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Minecraft: Story Mode – Stagione 2 – Episodio 3 Recensione

Telltale Games ha recentemente rilasciato il terzo episodio della seconda stagione di Minecraft: Story Mode. In “Jailhouse Block” verremo trasferiti nell’istituto penitenziario dove il nostro Admin finisce per relegare chiunque gli causi dei problemi. Privati del nostro equipaggiamento e separati dai nostri compagni, dovremo reinventarci in questo ambiente ostile per sopravvivere e trovare la nostra via di fuga da questo incubo surreale, denominato Sunshine Institute.

Benvenuto nella tua nuova casa

Abbandonati a noi stessi in questo macabro luogo di prigionia, ritroveremo fortunatamente tutti i nostri amici, senza però fare a meno di notare qualche piccolo cambiamento. Tra un Radar reinventatosi come duro e una Stella intenta nella sua personale scalata professionale, saremo costretti a trovare un piano per evadere il più in fretta possibile. Alle prese con un una realtà quotidiana decisamente dura e inclemente, durante il nostro soggiorno apprenderemo l’infelice destino che viene riservato ai detenuti che hanno osato opporsi alla perfida divinità.

Divisi tra il combattere per il cibo nella Mush Room e il lottare per la propria vita nelle Zombie Mines, il bisogno di tornare in superficie diventerà sempre più impellente. Una volta appresa l’esistenza del fantomatico Prigioniero X, esperto escapista e unica vera nemesi del nostro avversario, diventa ormai chiaro che liberarlo sia il nostro unico biglietto di uscita per questo posto.

Per concludere

In questo nuovo episodio di Minecraft: Story Mode inizieremo a intravedere un maggiore spessore narrativo e un linguaggio decisamente più maturoProgressivamente ci ritroveremo davanti a personaggi sempre meglio caratterizzati, con un’identità e uno scopo sempre più definito. Inseriti in un contesto in netto contrasto con quanto visto nella puntata precedente, i protagonisti di questa avventura mostreranno lati della loro personalità che erano rimasti finora sopiti. Questa volta infatti ci ritroveremo immersi in un ambientazione caotica e predominata da tinte calde, che rappresenterà perfettamente l’inferno che andremo a vivere sia esternamente che internamente. Tutto questo porterà fuori il peggio di loro e ci sottoporrà a scelte sempre più difficili e impegnative da prendere, che avranno ripercussioni sempre più marcate nel corso del gioco. 

Seppur non vedremo ulteriori meccaniche di gioco, noteremo sicuramente un miglioramento generale nel livello qualitativo di questo titolo, che ci lascia sperare in un sequel altrettanto promettente. Sfortunatamente le sezioni riguardanti i combattimenti risultano ancora forzate e poco piacevoli da giocare. Nonostante qualche piccolo inconveniente che rende l’esperienza banale e ripetitiva a lungo andare, ci troviamo di fronte a un prodotto abbastanza buono. La nostra speranza, visto la qualità crescente di questo brand, è che gli sviluppatori correggano questi piccoli difetti proponendoci un sequel ancora più bello.

Modus Operandi: la recensione che avete appena letto è stata redatta basandosi sulla versione PlayStation 4 del gioco dopo aver completato per intero l’episodio.

Alberto "Allister" De Lorenzis
Nato e cresciuto nel panorama videoludico con e da mamma Sony. Nonostante la forte passione per il retrogaming, è sempre aggiornato sulle ultime novitá e pronto a condividerle con gli appassionati come lui.

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