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Laboratorio di Videogiochi – Recensione, colorata ma limitata ambizione

Laboratorio di Videogiochi è un’opera a dir poco unica che, seguendo le orme di LittleBigPlanet, Dreams e Super Mario Maker, vuole offrire ai giocatori la possibilità di sviluppare la loro produzione videoludica, motivo per cui eravamo davvero curiosi di analizzarlo in fase di recensione. Facente parte di quella serie di titoli su cui Nintendo non punta al massimo, annunciato a sorpresa con un tweet e video su YouTube a poche settimane dal rilascio, Laboratorio di Videogiochi è la rappresentazione della volontà di Nintendo di dare agli utenti la possibilità di esprimere la propria libertà creativa.

Sebbene molti potrebbero pensare che questa ideologia sia nata solo di recente, esplicata con titoli come Super Mario Maker o i set di Nintendo Labo, la cui modalità Garage ha ampiamente ispirato la realizzazione di Laboratorio di Videogiochi, in realtà la Grande N ci stava provando già da molto tempo. Ricordiamo infatti Mario Paint o anche la nascita dei Mii: Nintendo ha sempre tentato di offrire quanta libertà creativa possibile ai giocatori, senza ottenere grandi risultati per via delle limitazioni hardware.

Stavolta la casa di Kyoto ha finalmente trovato il modo perfetto per dare ai giocatori la possibilità di esprimere la propria fantasia. Se anche solo pensare di poter sfruttare pienamente le peculiarità tecniche e strutturali di Nintendo Switch può sembrare un’idea incredibile, come di fatti lo era con Labo, trovarsi di fronte a una schermata vuota, con decine di strumenti a disposizione e centinaia di opzioni diverse per creare il proprio videogioco, è una sensazione stranamente piacevole.

È come se il gioco ci stesse chiedendo «quali sono le tue ambizioni, oggi?». Avere tra le mani una così variegata libertà creativa potrebbe addirittura lasciarci con l’imbarazzo della scelta su cosa sviluppare: sarà un gioco di corse, uno sparatutto in prima persona, un puzzle game? Ed è proprio qui che torna alla luce il videogiocatore creativo, quasi infantile e innocente, che si nasconde da anni dentro di noi, nascosto dalla seriosità e linearità strutturale delle produzioni moderne. 

Laboratorio di Videogiochi

Tutti a lezione di programmazione!

Pad alla mano – o “schermo sotto le dita” – Laboratorio di Videogiochi offre due principali modalità: Lezioni guidate e Programmazione libera, entrambe abbastanza esplicative. Prima di poter cominciare a trovare modi per creare DOOM (spoiler: è stato già fatto) dobbiamo conoscere gli strumenti, i comandi, la logica dietro cui il titolo ci permetterà di sviluppare il nostro gioco. La sezione dedicata alle lezioni serve esattamente a questo, offrendoci la possibilità di sviluppare con una guida virtuale sette giochi differenti, di altrettanto diversi generi.

Si va dal racing game allo shoot ‘em up, fino ad arrivare a platform in 2D e 3D. Ciò che ci ha fatto apprezzare maggiormente questa varietà è che ogni lezione porta alla luce differenti meccaniche e dinamiche uniche per ogni titolo, insegnandoci non solo le migliori tecniche per realizzare determinati elementi, ma anche che ogni videogioco ha le sue peculiarità. Se teniamo a mente che l’opera è chiaramente pensata per un pubblico più giovane, comprendiamo come la capacità di insegnare le differenze tra tipologie di titoli sia importante anche ai fini di un maggiore arricchimento culturale del fruitore.

Tuttavia, non abbiamo apprezzato molto il modo in cui la guida virtuale ci ha istruiti attraverso le varie micro-lezioni. Fin troppo spesso capita che Bob (così è chiamato il personaggio) spieghi le cose o tirando troppo per le lunghe, con dialoghi spesso evitabili o ancor peggio ripetitivi, o semplificando esageratamente procedimenti che sono invece molto complessi. Un utente adolescente o maturo può comprendere indirettamente le dinamiche più tecniche, ma un giocatore più piccolo potrebbe non capire cosa sta facendo e rischiare di annoiarsi presto.

