VideogiochiRecensione

Mass Effect: Andromeda Recensione

Dopo esserci lasciati alle spalle l’universo di Mass Effect con il terzo capitolo, criticato da molti e apprezzato da pochi, EA e la neo-acquisita Bioware ci hanno finalmente fatto dono di Mass Effect: Andromeda, non un vero e proprio seguito della saga, ma una nuova e fresca visita all’interno di un panorama che cominciava ad associarsi alla parola malinconia. Spesso però, proprio a causa di sentimenti simili, opere d’arte vengono profanate da piccole macchie nere, frutto di idee sbagliate o mal applicate. L’avventura verso Andromeda del Pioniere, fortunatamente, non rientra in queste, anche se potrebbe venir fraintesa se letta con un occhio non vigile.

Mass Effect AndromedaSpazio, ultima frontiera

La storia di Mass Effect: Andromeda, in modo molto furbo, si discosta quasi completamente dalla trilogia principale. L’Iniziativa Andromeda è un programma sviluppato da varie razze, pronte per esplorare una nuova galassia in cerca di un ambiente adatto per poter colonizzare: la trama parte più o meno durante gli eventi di Mass Effect 2, e tutte le cose che succedono e succederanno in seguito, saranno quasi completamente slegate, trovandosi in effetti in tutt’altra galassia. I fratelli Ryder (voi sceglierete se controllare il maschio o la femmina, ma li modificherete entrambi), e loro padre Alec Ryder (che verrà generato in automatico in base ai due gemelli, The Sims docet), saranno il fulcro della storia, sebbene molti comprimari tingeranno la storia con interessanti sfumature. Il ruolo dell’esploratore, del Pioniere, è proprio quello di portare la colonia (composta da oltre 20.000 esseri viventi in criostasi) su un nuovo pianeta da colonizzare, per puri fini di esplorazione.

Ecco quindi che razze come i Krogan, le Asari, i Turian tornano a farci compagnia, stavolta avvicinate da terribili nemici come i Kett o da civiltà progredite come quella degli Angara. Ma soprattutto tornano le famose sfumature grigie, simbolo di un titolo che pone il giocatore davanti a scelte paurosamente semplici in principio, ed estremamente complicate da gestire successivamente: costruire un accampamento militare potrebbe avere risvolti diversi da quello scientifico, scendere per primi in un tunnel potrebbe salvare un vostro alleato o farlo morire pochi secondi dopo. Certo, Shepard e il suo team erano qualcosa di piacevolmente familiare, complice anche la novità. Ambientarsi con nuovi personaggi, più o meno eroici, può sempre lasciare l’amaro in bocca al vero fan: questa però sarà l’unica nota dolente che potrebbe separare la visione della trilogia classica con questo capitolo, che prende il meglio da tutti e tre gli episodi e ne crea uno nuovo e più moderno.

I viaggi dell’astronave Tempest

Con molta più forza, stavolta l’esplorazione diventerà qualcosa di fondamentale: oltre a scovare giacimenti utili per potenziamenti vari, potrete esplorare varie mappe all’interno di determinati pianeti, sia a piedi che con il vostro Nomad, mezzo terrestre di grande utilità. Senza spoilerarvi molto, i pianeti che troverete all’inizio presenteranno impervie situazioni climatiche, capaci di abbassare i vostri scudi a seconda delle zone esplorate. Questo espediente creerà una rigiocabilità e una motivazione di esplorazione in un secondo momento davvero intelligente, capace di farvi perdere ore a cercare l’ago nel pagliaio. A condire le varie fasi di esplorazione ci saranno i famosi combattimenti: grazie al jetpack posteriore, stavolta le sparatorie non si ridurranno al semplice copriti e spara, ma permetteranno di sfruttare la verticalità della mappa. I nemici, non dotati di una IA così intelligente, riusciranno però a mettervi in difficoltà al minimo errore. Prima della battaglia, un complesso sistema di personalizzazione, molto più vicino al primo capitolo che agli altri due, chiederà a voi in che modo approcciare le battaglie. Le abilità si divideranno in biotiche, tecnologiche e combattimento, e potrete scegliere come personalizzarle (con tanto di abilità a rami separati, come le vecchie edizioni): a seconda di quanti punti spenderete in una delle tre sezioni, sbloccherete i “profili”, settaggi del vostro combattente che conferiranno bonus aggiuntivi e abilità uniche.

