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Ori and the Will of the Wisps – Recensione della creatura targata Moon Studios

Quella d’Xbox One è una storia lastricata di fallimenti che hanno relegato l’ultima nata in casa Microsoft nelle retrovie, costretta a guardare da lontano l’ammiraglia Sony che, tra esclusive di peso e una martellante campagna marketing, ha saputo aggiudicarsi pienamente questa generazione videoludica oramai giunta agli sgoccioli. In questi difficili anni, però, la casa di Redmond non se n’è rimasta a guardare con le braccia conserte e il volto imbronciato ma anzi, sotto la guida di Phil Spencer la divisione Xbox è tornata a dare importanti segni di ripresa che, seppur abbiano potuto far ben poco in questo momento storico, potrebbero avere importanti ripercussioni sul futuro della compagnia, quando la tanto decantata Next-Gen farà la sua trionfale comparsa.

Insomma, Xbox One non è una console che verrà ricordata per le sue imperdibili esclusive, ma ciò non significa certo che grandi produzioni non abbiano bussato alle nostre porte, opere dall’incredibile valore produttivo che hanno saputo trasporci in mondi indimenticabili e carichi di fascino.

Tra queste, figura in particolare Ori and the Blind Forest, metroidvania 2D targato Moon Studios apparso dal nulla che come un fulmine a ciel sereno ha saputo stregare milioni di videogiocatori grazie alle sue indubbie qualità. Ora, esattamente cinque anni dopo l’uscita di quel primo indimenticabile capitolo, è giunto il momento di confrontarsi con il suo seguito, il passo successivo di un’epopea che ancora una volta ha saputo presentarsi innanzi ai nostri occhi con maestosa forza. Manca ancora qualche giorno all’uscita ufficiale del gioco ma noi di Game Legends, nel mentre, abbiamo potuto godere dell’esperienza offerta dal team con largo anticipo e ora siamo pronti a darvi il nostro responso definitivo. Ori and the Will of the Wisps è davvero quello step evolutivo in cui tutti quanti noi speravamo?

Persi nell’oscurità

Ori and the Will of the Wisps inizia esattamente da dove si era concluso The Blind Forest. L’oscurità che attanagliava la foresta di Nibel è stata oramai sconfitta e, come conseguenza delle nostre nobili azioni, qualcun altro dovrà soffrire al posto nostro. L’uovo che con così tanta cura era stato accudito da quell’essere che pensavamo fosse incapace d’amare è infatti passato nelle nostre mani e, una volta schiusosi, sono i due occhioni di un piccolo gufo quelli che ci si parano davanti; insicuro, spaventato e irrimediabilmente ferito a un’ala già nei suoi primi istanti di vita. Neanche a dirlo, la famiglia improvvisata venutasi a creare nel primo capitolo decide d’adottare la creaturina, rinominata Ku, e con lei passeremo buona parte della sua giovinezza. Passano le stagioni, tra afose giornate estive e fresche notti invernali durante le quali il nostro gruppo va affiatandosi sempre più, ma una nuova urgenza bussa alla porta. Ku sente infatti il suo istinto da volatile farsi sempre più pressante, ma il desiderio di viaggiare insieme ad altri stormi d’uccelli deve scontrarsi con l’impossibilità di volare vista la condizione in cui versa la sua fragile ala.

Il nostro luminoso protagonista Ori non si dà però per vinto e, con un po’ d’ingegno, riesce a regalare alla sua figliola adottiva la possibilità d’esplorare il mondo in volo. Saliti in groppa a Ku, ecco quindi che pochi istanti sono più che sufficienti per raggiungere le soffici nuvole che si stagliano alte nel cielo della notte, ma proprio sul più bello, una violenta tempesta colpisce improvvisamente l’affiatato duo che finisce per precipitare in una terra sconosciuta. Confusi e frastornati, ci risveglieremo di soprassalto in un mondo pieno zeppo d’insidie e dominato dall’oscurità, lontani dalla nostra Ku e incerti sul da farsi. Pochi istanti saranno però più che sufficienti per riordinare le idee e muovere i primi passi verso l’ignoto con un solo obiettivo in mente, trovare Ku e riportarla al sicuro.

