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League of Legends: arrestato un Challenger in un Internet Cafè

Un giocatore competitivo di League of Legends, ovvero un “Challenger” nel gergo, è stato arrestato in un Internet Cafè. Il contesto, va detto, non ha nulla a che vedere con l’appartenenza allo 0,011% dei giocatori, sebbene il web non abbia tardato ad ironizzare sulla faccenda. Il sito cinese Biajiahao ha elencato i tre motivi dietro questo bizzarro avvenimento.

L’equivalente Esports di un atleta che entra in palestra genera attenzioni, e i gestori del locale nella città di Chongqing hanno annunciato il campione in questione. Caso vuole che tra i clienti ci fosse, in quel momento, anche Zhang Yihao: appassionato di LoL e poliziotto (uno bravo coi volti) in egual misura. Oh, e il Challenger era ricercato.

Quindi, quando l’Internet Cafè ha annunciato la presenza del Challenger arrestato, Yihao si è voltato per riconoscerlo: non capita sempre di vedere un giocatore di League of Legends di questo livello. Però quello del giocatore era un volto noto, e una foto ha confermato che si trattasse di un sospettato. Da lì alla retata il passo è stato breve.

Yihao ha raccontato l’accaduto: «Mi sono recato al locale per giocare, e poi a mezzogiorno ho sentito l’annuncio mentre andavo in bagno. Il re (appellativo per il giocatore, ndt) si era appena collegato, ma poi mi sono reso conto che quella coda di cavallo l’avevo già visto.» A quanto ci è parso di capire, in Cina i campioni dell’online sono una sorta di VIP.

Lo scopo, oltre a ringalluzzire l’ego dei giocatori migliori, è anche quello di incoraggiare gli altri a migliorare (e pagare l’accesso alla rete). In un clima in cui il talento negli Esports sta divenendo un merito sportivo a tutti gli effetti anche in occidente, d’altronde, non possiamo che concordare e annuire. Non che la notorietà sia sempre una cosa buona, beninteso.

Non sappiamo per cosa sia stato esattamente arrestato il giocatore in questione: potrebbe benissimo avere a che fare con la delicata questione di Hong Kong. Tuttavia, il rapporto di Baijiahao si è concluso con una punta di sagace ironia che non potevamo omettere dalla nostra traduzione: «Non puoi mai sapere perché il tuo compagno di squadra si scollega di colpo.»

Alessandro Bozzi
Classe 1989, viene introdotto ai videogiochi dal padre durante l'età prescolare con DuckTales: The Quest for Gold su DOS (dopo essersi innamorato dell'omonima serie animata) in veste di spettatore. Inizia a giocare con Boulder Dash con un polveroso Commodore 64. Al decimo compleanno esordisce nel gaming moderno con Crash Bandicoot 3: Warped, per poi perdersi nel mondo Nintendo con Pokémon Versione Oro. La ricerca di uno sbocco professionale per la sua passione videoludica lo ha portato su GameLegends.

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