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Metro Exodus – Recensione, un duro viaggio nella Russia di Dmitry Glukhovsky

La serie Metro ha da sempre fatto forza su un’immaginario utopico in cui la Terra e l’umanità sono definitivamente in ginocchio a causa di una guerra nucleare. I sopravvissuti dovranno scontrarsi con le minacce che si sono evolute, tipo animali che, a causa delle radiazioni, sono mutati e diventati particolarmente aggressivi. In Metro Exodus le cose non cambiano, visto che anche questo terzo capitolo è stato influenzato dai racconti brevi di Dmitry Glukhovsky. Vi troverete nuovamente in Russia, più precisamente nella sua capitale, ovvero Mosca. L’universo su cui si poggia il videogame è solido, per niente forzato e soprattutto coerente in tutti i suoi aspetti. Proprio per questo motivo aggirarsi tra i resti della civiltà non sarà per niente facile, anche perché di civiltà vera e propria non è rimasto nulla. Sopravvissuti, razziatori, fanatici religiosi e animali: tutti all’interno del gioco potrebbero tranquillamente uccidervi senza che voi ve ne accorgiate.

Dalla Russia con amore

In un mondo ormai devastato e in rovina, l’unico avamposto sicuro sembra essere la metro di Mosca, che è diventata una vera e propria città in grado di dare una nuova speranza alla popolazione ormai in miseria. All’interno di questi tunnel tuttavia c’è una sorta di polizia locale chiamata Ordine che si occupa di tenere tutto sotto controllo, difendere – a modo loro – i cittadini e combattere in caso di pericolo. Tra questi soldati c’è un gruppo che spicca sopra gli altri, ovvero gli Spartani, ovvero un piccolo manipolo di soldati capitanati dal colonnello Miller. In questa squadra però risaltano anche altre due figure: il primo è Artyom, protagonista dell’avventura, la seconda è Anna, sua moglie e figlia di Miller. L’eroe non vuole credere che fuori da Mosca sia tutto finito, così incauto dei pericoli, mettendo a rischio anche l’incolumità della sua compagna, si dirige nel mondo esterno aspettando un segnale dalla radio.

La monotonia della vita quotidiana, come se poi rischiare la vita tutti i giorni sarebbe monotono, viene interrotta da una scoperta ben più grande. Ad impedire collegamenti col mondo esterno sarebbe proprio l’Ordine e Miller era al corrente di tutto. Alcuni avvenimenti faranno tuttavia precipitare la situazione, costringendo la fuga dell’intero gruppo, colonnello compreso. Il motivo? Miller aveva deciso di schierarsi con Anna e Artyom che volevano fuggire da Mosca, diventando a tutti gli effetti un traditore. Ma una volta che il capo di questa squadra cambia idea, anche ai restanti membri appare chiaro da che parte schierarsi. Il mezzo di fuga in questione è un vecchio vagone della metro, vostra casa ambulante che vi accompagnerà per tutta l’avventura in tutti gli angoli di questa fredda e brutale Russia. Le location infatti saranno spietate, non vi daranno mai la sensazione di stare tranquilli, con pericoli di ogni sorta che potrebbero colpirvi da ogni lato. Un tranquillo giro in barca potrebbe essere l’occasione di un lauto pasto per qualche balena mutante, edifici abbandonati potrebbero rivelarsi nidi di umanoidi in preda alla fame; questi sono solo due piccoli esempi, ma rappresentano solo in minima parte la varietà di situazioni che Metro Exodus ha da offrire. Certamente non aspettatevi che ogni zona della mappa sia “abitata”, ma dal punto di vista contenutistico la casa di sviluppo si è impegnata a riempire le varie aree, dando in cambio ai giocatori premi come oggetti speciali, un ricco numero di materiali e tanto altro. Nulla può ripagare quanto il sorprendente colpo d’occhio nel vedere alcune particolari location, tra rovine mozzafiato e lande desolate innevate, la potenza dell’uomo ormai devastata dalla natura. Tutto si amalgama in modo coerente.

In tutto questo c’è una nota negativa però, sebbene gli sviluppatori abbiano fatto un encomiabile lavoro di scrittura, il contenuto dei dialoghi è apparso leggermente sottotono, con personaggi che in alcuni casi sono molto robotici nei ragionamenti oppure troppo freddi e apatici. Alcune scene ci sono sembrate quasi scontate, prive di forma. Questo è un gran peccato visto che Metro, in fin dei conti, prende spunto da un’opera letteraria e nel suo complesso è in grado di regalare un’esperienza ludica profonda e di spessore, un prodotto finale che sa intrattenere fino alla sua conclusione, con momenti davvero carichi di adrenalina. Purtroppo però questo comparto narrativo non regge il confronto con gli altri aspetti del gioco. Il viaggio degli Spartani durerà circa un anno, lo vivrete attraverso 12 capitoli che vi porteranno a passare attraverso tutte le quattro stagioni, facendovi così ammirare la Russia di Dmitry Glukhovsky in tutto il suo infernale splendore.

