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My Name – Recensione, il nuovo drama su Netflix tra distruzione e determinazione

Già in precedenza Netflix ha dimostrato di essere profondamente colpita dalle produzioni orientali e dalla risposta entusiasta del pubblico, che le ha rapidamente accolte e ha contribuito a portarle al successo grazie ad un continuo passa parola. Anche la serie protagonista di questa recensione, My Name, va ad aggiungersi alla travolgente onda di contenuti di questo tipo nel catalogo della celebre piattaforma streaming. Dopo il sorprendente record raggiunto da Squid Game (di cui potete trovare qui la nostra recensione) di Hwang Dong-hyuk, che è ufficialmente diventato lo show Netflix più visto di sempre al lancio, non sorprende l’idea dell’azienda di puntare maggiormente sul vasto panorama dei serial televisivi coreani.

La nuova serie è diretta da Kim Jin-min (Extracurricular, Marriage Contract, Bitter Sweet Life) e vede come suoi interpreti principali Han So-hee (Money Flower, Nevertheless), Park Hee-soon (Seven Days, Beautiful World) e Ahn Bo-hyun (Her Private Life, Itaewon Class). Composta da otto episodi dalla durata di circa un’ora ciascuno, My Name è disponibile sulla piattaforma streaming Netflix da oggi 15 ottobre 2021, ecco la nostra recensione.

My Name, una vendetta mossa dall’amore

My Name si apre presentandoci la protagonista Yoon Ji-woo (Kim Jin-min), una studentessa liceale la cui vita inizia a cambiare drasticamente quando suo padre sparisce nel nulla per qualche mese, diventando un ricercato. Riconosciuta pubblicamente come la figlia di uno spacciatore, quest’ultima è vittima di bullismo da parte delle sue compagne di classe ed è tenuta sotto osservazione costantemente dalla polizia locale. Una situazione difficile da digerire, aggravata ulteriormente dal senso d’abbandono creato dall’allontanamento ingiustificato del suo principale punto di riferimento.

Sola contro una comunità che la guarda dall’alto in basso in maniera accusatoria, Yoon Ji-woo decide di porre fine a tutto questo quando, sotto richiesta del preside, scopre di dover essere allontanata dal liceo il giorno del suo diciassettesimo compleanno. Dopo essersi scontrata fisicamente con alcune delle sue compagne di classe, la ragazza abbandona gli studi e si rifugia in casa dove, dopo settimane di silenzio, riceve una telefonata da suo padre.

 

Dopo aver percepito il dolore e la disperazione di sua figlia, Yoon Dong-hoon corre il rischio di essere fermato dalla polizia per tornare a vederla. Il loro incontro, tuttavia, è interrotto prima ancora che lui possa aprire la porta di casa. Proprio mentre la ragazza si sta affacciando allo spioncino per accoglierlo, infatti, l’uomo viene brutalmente assassinato da una misteriosa figura incappucciata alle sue spalle. Con le mani ancora sporche del sangue di suo padre, Yoon Ji-woo è in cerca di vendetta, ma non sa a chi rivolgersi per riuscire a raggiungerla.

Dopo un tentativo fallimentare che quasi le costa la vita, la ragazza decide di rivolgersi a Choi Moo-jin (Park Hee-Soon), fratello “di sangue” di suo padre e boss del più grande giro di droga della Corea. Quest’ultimo le offre la possibilità di allenarsi con i membri della sua gang per prepararla al combattimento corpo a corpo, ma come unica recluta di sesso femminile non viene ben accolta dal gruppo. Questo inospitale benvenuto non le impedisce di raggiungere velocemente un elevato livello di preparazione fisica, ma l’ambiente che la circonda è terribilmente nocivo e pericoloso per lei.

My Name Recensione

Dello stesso sangue 

Dopo essere stata molestata sessualmente dalle altre reclute, Choi Moo-jin allontana la ragazza da quell’ambiente per proteggerla. Tuttavia, l’uomo continua ad essere colpito dalla sua forte determinazione, e per aiutarla a raggiungere quella vendetta che tanto desidera, decide di utilizzare i suoi contatti per farla entrare nelle forze di polizia come talpa per l’organizzazione. Dopo cinque anni di preparazione, Yoon Ji-woo ottiene un posto nella squadra narcotici del dipartimento di Jinchang. In una posizione come questa, lei avrà finalmente la possibilità di indagare personalmente sul caso di suo padre, misteriosamente oscurato dal suo capo Cha Gi-ho (Kim Sang-ho) per mancanza di prove.

Ed è da questo momento che ha inizio la vera ricerca di Yoon Ji-woo, intenzionata a seguire le tracce e a mettere insieme i pochi indizi rimasti sul caso di suo padre. Una vendetta inesorabile, rafforzata dall’amore, dai ricordi e dal senso di colpa che continua a perseguitare la ragazza da quella terribile notte. Nei suoi otto episodi, My Name si prende il tempo necessario per scavare a fondo nell’emotività della protagonista principale e delle persone che la circondano, mantenendo sempre alta l’attenzione degli spettatori, tra combattimenti adrenalinici e numerosi colpi di scena.

Come abbiamo già anticipato in precedenza nella recensione, My Name si sofferma fin dal principio sulle emozioni e sui sentimenti di Yoon Ji-woo, presentandoci una vera e propria evoluzione della protagonista principale nel corso degli episodi. Questo viene enfatizzato dall’interpretazione di Kim Jin-min e da una messa in scena dinamica e coinvolgente, che segue con cura i personaggi e il variegato contesto in cui questi si muovono. Questo riguarda soprattutto le prime puntate dello show, che mostrano la ragazza alle prese con un mondo profondamente diverso da quello che conosce.

My Name Recensione

Il ritmo rallenta drasticamente nel momento in cui Yoon Ji-woo entra nelle forze di polizia e, anche se questa è una scelta coerente con la narrativa dello show, alcuni momenti sembrano essere diluiti fin troppo nel tempo. Nonostante questo dettaglio che potrebbe allontanare alcuni spettatori dalla visione, My Name riesce comunque a cogliere il segno e ad essere per il pubblico una serie avvincente e ricca di colpi di scena, dove è facile empatizzare con la protagonista principale e sentirsi travolti dalla tensione che permea ogni episodio.

My Name

7.5

My Name, il nuovo drama coreano diretto da Kim Jin-min disponibile sulla piattaforma streaming Netflix, riesce a conquistare il pubblico con una narrativa avvincente e un gran numero di emozionanti colpi di scena. Nonostante il ritmo a tratti altalenante, che potrebbe allontanare alcuni spettatori dalla visione, la serie è impreziosita da una messa in scena dinamica e coinvolgente, che si focalizza sull'emotività della protagonista principale, Yoon Ji-woo, sui personaggi che la circondano e il variegato contesto in cui questi si muovono. ;s

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