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Mosaic – Recensione, la distopia dal punto di vista di Krillbite Studio

Il progetto di Mosaic catturò l’attenzione della community di videogiocatori sin dal suo primo reveal, nel 2018, rimanendo comunque piuttosto atteso da una buona nicchia di utenti. Il titolo non è stato particolarmente pubblicizzato, anche per via dello sviluppatore Krillbite Studio e del publisher Raw Fury che innalzano la bandiera dell’estremo indie, dato il bassissimo budget a disposizione per lo sviluppo dell’opera. Il gioco è stato però mostrato all’E3 di quest’anno, durante l’ottimo PC Gaming Show, ed è riuscito a risaltare ancora positivamente, in quanto i titoli che portano una ventata d’aria fresca in questo settore spesso un po’ ristagnato sono sempre ben accetti.

Dopo aver provato la prima parte del gioco in anteprima all’inizio dello scorso mese, vi presentiamo oggi la nostra recensione della nuova opera di Krillbite Studio, che abbiamo potuto giocare interamente nella sua versione PC. Sarà riuscito il titolo particolarmente singolare a spiccare positivamente con i suoi temi tetri ed ambigui? Scopriamo insieme come si è comportato Mosaic nelle righe seguenti!

L’angosciante monotonia del distopico futuro di Mosaic

Ad accoglierci nell’avventura c’è nuovamente il triste protagonista, che viene svegliato da una fastidiosa suoneria, la quale gli impedisce di riposare quanto necessario. Aggiustandosi i capelli e lavandosi i denti l’uomo guarda lo specchio… nonostante non abbia espressioni facciali quello che vuole trasmettere è ben chiaro: sta per affrontare una nuova tremenda giornata per poter riuscire a sopravvivere, cosa che non riesce a fare molto bene viste le moltissime fatture scadute presenti sul tavolo. Sono proprio quest’ultime ad introdurci nell’insolito mondo futuristico di Mosaic, dato che permettono il download istantaneo dell’applicazione “banca” con un semplice QR code allegato. Recandosi sul posto di lavoro il protagonista deve prendere l’ascensore, ed è abbastanza chiaro il modo in cui viene evitato dal prossimo, chiunque esso sia. Il classico abito grigio che il gioco ci abituerà a vedere per tutta la sua durata, tra l’altro piuttosto breve, viene infatti rinnegato dall’uomo, che evita di indossare la giacca dal colore morto, restando fedele ad un bianco della sua camicia decisamente più sgargiante.

Il percorso verso l’ufficio di lavoro viene mostrato giorno dopo giorno un pezzo alla volta, dato che nella prima occasione per iniziare le mansioni basterà uscire dal portone del palazzo, ma la città dovrà essere poi percorsa maggiormente volta dopo volta. Quello che è però costante è un messaggio sul telefono che ricorda che con pochi ulteriori ritardi il lavoro verrà immediatamente revocato, senza possibilità di obiezione. Il device è una parte importante dell’esperienza, in quanto presenta diverse particolari funzioni. Si spazia dal poter leggere i messaggi di finti amici che vogliono vendere prodotti all’uomo, a poter sentire una sola volta la mamma preoccupata per il figlio che non vede da tempo. Le applicazioni come Blip Blop e Love permettono di svagare un po’, e quest’ultima sottolinea anche il modo in cui il protagonista viene rinnegato dall’intera società per la sua leggera diversità. Per quanto abbastanza semplici siano, ricordano molto il modo in cui siamo abituati ad ammazzare il tempo giornalmente… nel nostro mondo tanto diverso quanto uguale a quello di Mosaic.

Un po’ di colore può far forse risplendere le tetre giornate?

Quello che viene rappresentato all’interno del gioco è certamente un mondo esageratamente portato al delirio dalle imposizioni della società, ma non poi così discostante dal nostro. Quello che gli autori hanno infatti magnificamente rappresentato è una realtà particolarmente simile a quella della serie Netflix Black Mirror, che ha però dei toni ovviamente del tutto autoriali e differenti, ma concettualmente affini.

Il protagonista visibilmente depresso e schiacciato dalla sua esistenza cerca un po’ di colore che possa ravvivare la sua lugubre pendolarità in qualunque cosa, con la possibilità di vagare con la mente ed immaginare paesaggi magnifici ed apparizioni sgargianti, piccola caratteristica che gli permette di ricavarsi da solo qualche minuto di volatile felicità.

Il comparto artistico fuori dalla norma, nonostante non sia accompagnato da animazioni e modelli eccellenti, riesce a trasmettere messaggi davvero importanti, difficili da dimenticare e che hanno l’obiettivo di far riflettere in ogni momento. La situazione è anche abbondantemente supportata da un corretto comparto audio, adatto e sicuramente ben confezionato, che con le sue OST a tema riesce a dare la giusta enfasi quando necessario. Mosaic

La storia del singolare mondo di Mosaic

Nel corso dell’intera avventura si vestono i panni del protagonista, e si vivono le sue giornate di lavoro, del tutto grigie ma colorate appunto dai piccoli momenti di distrazione già descritti. Cercando di evitare qualunque tipo di spoiler possiamo dirvi che questa storia vi toccherà senza alcun dubbio il cuore anche se risulta piuttosto ermetica, magari solamente con un dito, ed in base alla vostra sensibilità vi rimarrà nell’animo per più o meno tempo.