Sopravvivere

Se pensate che Metro Exodus sia una comune FPS non è esattamente così, o almeno in parte. Le basi del gameplay sono sicuramente queste, ma l’approccio è quello che si dovrebbe avere in un classico open world. Nonostante una struttura a livelli, i vasti scenari vi offriranno una notevole libertà di movimento, anche se in alcuni casi la progettazione dei capitoli è un corridoio narrativo. Non spaventatevi tuttavia, visto che quando questo avverrà ci saranno accelerate improvvise che cambieranno in positivo il ritmo dell’avventura. Sostanzialmente il gioco si divide in due macro zone molto ampie, con altrettanti percorsi lineari. La sensazione che avrete nelle grandi location è quella di inquietudine, visto che non avrete idea di cosa vi si porrà davanti. Il pericolo è in ogni angolo e il vostro orientamento non sarà dei migliori. La mappa e gli altri oggetti di fortuna che vi serviranno per lo spostamento sono molto rudimentali, non particolarmente comodi da fruire. Questo non fa altro che aumentare l’immersività, visto che tutto è conforme a una situazione al limite della sopravvivenza. La prima cosa che noterete è che non ci sono veri e propri personaggi che vi forniranno missioni secondarie, ma uno dei punti di forza del gioco è proprio questo: in un ambientazione così catastrofica trovare sopravvissuti o altro in giro per le strade desolate sarebbe stato incoerente con tutto. Metro vi farà vivere la classica formula che vi vedrà andare dal punto A al punto B, ma al contempo avrete tantissime aree da esplorare che vi consentiranno di ottenere una lauta ricompensa. Ovviamente per spostarvi all’interno delle mappe sarete quasi sempre a piedi, ma niente di troppo traumatico. Potrete raggiungere i vari luoghi senza eccessivi problemi e, soprattutto, evitando di sprecare tempo prezioso: le aree infatti per quanto vaste sono tutte più che fruibili, non vi sarà richiesto di camminare per un tempo indefinito, visto che nel tragitto potrete anche dedicarvi all’esplorazione.

Ad attirare la vostra attenzione ci penserà lo scenario stesso, grazie a elementi architettonici particolari come rovine nascoste, resti di rifugi e tanto altro. La missione per il team era quella di trovare l’equilibrio giusto tra le attività ludiche proposte, la desolazione di gioco e il gameplay effettivo. L’obiettivo è stato raggiunto con successo, dal momento che all’interno di Metro non ci si può né distrarre né annoiare. In queste zone secondarie vi aspetta un ricco bottino, questo tuttavia non diminuisce l’effetto survival, visto che il pericolo sarà sempre più che costante. Dovrete farvi strada tra bunker, fogne e tanto altro. Sebbene queste zone siano relativamente di medie dimensioni e caratterizzate da una progressione lineare, si tratta comunque di un ottimo spunto di variazione e di rallentamento dei ritmi, così da concedersi una sorta di pausa dalle attività primarie. Questi elementi che dovrebbero semplicemente contornare l’esperienza, nel videogame sono state inserite in modo magistrale, diventando a tutti gli effetti elementi ludici che arricchiscono l’offerta di gioco proposta dal team. Qualunque cosa possa attirare la vostra attenzione allora merita di essere esplorata, non farlo vuol dire tirare avanti per l’avventura principale e non godersi il viaggio, errore che non vi farebbe apprezzare fino in fondo quanto proposto da 4A Games.

Per migliorare e incrementare il vostro equipaggiamento e l’armamentario, frugare nei rifiuti è un aspetto centrale del gameplay. Metro Exodus è privo di economia, tutto quello che potete ottenere lo recupererete voi stessi o ve lo costruirete da soli. Avere cura dei vostri oggetti come le armi sarà fondamentale, così come implementare pezzi speciali in grado di modificare la loro forza o, in alcuni casi, anche la loro natura. Per riparare gli oggetti danneggiati o costruire item più complessi sarà necessario un banco da lavoro, sempre presente nel campo base o, talvolta, nelle varie abitazioni di fortuna che risultano essere veri e propri rifugi. Mettere insieme i vari materiali, le scorte, creare munizioni sarà centrale, come anche prepararsi a dovere anche per una singola spedizione. Il modo in cui questo avviene è naturale e intuitivo, vera forza di traino del gameplay e che, inevitabilmente, scandisce passo dopo passo i ritmi dell’avventura. Il sistema di gioco generale ha pienamente convinto per la sua versatilità, anche se la componente stealth è fortemente consigliata dagli stessi personaggi. Le munizioni sono sempre limitate, sprecare risorse preziose per un singolo scontro vuol dire arrivare impoveriti a quello successivo, valutate le vostre azioni con buonsenso visto che dovrete rispondere alle conseguenze.  L’ultima parentesi di questo paragrafo la vogliamo dedicare al gunplay, elemento molto in voga e che, inevitabilmente, sarà un vostro fedele amico. Le bocche da fuoco se non vengono pulite si inceppano, quindi la loro cura è fondamentale. Il sistema di puntamento è efficace e leggero, risponde molto bene agli input del giocatore ed è in grado di restituire sensazioni forti tanto da far avvertire chiaramente la potenza di ogni singolo colpo.

