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My Name is Game: CG Entertainment coprodurrà il film di Tomaso Walliser

My Name is Game è un progetto nato dalle penne di Bruno Grampa e Matteo Pozzi, con a capo della regia Tomaso Walliser: che si pone l’obiettivo di creare un documentario dettagliato in grado di raccontare il mondo dei videogiochi attraverso delle interviste esclusive.

L’obiettivo principale di questo progetto è quello di permettere al pubblico di vedere chiaramente il rapporto che c’è tra game e gamer, attraverso tutte quegli istinti che rendono un giocatore tale, come ad esempio: competizione, esplorazione, paura, scoperta e fantasia.

my name is game

Il film parteciperà anche a Visioni Incontra, la sezione industry del festival Visioni dal Mondo 2018. Inoltre quest’ultimo concorrerà anche al “Visioni incontra miglior progetto documentario 2018” (che si terrà alla triennale di Milano/ Teatro dell’Arte il 13 e il 14 settembre).

Lorenzo Ferrari Ardicini, presidente di CG Entertainment, ha rilasciato una dichiarazione spiegando il motivo per cui lo studio ha deciso di concentrarsi su questo progetto:

Dopo aver distribuito i film The Commodore Wars – 8 Bit Generation e Easy To Learn, Hard to Master: The Fate of Atari di Tomaso Walliser abbiamo deciso di sposare con entusiasmo questo nuovo progetto insieme a Junk Food Films per raccontare al pubblico, attraverso una prospettiva del tutto inedita, il mondo dei videogiochi e dei gamer. Sono da poco iniziate le riprese e siamo riusciti a coinvolgere i più importanti sviluppatori di tutto il mondo. Questo progetto non si rivolge solo ad una nicchia di appassionati, ma parla ad un pubblico ampio. Da qualche decennio i videogiochi sono entrati nella cultura di massa e con My Name is Game vogliamo omaggiare una delle arti che insieme al cinema ha più influenzato la nostra immaginazione.

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Anche Bruno Grampa, di Junk Food Films, ha rilasciato una dichiarazione in cui spiega a grandi linee perché ha voluto scrivere questo documentario:

I videogiochi hanno accompagnato tutta la mia vita. Dalla pallina squadrettata di Pong fino al realismo degli odierni protagonisti. Non sono solo divertimento ma una nuova forma d’arte, chi li crea è un vero artista. Con My Name is Game voglio rendere omaggio a tutti quelli che mi hanno regalato emozioni e coinvolgimento anche se solo tramite un videogioco.

Infine Tomaso Walliser, regista del documentario, ha parlato del progetto, cercando di spiegare che cosa significa per lui essere arrivato alla creazione di una pellicola simile:

Sono ormai 8 anni che come autore, regista e produttore mi occupo di ricostruire e raccontare la rivoluzione digitale che ha cambiato il mondo a partire dagli anni ’70. Considero My Name is Game un punto d’arrivo di questo percorso, un momento nel quale staccarsi dalla ricostruzione storica, dai tecnicismi e dalla aneddotica per fare un tuffo nelle emozioni e negli istinti primari che governano il nostro rapporto con la macchina: sarà un viaggio sensoriale della mente e delle emozioni.

Stefano Speranza
Potrei definirmi un ragazzo semplice con passioni semplici: quella per i videogiochi, ma soprattutto per il mondo del cinema. Da che ho memoria passo il tempo libero (e anche quello impegnato) a giocare e a vedere film. Il mio obiettivo è quello di condividere con quante più persone possibile queste mie passioni (e anche conquistare il mondo, ma per quello c'è tempo).

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