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Leisure Suit Larry: Wet Dreams Don’t Dry – Recensione della versione console

Mentre il mercato videoludico assieme ai giocatori riscopre in questi anni il gusto per le avventure grafiche, sperimentando soluzioni visive artistiche e raffinati sistemi di narrazione, il developer CrazyBunch punta a rinnovare una vecchia gloria nata alla fine degli anni ’80. Stiamo parlando della piccante serie Leisure Suit Larry che si affida ad uno stile puramente classico e tradizionalmente irriverente per presentare il nuovo capitolo, Wet Dreams Don’t Dry, affidandone la distribuzione ad Assemble Entertainment.

Parodie V.M. 18

Ancora una volta il buon Larry Laffer, sedicente playboy, si ritrova protagonista di un’avventura punta e clicca che ha il gusto rétro e malizioso delle commedie sexy. Per questo non appena accediamo alla schermata iniziale del gioco, ci verranno poste una serie di domande, per provare al sistema che il giocatore è maggiorenne: i quesiti riguardano infatti varie icone degli anni ’80, molti dei quali richiedono una conoscenza mediamente approfondita di quel periodo. Una volta provata la nostra maturità anagrafica siamo pronti a scivolare nella provocante trama di Leisure Suit Larry: Wet Dreams Don’t Dry.

Questa volta Larry si risveglia da un sonno criogenico, ritrovandosi ai giorni nostri in un mondo ben diverso da quello che aveva caratterizzato le sue prime avventure. Il nostro non si perderà d’animo e inizierà fin da subito a fare ciò che gli riesce meglio: tampinare le donne (e gli uomini) sperando in un appuntamento che nel migliore dei casi non avverrà mai. Larry è infatti un personaggio goffo ma allo stesso tempo poco consapevole della propria condizione, fattore che anche in questo nuovo capitolo farà da traino ad una serie di battute esplicitamente a sfondo sessuale e a svariate situazioni comiche a surreali.

Gli sviluppatori dello studio CrazyBunch ironizzano in LSL: Wet Dreams Don’t Dry sulla società moderna parodiando senza troppi peli sulla lingua marchi e prodotti di cui facciamo uso o sentiamo parlare tutti i giorni. Per ottenere un appuntamento Larry dovrà affidarsi alle app del suo nuovo PiPhone, lo smartphone prodotto dalla Prune, l’azienda sita in un palazzo dalla forma fallica e capitanata da Bill Jobs che fa il verso alla ben nota Apple sostituendo il simbolo della mela con una vagina. Sarà proprio negli uffici della Prune che Larry incontrerà l’inarrivabile Faith, la quale gli prometterà un appuntamento in cambio dell’ottenimento del massimo punteggio sull’app di incontri Timber.

Timber rappresenta l’espediente per incontrare i vari personaggi che avranno bisogno del nostro aiuto, sotto forma di match per appuntamenti. I vari incontri saranno collegati tra loro dai vari indizi e oggetti che dovremo aver cura di raccogliere e assemblare in un incessante susseguirsi di puzzle, la cui soluzione si esaurisce molto spesso in trovate demenziali al limite del surreale (a volte forzando fino allo stremo la capacità di ragionamento astratto e parallelo del giocatore). Ma le funzioni del PiPhone non si limitano alle app d’incontri: aprendo il menu dello smartphone potremo accedere ai servizi di Unter, la versione in Leisure Suit Larry del noto Uber. Per rivedere le cut scenes o le immagini dei momenti più significativi della nostra avventura potremo aprire Instacrap. La satira alla base del titolo tocca ovviamente anche gli stereotipi sociali dei nostri tempi, dagli hipster in cerca di birre raffinate e costose ai nerd appassionati di elettronica ma dalla sessualità repressa. Non mancano avvenenti influencer e sexy cam girl, le quali finiranno naturalmente nel mirino degli ormoni di Larry Laffer.

Un titolo non proprio “pulito”

Il titolo fluttua costantemente tra irriverenti battute demenziali e atmosfere vagamente soft porn, tra onnipresenti elementi scenici dalla forma fallica e dialoghi che non sempre brillano di originalità e che si perdono in allusioni e battute a lungo andare ripetitive e scontate. Di contro il doppiaggio (completamente in lingua inglese ma sottotitolato in italiano) è ben realizzato specialmente nel caratterizzare la voce e le espressioni di Larry. Durante la prova su PlayStation 4, purtroppo il gioco di CrazyBunch si è rivelato poco adatto alla piattaforma, specialmente per quel che riguarda i controlli.

Nascendo come punta e clicca, Leisure Suite Larry: Wet Dreams Don’t Dry risente del mancato utilizzo di mouse e tastiera sulla console Sony. I controlli analogici e la disposizione dei comandi non sono l’ideale per risolvere i misteri nella città di New Lost Wages. A questo bisogna aggiungere la mancanza di una funzione di autosalvataggio: in un paio di occasioni tale manchevolezza ha rappresentato una vera spina nel fianco poiché abbiamo assistito a degli sporadici crash dell’applicazione che ne hanno comportato la chiusura forzata e la perdita dei progressi non salvati in precedenza.

A conti fatti Leisure Suit Larry: Wet Dreams Don’t Dry è riuscito a divertirci e a strapparci qualche sana e goliardica risatina. Sebbene alla produzione non abbia partecipato il creatore della serie Al Lowe, il titolo di CrazyBunch non tradisce lo spirito comico e irriverente che ha fatto la fortuna di Larry Laffer. Il nostro consiglio, se volete davvero immergervi nei sogni bagnati di Larry è quello di giocarlo su PC.

Leisure Suit Larry: Wet Dreams Don't Dry

7.5

Leisure Suit Larry: Wet Dreams Don't Dry rilancia le sexy e comiche avventure di Larry Laffer parodiando le abitudini e le manie del mondo moderno, rimanendo fedele allo spirito goliardico della serie. Tuttavia la versione console risente dell'utilizzo del controller, poco adatto al genere punta e clicca.

Giacomo Zanoni
Videogiocatore dall'età di cinque anni, passo le giornate a leggere fumetti e libri, a volte mi cimento nella scrittura. Adoro i giochi di ruolo e qualsiasi altra cosa in grado di narrarmi storie e farmi viaggiare stando comodamente seduto.

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