Le armi, le armature e gli oggetti saranno sia acquistabili dai mercanti, sia producibili dal reparto Ricerca e Sviluppo: potrete quindi, grazie all’esplorazione della galassia (fattibile con sistemi di riconoscimento e scanning), accumulare punti per scoprire artefatti della via Lattea, della galassia di Andromeda e di razze mai viste prima. Se questo sarà attuabile da un terminale, con un altro invece potrete inviare delle truppe speciali a compiere delle missioni a tempo: la loro riuscita garantirà a voi informazioni, materiali ed esperienza. Per concludere le funzioni secondarie di questo capitolo, ogni avanzamento nella vostra missione permetterà di scongelare gruppi di coloni, ognuno con determinate competenze, che cambieranno l’avanzare della vostra esplorazione.

Mass Effect: AndromedaI viaggi per fortuna non si ridurranno ad una semplice esplorazione, ma grazie a cutscene ben elaborate e piazzate a puntino, ogni pianeta mostrerà diverse sfumature, sia grazie ai pericoli che troverete, sia per la storia ben elaborata. A impreziosire il tutto, missioni alternative basate soprattutto su storyline secondarie vi distrarranno spesso dalla missione principale, lanciandovi alla scoperta di crimini, rapimenti, carichi persi e tanto altro ancora. Non possono mancare le famose relazioni, fulcro del titolo, che come al solito permetteranno a Ryder di scegliere con chi parlare e come, quale approccio usare, e provarci spudoratamente per creare vere e proprie storie d’amore.

Il fatto che Mass Effect: Andromeda si piazzi come un nuovo capitolo, cancella la bellezza che c’era in Mass Effect 3 quando scelte fatte anni prima condizionavano la partita. I dialoghi, stavolta, avranno delle impostazioni più classiche, permettendovi di scegliere se usare un approccio più razionale o di cuore, più a denti stretti o a briglia sciolta. Questi dialoghi, insieme alle scelte che farete nel portare determinati compagni in missione, creeranno delle relazioni diverse da partita a partita, sviluppando interessanti risvolti nella trama.

Non fare quella faccia

Si, ne hanno parlato ovunque, ed è inutile nascondersi. Mass Effect: Andromeda gode di problematiche tecniche palesi. Espressioni vuote e mal gestite, animazioni sbagliate e bug di coordinamento creano situazioni paradossali che vanno a rovinare il pathos che gli sviluppatori hanno provato a dare, e molti giocatori risentono gravemente di questa imperfezione. D’altronde la saga di Mass Effect si basa principalmente su una trama da urlo, e vedere confessioni importanti fatte da un viso praticamente innaturale non crea l’empatia voluta. Sicuramente questo problema verrà sistemato col tempo, ma ad oggi inficia abbastanza nel tutto, non rovinando però l’esperienza nel completo.

Manca il doppiaggio italiano, e quello inglese non è il massimo (specialmente nei secondari), ma i protagonisti e tutti i comprimari riescono lo stesso a rendere i dialoghi puliti e interessanti (lievemente intaccati da sottotitoli un po’ piccolo in alcuni casi).

Diverso non è sempre peggio

Di base Mass Effect: Andromeda non è il quarto capitolo della saga di Shepard, ma una nuova storia, definibile secondo i canoni come uno Spin-Off: come tale, alcune differenze sostanziali sono presenti, ma quelli che potrebbero pesare maggiormente sono il ritmo e l’anima della storia. Non ci troviamo in una galassia attaccata dai Razziatori, i fini sono prettamente esplorativi: certamente sono presenti battaglie, e parlare per 20.000 coloni che aspettano una nuova casa non è di certo fattibile a cuor leggero. Il carattere del personaggio, i toni scanzonati in alcuni casi e soprattutto una minaccia di morte leggermente meno grave riescono a creare un’atmosfera più leggera, fruibile da tutti ma con le giuste premesse.

Ad insaporire infine questo piccolo pacchetto malinconia, ci pensa una componente multiplayer basata su quella di Mass Effect 3, ma con decine di migliorie, di impostazioni aggiuntive e di mappe elaborate. Non mancheranno gli eventi, cuore di questa modalità, iniziati fin da subito sotto forma di missioni Apex.

Simone Lelli
Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Potrebbe interessarti anche