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Mad Rat Dead – Recensione di un rhythm game dal cuore d’oro

Il rhythm Game è probabilmente uno dei generi più versatili che si trovano attualmente sul mercato, visto che ogni prodotto di questa categoria possiede un proprio stile di gioco. Le diverse gimmick utilizzabili, le innumerevoli opzioni d’accessibilità e i sistemi di controllo offrono una grande possibilità d’approcci per lo sviluppatore di turno. Mad Rat Dead s’identifica proprio come una di quelle produzioni che sfrutta svariate possibilità offerte in ambito di game design, inserendo nel mezzo anche un pizzico di platforming e un art style tipicamente nipponico. L’ultima opera dai ragazzi di Nippon Ichi Software, disponibile attualmente per Nintendo Switch e PlayStation 4, si presenta quindi come un’esperienza assolutamente interessante, almeno per gli obiettivi che si pone.

Un topo e mezzo

La storia di Mad Rat Dead è decisamente surreale e sopra le righe, non prendendosi troppo sul serio ma offrendo buone interazione e dialoghi. Interpretiamo i panni di un matto topo senza nome che, dopo essere apparentemente morto per il volere di un umano, si risveglia in una specie di paradiso fatto interamente di formaggio. Qui incontra il dio dei topi, un essere dalle sembianze femminili che decide di permettere al nostro protagonista di rivivere l’ultimo giorno della sua vita così da compiere il suo più grande desiderio. Il nostro antieroe non ha certamente buone intenzioni, visto che il suo obiettivo è quello di uccidere l’umano che, da sempre, fa esperimenti su di lui in quell’odioso laboratorio. Inizia così un viaggio di formazione dove sono presenti alcuni piccoli colpi di scena, buoni spunti della narrazione e un’amicizia che si crea in maniera inaspettatamente naturale. In particolare, è interessante proprio quest’ultima caratteristica della sceneggiatura, un rapporto che si crea tra il topo e un cuore senziente da un occhio solo, che risulta molto semplice ma funzionale nel suo scopo. La storia, per quanto non sia assolutamente niente di originale o superlativa, riesce a caratterizzarsi per dei buoni personaggi e una semplice ma ben scritta morale.

Mad Rat Dead

Il vero cuore pulsante rimane il gameplay che, come abbiamo già accennato, è un misto tra rhythm game e platform 2D. Ci ritroviamo a dover ascoltare e riprodurre il ritmo della colonna sonora attraverso ogni singolo movimento del protagonista. Per effettuare degli ottimi salti, attacchi o dei semplici spostamenti veloci bisogna, infatti, premere i tasti al momento giusto. L’obiettivo del gioco diventa quindi piuttosto semplice, ovvero raggiungere la fine di ogni stage nel miglior modo possibile per guadagnare la valutazione S+. Come ogni buon prodotto di questo genere, qualsivoglia performance effettuata dal giocatore si concretizza in una valutazione conclusiva basata sui i punti guadagnati, le combo e alcuni altri fattori. Purtroppo la difficoltà richiesta per raggiungere buoni risultati è particolarmente bassa, così che il giocatore riesca a ottenere ottimi punteggi senza impegnarsi seriamente. Ogni livello presenta poi un timer che, giunto allo zero, causa l’unico reale game over possibile per il nostro eroe. Purtroppo anche questa risulta una feature messa per far numero, visto che solo negli stage finali è richiesto quel minimo d’impegno e d’attenzione in più. Ovviamente, in caso si raggiunga questo fatidico e indesiderato game over, si è costretti a rigiocare il livello dall’inizio.

Un orologio nel cuore

Una delle caratteristiche principali di Mad Rat Dead rimane la possibilità di viaggiare indietro il tempo. Infatti, premendo due determinati pulsanti del controller, è possibile correggere i nostri sbagli in qualsiasi momento del livello. Questa caratteristica presenta certamente i suoi vantaggi ma perfino degli svantaggi, come l’interruzione del conteggio delle combo o il timer che non ritorna indietro a differenza delle nostre azioni. Il gioco prevede però che questa funzione venga sfruttata continuamente visto che è possibile prendere il massimo punteggio anche commettendo diversi errori. Da segnalare che questo viaggio nel tempo viene avviato in automatico nel caso in cui dovessimo compiere un errore fatale, evitando quindi di dover ritornare in qualche checkpoint. Il tutto aiuta di gran lunga il giocatore ma risulta fin troppo premiale, deludendo quelli che potrebbero cercare un certo grado di sfida in prodotti di questo genere.