La trama ha dei ritmi particolarmente spenti, oltre che esageratamente pacati, poiché le fasi contemplative sono sempre dietro l’angolo e sono appositamente studiate e posizionate con il fine di garantire la migliore immersione nella tetra realtà. Purtroppo però, nonostante fino ad ora ci sia stato solamente possibile elogiare questa straordinaria avventura, siamo costretti a parlare del vero e proprio videogioco, che è sfortunatamente tutt’altro che straordinario.

Purtroppo… Mosaic è un videogioco

Siamo quindi arrivati alla fine di un cammino che può esservi sembrato un percorso senza intoppi, ma che è malauguratamente quanto di più distante possa esistere da quest’ultimo. Il gameplay del gioco è infatti disastroso, e riesce a minare fortemente l’intera esperienza… esattamente come fa il comparto tecnico emulandolo a pieno.

Potremmo definire Mosaic come un titolo a metà tra un walking simulator ed un’avventura grafica punta e clicca, che pecca però in entrambe le cose. L’intero sistema di movimento avviene quindi attraverso l’utilizzo del mouse, ma risulta essere particolarmente legnoso e scomodo, tutt’altro che responsivo, ed un pretesto per il protagonista per sbattere contro tutti gli ostacoli.

Mosaic

Il comparto tecnico è anch’esso altamente discutibile, in quanto i bug ed i glitch sono sempre pronti “ad azzannarvi”. Non si è mai per fortuna trattato di problemi eccessivamente gravi, ma di pecche minori che essendo però quasi onnipresenti spezzano ad ogni buona occasione l’ottima immersione che l’opera riesce a trasmettere, rovinando la magnifica atmosfera che dovrebbe avvolgere il giocatore per tutta la durata dell’avventura.

Per ultimi bisogna citare i “salvataggi” di Mosaic, che sono davvero una presa in giro, in quanto nettamente da rivedere. Se la parola salvataggi è racchiusa dalle virgolette c’è un preciso motivo… perché questi sono letteralmente assenti. Nel menù è possibile trovare la voce “traguardi”, che contiene al suo interno 5 ulteriori opzioni che vengono sbloccate automaticamente. Queste ultime sono di quanto più pericoloso esista, perché con un clic fuori posto ci si trova a perdere un’intera ora di gioco senza alcun avviso di conferma, inoltre, non corrispondo all’inizio delle classiche giornate ma a momenti quasi puramente casuali.

Non è quindi possibile decidere di uscire dall’avventura quando si vuole, ed il gioco non avvisa nel momento in cui ha trascritto i progressi, per vivere al meglio l’esperienza vi consigliamo di prendervi un pomeriggio libero e finirla senza mai chiuderla, giocando mezz’ora al giorno vi ritroverete nel limbo infinito della monotonia.

L’intero titolo è localizzato in italiano, ma ci teniamo a spendere qualche parola sulle traduzioni dalla qualità altalenante. Il team di 3 traduttori ha fatto generalmente un buon lavoro con i testi scritti, ma spesso alcune parole singole come l’applicazione “love” che diventa “amore” sono un po’ imbarazzanti, dato che sarebbero dovute rimanere nella loro lingua originale.

Mosaic

7.5

Mosaic è un titolo davvero singolare e particolare, che riesce ad eccellere particolarmente in alcuni suoi aspetti e a cadere di stile in altri. Presenta un'atmosfera che risulta essere una generatrice di pura empatia ed un comparto artistico stupefacente, ma porta con sé un comparto tecnico ed un gameplay che si prendono la briga di affossare l'intera esperienza, che non riesce quindi a spiccare come avrebbe potuto. Con un budget alquanto risicato Krillbite Studio è riuscita a produrre un'opera in qualunque caso difficile da dimenticare... ma talvolta ci si chiede se il videogioco sia stato il media giusto per Mosaic, vista anche la sua durata non soddisfacente.

Andrea Pellicane
Nasce nel 2000 già possessore di una Playstation 1 e già appassionato di videogiochi. In tenera età scopre il mondo dell’informatica ed inizia la sua inutile corsa verso la bramatissima Master Race. Nonostante la potenza di calcolo sia la sua linfa vitale è alla perenne ricerca della varietà e di titoli indie che piacciono solo a lui, incurante del fatto che potrebbero funzionare agevolmente anche su un tostapane. Viene spesso avvistato mentre effettua incomprensibili ragionamenti (soprattutto per lui) legati all'economia. Eccelle particolarmente nel trovare i momenti meno opportuni per iniziare e divorare intere serie TV.

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