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Mafia III – Recensione

La scelta di 2K Games di non fornire copie alla stampa prima del rilascio ufficiale di Mafia III ha fatto suonare numerosi campanelli di allarme, che hanno fatto temere il peggio ai migliaia di fan. Saranno queste paure fondate? Il futuro dell’iconica saga nata nel 2002 con un autentico capolavoro è ora nelle mani di Hangar 13, che ha dalla sua la possibilità di segnare un vero e proprio colpaccio. Dopo una campagna mediatica sontuosa il titolo ha fatto la sua comparsa il 7 di ottobre su PC, PlayStation 4 ed Xbox One. L’eredità di Lost Heaven ed Empire Bay viene dunque lasciata alla multietnica società del sud degli Stati Uniti, in una variegata New Bordeaux (controparte videoludica della reale New Orleans). Al contrario del passaggio dal primo titolo al secondo, dove l’unico collegamento è l’omicidio di un ormai anziano Thomas Angelo, in Mafia III ritroveremo e faremo affari anche con l’eroe del titolo precedente, Vito Scaletta. Altro importante cambiamento rispetto ai predecessori è uno stile di gioco più “open world”: anche se guidato da una trama lineare, dopo il corposo prologo potrete prendervi i vostri spazi e scorrazzare in tutta libertà ogni qualvolta necessitiate. Siete pronti a fare un tuffo negli anni sessanta?

Mafia IIISenza pixel sulla lingua

Prima di passare al giocato, è importantissimo soffermarsi sul significato e sui temi trattati in Mafia III. Come nessun titolo prima di esso, l’opera di Hangar 13 ci mette di fronte a quella che è stata la società razzista americana durante gli anni sessanta. Con un background simile è impossibile non cadere in fraintendimenti… e la cosa è talmente chiara che lo stesso studio di sviluppo ha esordito con una frase esplicativa, dichiarando che i temi trattati servono semplicemente a descrivere ciò che era davvero la vita delle persone di colore in quegli anni, e che soprattutto il team non condivide e né condividerà mai comportamenti razzisti come quelli esposti nel titolo. Commenti orribili sulle persone di colore e dichiarazioni di alcuni dei personaggi saranno solamente l’antipasto. Il messaggio è forte, e arriva chiaro come un pugno nello stomaco. La spaccatura si sentirà forte anche in game, dove le varie radio disponibili non faranno ascoltare solo musica come nel titolo precedente, ma ci saranno delle vere e proprie parti commentate dagli speaker radiofonici, e molto spesso l’argomento trattato saranno proprio le guerre razziali.

Mafia IIIAll Along the Watchtower

Brividi. Questa è la prima parola che mi viene in mente. Se c’è una cosa in cui Mafia III riesce senza sbavature, è dare un primo impatto (e badate bene, sottolineo “primo”) capace di far venire la pelle d’oca. Dopo una installazione di circa 20 minuti su console PS4, ci è stata sparata in faccia la schermata iniziale del gioco, con uno splendido scorcio della città di sfondo, ed il capolavoro citato nel titolo di questo paragrafo come sottofondo musicale, nella versione di un certo Jimi Hendrix. Emozionato come un bambino, la prima ora di gioco se ne vola via tra una gestione della trama da applausi, alternando fasi video dove John Donovan (che scoprirete poi chi è) viene interrogato in tribunale e altri personaggi vengono intervistati, a fasi giocate da noi stessi con tanto di flashback. Insomma il background di New Bordeaux e di Lincoln Clay ci viene raccontato in un modo inaspettato, ma soprattutto gradito e con una sceneggiatura perfetta. L’apoteosi arriva quando la scena madre che darà il via alla trama vera e propria, si presenta anch’essa inaspettata (o quasi) e ad un ritmo forsennato, con la compagnia musicale di Paint It Black dei Rolling Stones. Se ci fossimo fermati qui, probabilmente il voto del gioco avrebbe rasentato il 10… ma purtroppo il livello dell’esperienza è destinato man mano a calare, e scendendo a fondo nella tana del coniglio bianco arriviamo al verdetto in fondo, che sicuramente vi sarete già anticipati.