Partendo da questo incipit narrativo, Ori and the Will of the Wisps va delineando un’avventura che si muove sulla falsariga del suo fratello maggiore. La componente narrativa della produzione ci porterà infatti a esplorare un mondo affascinante da scoprire un poco alla volta, entrando in contatto con i suoi abitanti ancora illuminati dalla luce, le sue terrificanti creature oramai ammorbate dalla nera oscurità e le sue terre cariche di storia. In un certo qual modo, giocando si sente l’influenza di varie produzioni che nel corso di questi lunghi anni si sono affacciate sul mercato, prima fra tutte quell’Hollow Knight che oramai è divenuto una pietra miliare del genere. Per quanto la sceneggiatura faccia da sfondo all’esperienza più propriamente ludica, il mood che si respira – a tratti squisitamente fantasy, in altri casi più lugubre e opprimente – riesce a incantare evocando nel giocatore di turno il sincero desiderio di scoprire cosa possa essere successo in quelle terre un tempo così piene di vita e ora ridotte a delle lande desolate. Com’è oramai prassi per il genere, rilevante nell’intreccio narrativo sarà la lore che potremo scoprire esplorando il mondo di gioco e interagendo con i vari personaggi che incontreremo, tutti splendidamente realizzati e carichi di fascino. Ancora una volta al centro delle vicende raccontate troveremo luce e oscurità intente ad affrontarsi in uno scontro senza esclusione di colpi, ma non fatevi trarre in inganno, le sorprese non mancheranno di certo.

Un mondo tutto da esplorare

Da un punto di vista spiccatamente ludico, Ori and the Will of the Wisps si presenta in maniera non dissimile da quanto visto con il capitolo del 2015. Ancora una volta ci muoveremo infatti in un ricco mondo di gioco 2D all’interno di una struttura da platform puro contaminato però da vari elementi presi direttamente dal mondo dei metroidvania, un connubio perfetto che saprà dar forma a un ricco gameplay che, pad alla mano, vi restituirà un feeling impagabile. Come facilmente immaginabile, il vero cuore pulsante della produzione si riassume proprio nell’enorme mondo di gioco che potremo visitare in lungo e in largo, un intricato labirinto d’ambientazioni ben diversificate che nasconderanno a ogni angolo trappole, passaggi secondari, cunicoli e segreti in quantità industriale. I primi istanti in-game regalano un senso d’impagabile abbandono, con il giocatore che non avrà le idee ben chiare su dove sia meglio andare. Varie strade si apriranno da ogni lato e sarà compito nostro decidere quale prendere, salvo poi trovare zone inaccessibili che ci costringeranno a tentare vie ancora inesplorate. Man mano che le ore andranno accumulandosi, però, ci si renderà conto che tutto è interconnesso, che quell’infinita sequela di corridoi e arene sono in realtà una magistrale mappa che impareremo a conoscere come il palmo della nostra mano, il tutto mentre andremo ottenendo nuove abilità essenziali per raggiungere luoghi ancora inesplorati.

Ecco che da qui va così delineandosi quel tocco da metroidvania di cui vi avevamo parlato poco sopra. Quando si comincia a giocare ci si sente pesanti, lenti e limitati, ma man mano che si procede nell’avventura – sbloccando di pari passo sempre più capacità uniche – andranno aumentando anche le possibilità offerteci; planare con una piuma, effettuare un doppio salto, utilizzare la propria energia (raffigurata da una barra blu ricaricabile tramite specifici minerali) per illuminare ciò che ci circonda, queste sono solo alcune delle numerose possibilità che ci verranno presentate, un ricco ventaglio d’opzioni aggiuntive attraverso le quali la struttura ludica della produzione andrà continuamente variando, di fatto evitando qualsivoglia rischio di monotonia. Ogni nuova ambientazione sa offrire nuovi spunti, ogni zona scoperta ci porterà a dover cambiare approccio, ogni occasione è buona per mettere in mostra un qualche nuovo potere, e preparatevi poiché ve ne saranno davvero parecchi. Non solo, infatti, entreremo in contatto con capacità necessarie per avanzare nel gioco, ma in giro per la mappa saranno nascoste varie abilità accessorie e potenziabili che, una volta attivate, ci potranno dare utili vantaggi, come un salto a mezz’aria aggiuntivo o un maggior quantitativo di vita. All’appello non mancheranno poi neanche collezionabili con i quali aumentare le nostre barre d’energia e vitalità, sfide di varia natura attraverso le quali mettersi alla prova o, ancora, missioni secondarie utili per ottenere le preziose “Sfere” necessarie per potenziarsi.

