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Lost Words: Beyond the Page – Recensione, un viaggio tra parole e sogni

Lost Words: Beyond the Page è un titolo dai pesanti risvolti narrativi creato da Sketchbook Games e Fourth State, mentre la pubblicazione è in mano a Modus Games. La storia che vivremo in quest’avventura a scorrimento laterale è scritta da Rhianna Pratchett, giornalista e scrittrice di videogiochi, famosa per aver lavorato a titoli del calibro di Mirror’s Edge, Tomb Raider e il suo seguito: Rise of the Tomb Raider. La produzione è disponibile su PlayStation 4, Xbox One, Google Stadia e Nintendo Switch. Lost Words: Beyond the Page uscì però prima sulla cloud console firmata Google, dato che in quel periodo Stadia pubblicizzava quelli che erano i “First on Stadia”, cioè dei giochi che uscivano prima per quella piattaforma e poi su tutte le altre. Beh, è giunto il momento di affrontare l’avventura proposta da Rhianna Pratchett, che si divide tra sogno e realtà. Scopriamo insieme questa interessante storia!

Un mondo fantasy che riflette la realtà

Lost Words: Beyond the Page narra le vicende di una giovane ragazzina che desidera diventare una scrittrice. Spinta dalla nonna, decide di mettersi al lavoro e iniziare la stesura del suo primo libro. A questo punto, ci verranno poste di fronte alcune scelte, ma il genere della nostra avventura lo sceglierà la protagonista; ovviamente sarà un fantasy. L’eroina posta al centro della sua storia sarà una ragazzina che potrà utilizzare la magia. Dopo essere stati introdotti alla fonte del benestare del villaggio, una specie di pozzo, ci verrà spiegato che dovremo prendere il posto di un’Anziana. Purtroppo, però, proprio il giorno in cui la nostra ragazza doveva eseguire il “rito di passaggio”, il villaggio viene attaccato da un drago. L’essere magico ha distrutto con il suo soffio tutto ciò che la nostra protagonista amava, incluso il pozzo d’energia, il che ha liberato della lucciole che dovremo recuperare. Sì, perché la nostra protagonista deciderà di andare incontro al drago e distruggerlo. Molto classico, ma non così tanto come potreste pensare, dato che non stiamo parlando di una guerriera armata di tutto punto; infatti, l’unica nostra arma saranno le parole, ma di questo ne parleremo fra poco.

Ciò che spicca in Lost Words: Beyond the Page è il parallelismo tra la vita della ragazza, che vedremo e vivremo sotto forma di diario, e la storia di fantasia che andremo vivendo, perché nel bene e nel male una influenzerà l’altra. Parliamo di un’idea sicuramente apprezzabile e che ben si amalgama alle vicende della giovane, visto che l’umore di una ragazzina muta velocemente a seconda delle esperienze vissute. Inoltre permette al giocatore di rimanere immerso nella trama. Infatti, nonostante una struttura ludica piuttosto semplice, la storia creata da Pratchett e dalla sua protagonista riesce a tenere incollati allo schermo. Ma ora passiamo al nucleo del videogioco, il gameplay.

Semplice ma non banale

Lost Words: Beyond the Page è un semplice platformer a scorrimento orizzontale con elementi tridimensionali. Il guizzo di genio lo si può identificare nel fatto che spesso per oltrepassare gli ostacoli dovremo utilizzare della “parole magiche”, letteralmente! Sì, all’interno del gioco per avanzare dovremo utilizzare delle parole come “rompere”, “sollevare”, ma anche altre meno chiare come “speranza”; non abbiate paura, però, visto che il team ha lavorato alacremente per assicurarsi che le parole da dover utilizzare fossero sufficientemente intuitive. Ma non solo, alcune volte dovranno essere anche utilizzate in combo, magari per raggiungere un punto particolare e riottenere una delle lucciole andate perse, che saranno dei collezionabili.Lost Words: Beyond the Page

Per scoprire se un oggetto è interagibile tramite una delle magie, basta notare che brillerà di blu e ci saranno delle lettere a circondarlo. Inoltre, per via dello stile grafico optato, è molto semplice intuire quali siano i blocchi interagibili, soprattutto se si è giocatori da un po’ di anni. Ovviamente, una delle cose più belle di Lost Words: Beyond the Page è il suo risultare semplice per coloro che sono già veterani del genere, ed essere interessante per quelli che si vogliono avvicinare al mondo del gaming. Infatti, la produzione ben si adatta ad essere vissuta insieme all’intera famiglia. Insomma, il titolo di Sketchbook Games e Fourth State è piuttosto semplice, ma questo non deve essere necessariamente un malus. A volte, la semplicità permette l’immersione nella trama e non solo: in questo caso il gameplay e la narrativa sono legate dalle parole della scrittrice, reali e “virtuali”.