Una fredda bellezza

Oltre che una poca varietà di nemici, l’intelligenza di questi non brilla particolarmente. Anzi, per certi versi è parecchio elementare, e a rendere i vari scontri complessi sono le scarne attrezzature unite alla mancanza di munizioni. Di nemici ce ne sono alcuni molto resistenti, dunque dovrete imparare a colpirli alla testa o in determinati punti deboli. Come detto in precedenza, il gioco stesso incentiva lo stealth, se fruirete dell’esperienza nelle modalità più alte questa strategia sarà determinante per la conquista di qualunque obiettivo. L’IA degli avversari è l’unica nota dolente di un comparto tecnico decisamente ottimale. Già partendo dalla grafica possiamo dire con certezza che l’immagine risulta chiara, pulita e priva di grosse sbavature. Abbiamo avvertito qualche leggero calo di frame rate, sopratutto in alcuni casi specifici come nidi di mostri, ma nulla che possa compromettere l’avventura in generale o che ne nuoce la godibilità. Le ambientazioni sono varie e molto realistiche, con effetti particellari che donano alle nebbie o alla neve che cade dei toni davvero realistici. Tuttavia anche in questo caso ci sono delle piccole note dolenti, come determinati personaggi o alcuni punti della vegetazione, ma in fin dei conti niente di troppo rovinoso.

Tra un uno spostamento e una sparatoria sarete accompagnati dalla colonna sonora, leggera e sottofondo perfetto che scandisce con precisione i ritmi di un viaggio che, altrimenti, senza questa non sarebbe tale. Il doppiaggio italiano è discreto, anche se per alcuni personaggi la voce stona completamente dal loro aspetto. Artyom come da tradizione è muto, questo causa delle vere e proprie gaffe quando si tratta di essere interpellati per determinate questioni o argomenti. Avere un protagonista coinvolto direttamente nei dialoghi sarebbe stata la ciliegina sulla torta, ma rispettiamo comunque questa scelta così autoriale da parte di 4A Games, visto soprattutto che alcune scene sono totalmente piatte e che il silenzio del nostro eroe in quei casi ci è sembrato la cosa più intelligente.

In conclusione possiamo dire con certezza che 4A Games ha creato un terzo capitolo di Metro all’altezza dei predecessori, portando tante novità che non hanno fatto altro che arricchire qualitativamente una formula già rodata e funzionante. L’unico vero difetto è un comparto narrativo scialbo, ricco di dialoghi e spunti interessanti, ma tutti privi di mordente e oscurati da un’eccessiva mancanza di vere e proprie personalità di spicco. A stento ricorderete i vari personaggi che vi accompagneranno in questo lungo e bellissimo viaggio. Per il resto, invece, se cercate ore e ore di divertimento unite a un’esperienza di gioco ricca e affascinante, Metro Exodus fa proprio al caso vostro. Il videogame vi saprà intrattenere e incuriosire, vi lascerà la voglia di scoprire il mondo di gioco e, in alcuni casi, anche dimenticare la vostra reale missione. Metro Exodus è un gioco elegante, che si lascia rivelare senza fretta e che fa breccia nell’utente grazie alla sua libertà nella scoperta. La struttura ludica, infatti, mischia il così detto free roaming a sezioni più lineari e narrative, creando una sorta di ibrido che ben si colloca all’interno del panorama videoludico odierno. L’esperienza rende giustizia alle avventure precedenti, alla fine anche voi vi affezionerete a Artyom e a questo fantastico viaggio a bordo dell’Aurora.

Metro Exodus

8.5

Metro Exodus è la degna conclusione, un viaggio, quello a bordo dell'Aurora, che non dimenticherete facilmente. In una Russia fredda e distrutta, c'è ancora chi lotta per sopravvivere, e lo farà con ogni mezzo a disposizione. ;s

Patrizio Coccia
Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.

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