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Naughty Dog: un ex dipendente accusa la software house di eccessive pressioni lavorative

Nel corso della giornata di ieri vi abbiamo scritto di quello che sta accadendo agli studi Naughty Dog in questo momento; il team è infatti al lavoro su The Last of Us Parte 2 che uscirà tra pochissimi mesi e i ritmi sostenuti dagli sviluppatori, purtroppo, continuano ad essere decisamente poco sostenibili tanto che c’è chi spera in un fallimento della software house stessa.

Jonathan Cooper, abile animatore che ha lavorato alla realizzazione del titolo, ha rilasciato dei tweet dove dichiara che il cosiddetto “crunch” sia una pratica assai diffusa in questo studio di sviluppo. Spesso infatti i dipendenti lavorano fino a 55 ore settimanali che, per l’eccessivo stress accumulato, causa delle situazioni poco piacevoli come dei ricoveri ospedalieri. Egli dice di aver abbandonato Naughty Dog proprio per non danneggiare ulteriormente la sua salute e dopo aver visto un suo amico in preda a degli esaurimenti nervosi. Accuse rivolte anche verso Sony che, secondo lui, non muoverebbe un dito e lascia carta bianca ai dirigenti della software house assecondando ogni richiesta pervenuta.

“Ho lasciato Naughty Dog perché era diventato insostenibile. La loro reputazione a Los Angeles non è affatto positiva per quanto riguarda il crunch time, proprio per questo motivo ultimamente hanno dovuto assumere personale con poca esperienza o animatori provenienti dal mondo del cinema. Un buon team di sviluppo avrebbe terminato i lavori su TLOU 2 ben più di un anno fa. Quando poi ho lasciato l’azienda, Naughty Dog ha minacciato di non volermi pagare l’ultimo compenso se io non avessi firmato alcuni documenti che mi vietavano di condividere dettagli sui metodi produttivi. Quando gli ho fatto notare che il loro comportamento violava la legge hanno ritrattato”.

Non resta che attendere una risposta da parte di Sony o ND in merito alla questione. Ovviamente tutto ciò non è stato confermato da nessuno e bisogna quindi credere sulla parola di un ex dipendente o meno.

Andrea Ferri
Da bambino mi innamorai subito della cultura pop, dei videogames, degli anime e del cinema. Cresciuto a suon di VHS, la posta di Sonia e di partite alla PS1, sono anche un avido collezionista di tutto quello che mi passa per le mani. Il mio amore più grande? Toy Story, al quale sempre sarò fedele verso l'infinito, e oltre!

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