi in squadre uguali. Mentre una ha il compito di attaccare, l’altra deve invece difendere con tutta la sua resistenza, respingendo i nemici al fine di non perdere l’incontro. Le arene di gioco non sono popolate dai soli giocatori, ma anche dagli ormai noti minion, i quali attaccano in maniera automatica le varie corsie, ma fungono quasi solamente come “carne da macello” fra gli scontri reali, seppur piuttosto resistenti e a volte in grado di dar filo da torcere.

Attraverso un sistema di gioco che strizza indubbiamente l’occhio alla serie di Dark Souls, gli utenti devono quindi respingere le suddette ondate di minion, nonché scontrarsi con i propri pari, la vera minaccia dei round di Kingshunt. A comporre quest’ultimo troviamo un gameplay hack and slash davvero accattivante, delle abilità semplici ma efficaci dedicate a ogni personaggio, e l’amata quando odiata barra della stamina, che regola in particolar modo le schivate. A variare la formula dai semplici MOBA – a cui ormai siamo più che abituati – è proprio il sistema ludico, il quale risulta la parte più divertente dell’esperienza. Gli scontri e le battaglie sono infatti più che mai vari grazie ai combattimenti proposti, i quali sono stati adattati al contesto dalla software house.

KingshuntI difensori hanno anche la possibilità di piazzare delle costruzioni, atte a tenere lontani gli avversari, il che crea una parte gestionale per il momento piuttosto poco profonda, che si ripropone anche per gli attaccanti grazie alla presenza di ulteriori oggetti unici. Questa meccanica potrebbe essere implementata con più successo dallo sviluppatore, proprio come ulteriori abilità e possibilità per i personaggi. Graficamente e sul campo visivo, in fondo proprio come quanto avviene per il gameplay, l’opera risulta però ancora estremamente acerba, seppur piena di potenziale.

La lunga strada di Kingshunt

La grafica dai temi scuri è sicuramente affascinante, proprio come la colonna sonora, purtroppo però i glitch e i bug che incorrono nelle partite sono a dir poco frequenti, è chiaro che il titolo non si trovi neanche in uno stato che potremmo definire del tutto “giocabile“. Viene quindi da sé che lo sviluppatore dovrà impegnarsi nel corso dei prossimi mesi per migliorare tutti i problemi che affliggono l’esperienza, arricchendola di contenuti e migliorando volta dopo volta la sua formula piuttosto innovativa.

A scontrarsi con Kingshunt troviamo una competizione a dir poco agguerrita, ed è quindi chiaro che lo sviluppatore abbia bisogno di rendere il titolo non solo giocabile, ma accattivante e ottimizzato (su PC e console) per tutti i giocatori. Elevare al massimo tutte le sue potenzialità potrebbe non essere facile, ma siamo sicuri del fatto che questo diamante grezzo possa essere modellato alla perfezione, restiamo quindi in attesa di ulteriori novità sul debutto del prodotto!

Andrea Pellicane
Nasce nel 2000 già possessore di una Playstation 1 e già appassionato di videogiochi. In tenera età scopre il mondo dell’informatica ed inizia la sua inutile corsa verso la bramatissima Master Race. Nonostante la potenza di calcolo sia la sua linfa vitale è alla perenne ricerca della varietà e di titoli indie che piacciono solo a lui, incurante del fatto che potrebbero funzionare agevolmente anche su un tostapane. Viene spesso avvistato mentre effettua incomprensibili ragionamenti (soprattutto per lui) legati all'economia. Eccelle particolarmente nel trovare i momenti meno opportuni per iniziare e divorare intere serie TV.

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