On the road again

Senza spoilerare gli eventi principali di Mafia III, sappiate che le nostre azioni da questo momento in poi saranno spinte dalla voglia di vendetta, un viaggio lungo e pericoloso che metterà in serio pericolo la vita del nostro Lincoln Clay. Facciamo un passo indietro: Lincoln è un ragazzo di colore che ha fatto qualcosa di più che sopravvivere alla spietata guerra in Vietnam, ovvero ha sviluppato delle capacità che lo hanno reso silenzioso, resistente, letale. Anche se è una vera e propria macchina da guerra, Lincoln non è uno sprovveduto, e compirà le sue azioni secondo un ordine logico per smantellare pezzo dopo pezzo i racket ed il business di tutti i distretti di New Bordeaux e ricostruirli di conseguenza sotto il suo comando. Il motivo? Anche questo sarebbe spoiler. Ovviamente da solo non sarebbe possibile realizzare tale scopo, ed è per questo che progredendo si farà numerosi alleati, partendo dal già citato John Donovan: suo amico ed ex commilitone, nonché ex agente della CIA.

Mafia IIICome già accennato, le varie missioni principali saranno attivate da noi stessi, e di conseguenza tra una missione e l’altra potremo dedicarci ad altro, che siano missioni secondarie, raccolta di collezionabili (apprezzabilissimi, come copertine di vinili, le classiche riviste di Playboy, e molti altri), e l’installazione di alcune cimici per tenere sotto controllo alcune zone dei distretti. Non vi sembra abbastanza? Perché in effetti non è proprio moltissimo, ma di questo parleremo più avanti… Anche se quel poco che c’è risulta decisamente appagante, come girare libero in città ascoltando la radio e raccogliendo i vari oggetti (che ci saranno gentilmente segnati sulla mappa, e ci rimarranno dopo aver installati i cip sulle cabine), non c’è molto altro che possiamo fare. Le stesse missioni secondarie assegnateci dai sottoposti saranno più o meno simili alle principali, e se non fosse per la varietà delle location proposte e degli interni degli edifici stessi, il senso di ripetitività sarebbe ancora maggiore. A livello di esperienza dunque, questa è la più grave mancanza di Mafia III: dopo una prima ora di gioco da oscar, il ritmo cala decisamente, e anche se le sequenze video rimangono ad un altissimo livello di narrazione, gli intermezzi di missioni e fasi open world vanno a spezzare il ritmo cinematografico della sceneggiatura decantato poc’anzi. Spezzando una lancia a favore però, ci siamo resi conto che in alcuni casi queste considerazioni sono state suggerite dalla troppa “fretta”, dato che esplorando per bene alcune delle aree di gioco, ci si rende conto che avremmo potuto approcciare alla missione in corso con un altro piglio, magari meno aggressivo, e dimezzando il rischio (ho trovato un paio di scorciatoie vagando in alcune zone appena terminata la missione, quando ormai non serviva più a nulla…). E’ il gioco a risultare ripetitivo, o siamo noi troppo pigri? Vi lascio col beneficio del dubbio.

Mafia IIIBlood and blues

Parliamo ora delle scelte di gameplay che riguardano l’azione vera e propria: con un background come quello di Lincoln, è chiaro che avremo la libertà più completa, con la possibilità di scegliere di agire come un assassino silente sporcando di sangue solo il nostro coltello militare, oppure sfondare la porta in pieno stile Rambo senza paura di nessuno (e con le conseguenze che ne derivano). Qualunque sia la vostra scelta, la costante sarà il massacro: Mafia III è un titolo forte nelle tematiche, e non si risparmia nemmeno per la parte giocata, dove maschere di sangue compariranno colpendo nemici al volto, e dove potremo uccidere i nostri avversari nei modi più brutali che la mente umana sia in grado di partorire. Le fasi di shooting sono ben realizzate, con un ottimo sfruttamento di oggetti e pareti come copertura, e con i nemici che spesso cercheranno di aggirarli per cogliervi alle spalle. In queste fasi, in particolare a livello difficile, la sfida si rivela interessante. Abbiamo a disposizione due tipi di armi, le pistole e le armi pesanti, come ad esempio fucili di precisione per le grandi distanze o la lupara per le esecuzioni ravvicinate. Le fasi stealth invece sono caratterizzate dal classico movimento silenzioso mentre si è accucciati, e con le coperture per non farvi trovare. Un segnalino bianco indicherà se i nemici sono sospettosi, e in basso a destra (dove sarà presente anche il segnalatore della nostra salute) ci sarà indicato se i nemici ci stanno solamente cercando, o se ci hanno scoperti e stanno ingaggiando una fase di combattimento. Attenzione a non allertare le sentinelle! Queste infatti chiameranno dei rinforzi che arriveranno più agguerriti che mai. Qualora non fossimo ancora stati scoperti, potremo fischiare per attirarli verso di noi (o dividerli, se sono più di uno), e di conseguenza coglierli di sorpresa ed effettuare uccisioni silenziose dal riparo. Questa meccanica non è realizzata benissimo, perché al contrario delle fasi di shooting, l’IA è deficitaria, dove spesso non verremo visti mentre squarteremo un povero malcapitato sotto gli occhi di altri scagnozzi. Facendo la somma, l’IA ha un doppio volto, e anche abbastanza controverso, alternando fasi decisamente appaganti a fasi da facepalm. La morte non è mai una bella cosa, ma sarà differente tra missioni principali e secondarie: nelle missioni della storia, se moriremo dovremo ripartire dall’ultimo ceckpoint attivato, mentre nelle missioni minori saremo trasportati nel rifugio sicuro più vicino (come ad esempio le sedi dei racket sotto il nostro controllo) e ci sarà sottratta la metà dei soldi nel nostro portafoglio.