Presenti anche delle brevi sfide che andranno affrontate dopo il completamento di una lezione, necessarie per sbloccare la successiva. Sebbene inizialmente potrebbero risultare banali come poche altre, con l’avanzare della complessità aumenta anche la difficoltà delle stesse. Si mostrano così come una sorta di test, per mettere alla prova il giocatore e capire se ha imparato quanto fatto nella lezione precedente.

Laboratorio di Videogiochi: da Minecraft a DOOM Eternal

Per quanto le lezioni presentino una qualità eccellente, il cuore di Laboratorio di Videogiochi è da tutt’altra parte. Il nome da cui il gioco stesso trae il titolo, viene concretizzato nella sezione dedicata alla creazione, nuda e cruda. La Programmazione libera mette nelle mani degli utenti un progetto vuoto e tutti gli strumenti disponibili. Per quanto riguarda i Nodon e i modi in cui essi possono essere collegati, non possiamo che omaggiare una buona varietà ma soprattutto una grande semplicità, forse anche troppo.

Il loro funzionamento è abbastanza comprensibile – soprattutto dopo molte ore di gioco – e così anche l’interfaccia, seppur si senta la mancanza di un tutorial che mostri anche le scorciatoie dei comandi. Sempre in questa modalità abbiamo la possibilità di salvare e caricare i giochi sviluppati da noi o da altri utenti: qui troveremo le opzioni per effettuare l’upload o il download delle creazioni dei giocatori. Così come nel già citato Super Mario Maker, quindi, potremo scaricare da internet i giochi realizzati da altri utenti online.

Tuttavia, la triste differenza, elemento che penalizza enormemente l’esperienza complessiva di Laboratorio di Videogiochi, è l’assenza di un menu per navigare tra queste creazioni. Per qualche strano motivo, Nintendo ha deciso di limitare la ricerca di giochi online all’utilizzo di alcuni codici, cosa che comporta la scoperta di nuove creazioni in altri modi, magari tra forum, video su YouTube o gruppi su social network.

Laboratorio di Videogiochi

Questa mancanza limita in modo sostanziale la scoperta di nuove produzioni, soprattutto se considerato che questo aspetto è tra i fondamentali di Super Mario Maker 2. Peraltro, giocare titoli di altri utenti ci permette di scoprire nuove cose che possiamo fare con Laboratorio di Videogiochi, aiutandoci quindi ad avere idee sempre fresche e diversificate. Alcuni giocatori hanno dimostrato di poter creare giochi assai divertenti come F-Zero (G 002 54C N4P), Minecraft (G-002-91L-03F) o addirittura DOOM Eternal (G 002 CYJ CW1).

Dover scoprire queste creazioni su YouTube è davvero poco piacevole, e non possiamo farci problemi a penalizzare questo software sulla base di questa assenza. Si tratta di un elemento che avrebbe davvero potuto valorizzare ulteriormente Laboratorio di Videogiochi, ed è difficile comprendere le motivazioni per cui la casa di Kyoto ha preso questa decisione, motivo per cui speriamo che possa aggiungerla con un aggiornamento in futuro.

Laboratorio di Videogiochi

7.8

Non possiamo negare che Laboratorio di Videogiochi sia una produzione come poche altre. Concretizza la volontà di Nintendo di offrire agli utenti la possibilità di creare i propri titoli e ci riesce quasi alla perfezione. Vuole parlare a un pubblico più giovane, introducendogli le dinamiche della programmazione, e ci riesce sorprendentemente bene. Il risultato ottenuto non è una produzione di alto livello ma senza dubbio un titolo con cui fa piacere passare delle ore, anche solo per provare a concretizzare qualche idea. Basta che non sia troppo ambiziosa, però!;s

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