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Morto Hiroshi Ono, storico designer e papà di Pac-Man

Si è spento a 64 anni Hiroshi Ono, l’uomo che è riuscito a dare vita e forma ai pixel, creando alcuni dei personaggi più amati della storia dei videogiochi, da Pac-Man a Dig Dug.

Grazie al suo lavoro che è gli è valso il soprannome di “Mr Dotman”, è stato uno dei primi individui nel settore videoludico a riuscire a decifrare il nuovo media e creare una nuova arte da quei semplici quadrati di luce, che poi sono andati a fare da base su cui sono stati costruiti i giochi che amiamo, sin dagli esordi.

Agli inizi il suo nome, proprio come è capitato anche ad altri creativi, non veniva riconosciuto, ma i frutti del suo operato hanno permesso all’uomo  di lavorare presso la Namco dal 1979. Nella sua lunga e ricca carriera ha realizzato diversi sprite per titoli passati alla storia. Tra questi, ad esempio, possiamo trovare Galaga e Xevious.

Il talento di Hiroshi Ono poi è stato sfruttato per moltissimi altri giochi del calibro dei già citati Pac-Man, Dig Dug, oppure Pole Position. Molti dei titoli arcade su cui magari abbiamo potuto mettere le mani portavano la firma di Ono, senza che da piccoli potessimo saperlo.

hiroshi ono

Mr Dotman ha continuato a lavorare per Namco anche in seguito alla fusione con Bandai, fino al 2013, anno in cui ha deciso di diventare un freelance. Lo scorso anno, inoltre, buona parte del materiale originale su cui ha lavorato durante il suo periodo d’oro è stata rubata e potrebbe essere in vendita da qualche parte in rete.

La notizia della sua morte è stata riportata attraverso il suo profilo Twitter ufficiale, spezzando molti cuori di storici appassionati dell’alba dei videogiochi. In questi anni, in più, è in sviluppo un film documentario sulla figura di Hiroshi Ono, che sfortunatamente uscirà postumo. Una figura a dir poco fondamentale nel mondo dei videogiochi, ma che grazie alla sua eredità di pixel e colori non sarà dimenticato.

Fonte:
Giulio Bruschini
Podcaster, aspirante speaker radiofonico e appassionato di musica e cinema, meglio non iniziare una conversazione sulla sindrome dell'età dell'oro e della cultura retro o si finisce in un'infinita tana del bianconiglio tra vaporwave e hauntology...e Max Headroom.

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