Mafia IIII soldi, già… il motore del mondo, anche in Mafia III: è per evitare perdite ingenti in questo modo, che dovremo a tutti i costi metterli al sicuro. Per farlo avremo a disposizione una cassaforte situata nell’Hollow, nella cantina del vecchio locale che ci fa da casa. Se saremo troppo lontani da lì, una volta sbloccata potremo chiamare con l’apposita icona sulla selezione armi. Queste “chiamate rapide” saranno utili anche per altre richieste, come farsi portare di corsa un veicolo senza cercarlo o rubarlo, chiamare il mercante d’armi, oppure farci fare alcuni favori particolari durante la missione. I soldi saranno accumulati anche nelle sedi dei vari business di cui ci siamo impadroniti, e potremo ritirarli dai diretti responsabili di zona. Il nostro introito dipenderà anche da alcune delle scelte che abbiamo fatto durante la conquista, come aver risparmiato oppure no alcuni degli uomini chiave del quartiere, come informatori eccetera. Particolarmente gradito anche il ruolo che la gente comune avrà nel gioco: non più semplici spettatori di sfondo con qualche brusio doppiato qua e la, ma delle mine vaganti pronte a chiamare la polizia quando faremo qualcosa di “poco legale”.

Il peccato originale

L’amarezza più grande nata dall’esperienza di gioco in Mafia III nasce purtroppo da una realizzazione tecnica buona solo per metà, dove alcuni spunti geniali sono stati realizzati in modo approssimativo, forse per accelerare i tempi o per un budget non proprio all’altezza di un progetto così ambizioso. Il motore grafico non riesce a dare il meglio, come ad esempio negli effetti di luce e nei riflessi. Le problematiche che abbiamo riscontrato sono varie, e non aiutano nemmeno i numerosi bug nei quali ci siamo imbattuti in queste ampie ore di gioco, come anche gli errori di compenetrazione nei cespugli, o nelle portiere delle auto. I tempi di caricamento dopo ogni morte rasentano le tempistiche del Bloodborne pre-patch, ed il livello della grafica e delle texture offerte in game non ne è certo la causa… a buon intenditor poche parole. Sapete cosa si prova a correre a tutta velocità contro un grande cespuglio ed impattarci come se fosse un muro di mattoni? Lo scoprirete presto. Altro fattore che va a togliere grazia alla splendidamente realizzata New Bordeaux, è l’effetto “popup” (oggetti che da lontano non si vedono, e compaiono magicamente percorrendo pochi metri in più) di alcune parti della vegetazione nelle zone sterrate, come ad esempio i ciuffi d’erba. La cosa più grave è che i bug non si sono presentati solo nei singoli episodi legati a Lincoln (e citiamo alcuni bug di posizione mentre interroghiamo un informatore), ma anche nelle missioni stesse: ci è capitato di recarci in un punto segnalato da una missione secondaria attiva… ma dove non c’è assolutamente nulla. Speriamo che questo inconveniente sia un caso isolato, e che sia risolto quanto prima con una patch. Parlando della parte buona, segnalo con un hallelujah le risposte “fisiche” delle persone: ad esempio se urterete una signora seduta su una sedia mentre correte a piedi, la sedia cadrà e la signora farà un tonfo a terra, e risposte altrettanto coerenti vengono date in numerosissimi altri casi.