Mad Rat Dead

I ragazzi di Nippon Ichi Software hanno comunque inserito una modalità difficile per compensare, ma anche questa non soddisfa pienamente le aspettative che si prefigge. A differenza della difficoltà normale, in cui è richiesto seguire dei pattern composti da un singolo tasto, qui viene aggiunta una variante in cui ogni tanto bisogna premere velocemente due volte il solito bottone. Certo, seguire il ritmo delle combinazioni risulta leggermente più complicato, ma per i videogiocatori più esperti anche questa feature potrebbe sembrare una barzelletta. Un altro difetto del gioco va riassumendosi in una storia principale piuttosto breve, completabile in un periodo compreso tra le tre e le quattro ore. Il numero di stage affrontabili non è altissimo, puntando principalmente al fattore rigiocabilità dell’opera. Quest’ultimo risulta certamente una carta vincente, oltretutto con la possibilità di poter provare ogni livello con qualsiasi traccia del prodotto. Purtroppo, oltre a riaffrontare le solite sezioni, non è presente realmente altro da fare, con la monotonia che finirà per farla presto da padrone.

A ritmo nelle fogne

Mad Rat Dead non poteva poi farsi mancare le battaglie con i boss, tutte tanto varie da risultare tra le parti meglio riuscite del prodotto. Infatti, se la struttura del level design dei livelli principali rischia di stancare presto, le boss-fight donano una buona varietà e offrono strategie sempre diverse per ogni scontro. Apprezzabile poi l’alto tasso di personalizzazione offerto dalle opzioni, in cui è possibile modificare le funzioni preimpostate dei comandi. Non possiamo poi dimenticarci di menzionare la colonna sonora, visto che stiamo parlando di un rhythm game. Ben cinque artisti hanno prestato il proprio talento nel comparto musicale dell’opera diretta da Kazuma Osaka, riuscendo così a presentare tracce non indimenticabili ma sicuramente orecchiabili. Infatti le composizioni riescono bene nel proprio compito di trasportare il giocatore tra i vari livelli, seppur senza mai realmente brillare.

Mad Rat Dead

Per quanto riguarda il Criware, l’engine è stato sfruttato a dovere per dare alla produzione lo splendido aspetto di un cartone animato. L’art design curato da Yu Mizokami risulta dinamico e vivace, colpendo molto ogni genere di pubblico. Inoltre, almeno nella versione PlayStation 4 da noi testata, non è presente alcun genere di rallentamento o bug di sorta, dettaglio che dimostra un ottimo lavoro in termini d’ottimizzazione. Infine, bisogna segnalare una localizzazione unicamente in lingua inglese, seppur i dialoghi risultino facilmente comprensibili.

Mad Rat Dead

7

Il prodotto di Nippon Ichi Software presenta certamente delle idee vincenti e un buon immaginario, ma lato gameplay non riesce a esprimere tutto il suo potenziale. Nel tentativo di essere accessibile per tutti, la produzione perde infatti ogni genere di varietà e complessità nel level design, seppur non manchino delle boss-fight davvero ben congegnate. Consigliato per chi vuole cimentarsi in un'esperienza divertente, ma certamente non indimenticabile.

Giona Corucci
Io vivo e corro con il vento, ma la mia passione per la cultura pop è rimasta ancorata sin da quando ho ricordo. Ne è passato di dai tempi delle demo nelle merendine, e sono diventato un appassionato di molti settori di questo mondo: dai videogiochi al cinema, fino all'animazione e perfino la letteratura. In questo periodo della mia vita, spero di portare contenuti di qualità all'interno di Game Legends.

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