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Lilli e il Vagabondo – Recensione del nuovo film Disney

Lilli e il Vagabondo è una delle pellicole più “antiche” della Disney: il film animato è uscito nel lontano 1955 quando la maggior parte di noi non era nemmeno nei pensieri dei nostri genitori, probabilmente erano loro i bambini dell’epoca dato che, ad esempio, la madre di chi vi scrive è della classe 1962. Una storia che ha superato di gran lunga i cinquant’anni di età: si potrebbe pensare che abbia perso lo “smalto”, ed invece non è affatto così, segno che le belle storie perdurano nel tempo indistintamente.

La storia che ricordi, con qualche piccola differenza

Lilli e il Vagabondo in questo “live-action” non aggiunge nulla alla trama del film d’animazione, eccetto qualche piccolo cambio di connotazione dei personaggi, come ad esempio i due padroni di Lilli che sono una coppia americana “mista” (ovvero lei dalla pelle nera e lui dalla pelle bianca), cosa non molto verosimile all’epoca dei fatti.

Inoltre, uno degli amici di Lilli ha cambiato connotazione ed è passato da cagnolino maschio a femmina: banalità e inezie che non vanno ad influire minimamente sulla trama del film, che rimane salda ed incentrata sulla storia di Lilli e la sua esperienza di vita con il genere umano. Sono assenti i due gatti siamesi che ne combinavano di cotte e di crude facendo ricadere la colpa su Lilli nel vecchio film d’animazione, ma tutto sommato non ne avvertirete la mancanza.

Dalle strade alla casa

Lilli e il Vagabondo è una storia che tratta temi attuali come non mai: ci parla del diverso, di come percepiamo chi vive per strada – in questo caso Biagio, il nostro “vagabondo” – e di come vediamo chi invece è “ricco” e vive in casa come Lilli.

I due cagnolini parlanti ci mostrano due lati della stessa medaglia sebbene in questa pellicola il più sfaccettato dei personaggi pare essere proprio Biagio, che rispetto al film originale in questo remake è più articolato e complesso – quasi profondo potremmo dire – al punto che quando sentirete Justin Theroux prestargli la voce nel racconto della sua storia personale potreste lasciare spazio a qualche lacrimuccia. Teresa Thompson abbandona i panni della Valchiria degli Avengers o gli abiti neri dei Man in Black per mostrarci una Lilli coraggiosa, intraprendente e più sicura di sé rispetto alla sua omonima animata: una voce perfetta che trasmette emozioni anche attraverso un animale digitalizzato. Nei panni di Fido troviamo invece Sam Elliott, attore che da sempre ha saputo emozionarci e che non delude nemmeno nei panni di questo gigante buono.

Strade e Famiglie

Lilli e il Vagabondo è una roccia salda in un mare di novità: sebbene la pellicola abbia delle sfumature che potremmo definire moderne rispetto l’originale, non ha nulla da invidiare alla sua precedente incarnazione ed a differenza di altri remake Disney, come Dumbo o Aladdin che tutto sommato stravolgono la storia sul finale, qui restiamo al pari del passato un po’ come è successo ne Il Re Leone: rispetto per il passato con un piccolo sguardo verso il futuro. Il film è adattissimo ai bambini, inoltre potrebbe far sorgere diverse domande ai “diversamente giovani” che lo guarderanno su Disney+ in arrivo il prossimo ventiquattro marzo in Italia. Se ve lo foste perso, questo è certamente un valido motivo per recuperarlo!

Lilli e il Vagabondo

9

Un film leggero, che non spoglia il passato, anzi, lo abbellisce, rendendolo moderno e fruibile da grandi e piccini. Lilli e il vagabondo è la storia che tutti ricordiamo, con quel qualcosa in più, un film che sicuramente resta brillante e mai banale come si potrebbe pensare dato che la storia parte dal lontano 1955 e arriva con rinnovato vigore ai giorni nostri. Personaggi approfonditi e ben scritti, rendono la pellicola un vero must per tutti.

Tiziano Sbrozzi
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.

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