Mafia IIIThere is a house in New Bordeaux…

E’ giunto finalmente il momento di parlare della parte oggettivamente migliore di Mafia III, ovvero la parte artistica. Raramente mi è capitato sotto mano un titolo capace di ritrarre in un modo tale la reale società di una qualsiasi epoca, e soprattutto che non ne nasconda il marcio che c’è dietro. Le scelte fatte da Hangar 13 ritraggono pennellata dopo pennellata il quadro della New Orleans degli anni ’60, riuscendo a condire tutto con una colonna sonora d’eccezione. Quest’ultima non solo presenta delle tracce create appositamente per il gioco e già diventate simbolo, ma vi sono anche dei veri e propri capolavori artistici dell’epoca nelle loro forme originali! “Sono tutti bravi a mettere belle canzoni nelle radio dei giochi”, neanche per idea: come nei capitoli precedenti, le tracce sono prese dal periodo storico descritto, ma con la differenza che sono state usate anche nelle sequenze video per enfatizzare i momenti chiave della trama (come Paint it Balck, di cui vi parlavamo nell’incipit). Spazieremo dal blues dei Canned Heat con la loro On the Road Again, al rock sincero degli Animals con The House of The Rising Sun, alla voce americana per eccellenza di Johnny Cash, oltre ad altre decine di capolavori storici.

E’ doveroso parlare dell’incredibile stacco di qualità che si presenta tra la grafica delle parti giocate, e tra i video: in questi la grafica è nettamente di un altro livello, dove le espressioni facciali, i dettagli della pelle e molto altro sono al passo coi tempi e realizzati degnamente. L’empatia creata da una cura simile, unita al tema e allo “stile intervista” dei video, fanno rialzare un pochino l’asticella del voto dedicato al comparto grafico di Mafia III. Strettamente collegato a tutto ciò c’è il doppiaggio, che annovera un cast di tutto rispetto ed è qualitativamente di ottima fattura. Anche la precisione sincro dei video è ottima, ma non possiamo dire lo stesso dei doppiaggi in game, che presentano qualche leggera imperfezione. Oltretutto ci sono dei frangenti in cui il doppiaggio pecca con leggerezze comiche: avete presente quando minaccerete con un coltello alla gola gli informatori per farli parlare? Almeno una metà di loro risponderà con una voce pulita e tranquilla come se stessero prendendo un caffè. Probabilmente si tratta di alcuni errori di interpretazione degli stessi doppiatori, o di alcune mancate descrizioni in sala di doppiaggio.

Mafia IIIPre-conclusione

Dopo queste lunghe analisi, voglio spendere alcune parole prima di passare al verdetto vero e proprio, e che andranno a giustificare le scelte fatte per le votazioni assegnate. In molti potrebbero definire Mafia III un gioco dove l’open world è un’aggiunta inutile, dove non viene aggiunto nulla di nuovo rispetto ai vecchi titoli, e dove soprattutto oltre alle varie missioni e ai collezionabili non c’è nulla di concreto da fare. La mia domanda è: negli anni sessanta, in un gioco di Mafia, cos’altro volevate fare? Non stiamo parlando di un Grand Theft Auto (anche se Mafia III si sforza di assomigliargli), e di conseguenza non è ambientato ai giorni nostri, motivo per cui non possiamo aspettarci di avere zone dedicate al parapendio o degli immensi campi da golf per fare “altro”. E’ una guerra mafiosa, con lo sfondo storico di una guerra razziale, e penso che questo basti per chiudere il cerchio. D’altro canto la scelta di voler estendere a open world la saga non ha fatto altro che frammentare la trama e farle perdere il ritmo poetico e forsennato che aveva nella prima ora di gioco. Probabilmente una via di mezzo tra le due cose sarebbe stata il connubio perfetto per avere tra le mani un autentico capolavoro (ammesso che il comparto tecnico fosse stato all’altezza). Non mi sento dunque di condannare 2K ed Hangar 13 per aver avuto coraggio e per aver provato ad offrire qualcosa di nuovo per una saga che, qualora ci avesse proposto un titolo troppo simile ai precedenti, sarebbe stato demonizzato per le motivazioni opposte. Riuscireste poi, a definire eretico un titolo così carico di argomenti, e con una caratterizzazione dei personaggi egregia? Ecco dunque il nostro verdetto definitivo.

Mafia III

8.6

Mafia III è un ottimo titolo: al di là di tutti i difetti tecnici riesce ad offrire un'esperienza di gioco unica che non dovete lasciarvi sfuggire, sia che siate fan della saga, sia che siate amanti degli action game. L'atmosfera, la sceneggiatura e la colonna sonora sono di un livello impareggiabile, e vanno a fare da contorno ad una ricostruzione storica coi fiocchi. Se invece l'unica cosa che vi interessa è avere una grafica ed una realizzazione tecnica da dieci e lode, probabilmente fareste meglio a guardare da un'altra parte... Ma sappiatelo, vi perdereste molto. E' un peccato che Hangar 13 e 2k non siano state in grado di risolvere anche tali problemi, e speriamo che con i prossimi titoli anche tali lacune saranno felicemente colmate.

Gianluigi Crescenzi
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.

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