Graficamente bello, performance migliorabili

Passiamo a ciò che si identifica come uno dei più grandi difetti di Lost Words: Beyond the Page, le performance. Infatti il titolo soffre un po’ di stuttering, nonostante la grafica sia molto leggera, e la mancanza dell’opzione per la sincronia verticale (a volte chiamata V-Sync, ndr) rende inaccessibile una via d’uscita da questo problema. Ovviamente, questo potrebbe essere risolto con una semplice patch, che probabilmente arriverà proprio al Day One, il 6 aprile. Per quanto riguarda invece il comparto tecnico del titolo, abbiamo uno stile  cartoon ma in 3D, almeno per i personaggi principali, il che rende tutto ancora più magico; infatti sono queste le parti a “balbettare” di più. Al contrario, le fasi nel mondo reale presentano uno stile particolarmente ricercato. La protagonista diventerà un disegno 2D e la vedremo saltare letteralmente tra le parole, che saranno sempre in due dimensioni; in queste occasioni, infatti, solo alcune parole “strappate” saranno modellate in 3D. Insomma, se non ci fosse lo stuttering durante le fasi “fantasy”, Lost Words: Beyond the Page sarebbe davvero immersivo e magico. La musica e gli effetti sonori si adattano alle varie parti della storia e s’identificano come un importante elemento d’accompagnamento per il giocatore, e possiamo affermare che sono entrambi molto ben realizzati.

Lost Words: Beyond the Page

Ciò che ha saputo conquistarci di Lost Words: Beyond the Page si riassume nelle sue ambientazioni. Infatti, appaiono tutte ben curate e ben diversificate l’una dalle altre. Si passa dal tipico villaggio fiabesco al deserto, senza dimenticare l’interno di un vulcano. Tutto ciò che vediamo, però, non solo è giustificato a livello di trama, ma i designer hanno lavorato con dedizione per curare ogni minimo dettaglio visivo, soprattutto per quanto riguarda i fondali. Animazioni convincenti ed effetti di luce ben realizzati saranno all’ordine del giorno, e in tutto questo non ci si è fortunatamente dimenticati la parte ludica, visto che ci sono un sacco di “consigli non scritti” su come-fare-cosa. Insomma, una piccola festa per gli occhi e per l’immersività.

Vale quindi la pena acquistare Lost Words: Beyond the Page? La nostra risposta è sì, ma solo se non cercate una sfida complicata. Come già spiegato poco sopra, il titolo è piuttosto semplice ma ciò non significa che non nasconda delle intriganti complessità di fondo, che riguardano quasi esclusivamente la trama. Lost Words: Beyond the Page è un titolo che va giocato per vivere una storia incredibile accompagnata da un gameplay non particolarmente ostico ma che si lega alla cosa più importante che abbiamo in quanto esseri umani: la parola.

Lost Words: Beyond the Page

7.5

Lost Words: Beyond the Page è un'avventura a scorrimento orizzontale che punta tutto sulla trama e l'immersività. Il suo gameplay risulta semplice ma gradevole per tutti, che voi siate esperti videogiocatori oppure no. Le ambientazioni sono curate nel dettaglio e lo stile grafico cartoon permette una maggiore immersione nella storia, accompagnata da effetti sonori e musiche davvero ben realizzate. Peccato per alcuni problemi di stuttering e per una sfida tarata decisamente verso il basso. Ci troviamo insomma di fronte a una piccola perla e, se solo gli sviluppatori avessero osato di più, forse avremmo potuto parlarvi di un vero e proprio capolavoro.

Angela Pignatiello
Classe '97. Nata e cresciuta con la Metal Gear Solid saga, amo giocare a quasi tutto ciò che mi capita sotto mano. Analizzo tutto ciò che avviene all'interno del mercato videoludico e il suo core: i videogiochi.

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