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Necropolis – Recensione

Durante le lezioni di algebra fatte alle medie e alle superiori ci è stato insegnato che moltiplicando due valori positivi, il risultato rimane sempre positivo. Sfortunatamente in ambito videoludico, quando si parla di generi e fondamenta, non funziona questa regola, e Necropolis ne è la prova concreta. Tutta la recensione dovrebbe partire dalla domanda: come può un titolo, ispirato e generato da due generi di gran moda al momento, essere così ricco di errori? Com’è possibile partire con delle premesse eccelse ed arrivare invece a completare il tutto con leggera superficialità? Necropolis pone le sue basi su due pilastri ben affermati, ovvero i soulslike (titoli come Dark Souls e Bloodborne, che basano tutto il combatplay su un sistema composto da barra della vita, barra della stamina e con attacchi leggeri e pesanti che ne consumano una parte) e i roguelike (titoli con dungeon generati proceduralmente). Ma così come per fare un bellissimo sparatutto non basta ispirarsi a DOOM, stessa cosa vale per creare un gioco che fonde due gameplay molto particolari: gli ibridi, se mal elaborati, tendono a diventare problematici, e in un mondo come quello del gaming appena un videogioco presenta qualche problema, viene subito relegato nel dimenticatoio.

Necropolis_02Il titolo presenta una grafica low poly davvero ben elaborata: quello che è stato fatto male, invece, è una parte dell’art direction: principalmente lo studio della sceneggiatura e dei personaggi. La differenziazione delle location e dei vari nemici è pressoché inesistente, e crea una sorta di “effetto-loop infinito” in cui vi ritroverete davanti gli stessi nemici, le stesse mappe, ed elementi di gioco simili tra loro. Spostandoci verso il gameplay nudo e crudo, bisogna analizzare due caratteristiche specifiche. Per prima cosa, un soulslike punta tutto il “divertimento” nel morire spesso e ripetere sezioni di gioco dopo aver imparato il pattern di combattimento. Ma come è possibile replicare questa sensazione se, ad ogni morte, ricomincerete il gioco dal principio? Inoltre, in alcune sessioni di battaglia tra voi ed alcuni nemici, combattere risulterà fastidioso (e come in Dark Souls, un pad migliorerà drasticamente la vostra vita). L’atmosfera che respirerete durante i combattimenti sarà abbastanza simile a quella di Dark Souls, evitando però quella scoperta dei nemici (nascosti all’interno dei posti più strani), in quanto le luci, studiate magistralmente per creare un impatto scenico davvero originale, rovineranno però ogni minima e possibile esperienza di jump-scare.

Necropolis 05Un’altra caratteristica tralasciata dai creatori di Necropolis, che però invece risulta fondamentale in questo genere di giochi, è la differenziazione dell’equipaggiamento: troverete in giro poche armi, pochi scudi e pochi oggetti, e tutti questi non avranno un grande valore in termini di miglioramento del vostro personaggio, costringendovi a basare tutto sulle vostre abilità. In compenso però, ognuno di questi pochi oggetti avrà uno studio di design davvero raffinato, che con pochi elementi caratteristici saprà dare un’anima ad ognuno di questi oggetti. Una lancia va spezzata in favore degli sviluppatori che, velocemente, si sono messi a lavoro con DLC gratuiti, per ampliare il set di mostri, di equipaggiamenti e differenziare alcune location. Ad accompagnarvi lungo tutto il vostro cammino ci sarà una voce che parlerà direttamente al vostro personaggio, ironizzando spesso (un po’ alla The Stanley Parable), ma perdendo di efficacia dopo pochi minuti, diventando un semplice rumore di sottofondo, più sgradevole che ben accetto.

Necropolis_01Ma se il gioco presenta tutti questi grandi difetti (che ricordiamo, con molta probabilità, verranno corretti a breve), cosa ha nella sua anima da renderlo un titolo giocabile dai fan del genere? Il multiplayer. La caratteristica che, ultimamente viene inserita più per accontentare i vari giocatori, in questo titolo si rivela invece un punto cardine, forse l’unico (oltre allo stile grafico), permettendo a quattro giocatori di poter giocare una sessione insieme, aumentando notevolmente il livello tattico e tecnico necessario. Insomma, molti errori sono presenti, come ho già detto, molti verranno corretti e altrettanti verranno tralasciati, riducendo tutto ad un semplice concetto: le basi, se studiate nel dettaglio, potrebbero permettere la creazione di un titolo particolare, unico nel suo genere e divertente sia per i fan dei soulslike che dei roguelike.

Necropolis

6.9

Necropolis è un anello di congiunzione tra i giocatori dei soulslike e quelli dei roguelike: parte con mille idee che potrebbero rendere un gioco un'opera d'arte, ma le studia con sufficienza, generando problemi che potrebbero allontanare i vari giocatori. E' un esperimento non riuscito, che però lascia un ampio margine di miglioramento sia a se stesso che ai futuri titoli che percorreranno questa tortuosa strada In cooperativa il gioco fiorisce al massimo delle sue possibilità, creando un'esperienza unica e ormai poco vista nel panorama videoludico.

Simone Lelli
Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.

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