Lotta per la sopravvivenza

Una delle più grandi criticità che vennero mosse a Ori and the Blind Forest andava riassumendosi in un combat system alquanto povero e ripetitivo che sul lungo periodo finiva irrimediabilmente con l’annoiare. Ebbene, i ragazzi di Moon Studios hanno fatto tesoro delle critiche ricevute e con questo seguito hanno dato forma un sistema di combattimento ben più complesso e articolato. Questa volta, infatti, avremo a disposizione molte più possibilità, tra armi leggere, pesanti e dalla lunga distanza con cui far man bassa di nemici, e tra le tante abilità che potremo sbloccare, ce ne saranno molte che contribuiranno a rendere gli scontri ancor più divertenti e adrenalinici. Come se ciò non fosse abbastanza, Ori and the Will of the Wisps si caratterizza per una difficoltà alquanto elevata e che, in alcune fasi nello specifico, saprà mettere a dura prova anche i giocatori più determinati, tra fasi platform particolarmente ostiche e scontri all’ultimo sangue.

In tal senso, le boss-fight sono una vera e propria gioia per gli occhi, tutte ben diversificate, estremamente divertenti da affrontare e particolarmente gratificanti una volta che si sarà raggiunta l’agognata vittoria; senza tanti giri di parole, preparatevi poiché in queste fasi incorrerete in innumerevoli Game Over. Non preoccupatevi, però, poiché l’intelligente posizionamento dei checkpoint – unito a un’immediata responsività dei tasti – contribuisce a scongiurare il pericolo di dover affrontare fasi esageratamente frustranti e potenzialmente capaci di scoraggiare i giocatori meno avvezzi. Se proprio volessimo trovare un problema all’interno di cotanto splendore, non si può nascondere che in qualche caso abbiamo avuto difficoltà a leggere lo scontro, con una caoticità generale che ha reso assai difficile capire anche solo dove il nostro alter-ego digitale si trovasse tra un attacco e l’altro.

In termini più propriamente tecnici, Ori and the Will of the Wisps è uno splendore capace d’appagare tutti i sensi. Il team di Moon Studios non è solo stata capace di presentare un lavoro che si pone tranquillamente sullo stesso livello dell’opera originale, ma è riuscito addirittura a superarsi. Il mondo di gioco è uno spettacolo visivo inaspettatamente variegato nei suoi biomi che si caratterizza per degli scorci indimenticabili, con curati dettagli che vanno ad arricchire ogni singola inquadratura. La produzione fa sfoggio di una direzione artistica da capogiro che contribuisce a dare la sensazione di starsi muovendo all’interno di un magico dipinto. Ogni mostro, boss e personaggio che incontreremo nel corso dell’avventura riesce a emanare un proprio carisma e una specifica personalità anche grazie al meticoloso lavoro posto nel character design, il tutto nel mentre che meravigliosi giochi di luci e ombre contribuiscono a rendere l’ecosistema naturale sparso tutt’intorno a noi ancor più sprizzante d’energia.

Dulcis in fundo, il gioco si caratterizza per un frame-rate stabile a 60 fotogrammi al secondo che anche nelle fasi più complesse non perde mai il suo smalto. A chiudere quello che si potrebbe definire un quadro idilliaco, ci pensa infine una colonna sonora di gran livello che accompagna degnamente il giocatore con melodie capaci di scaldare il cuore. La nostra recensione è stata redatta dopo aver testato il gioco sia nella sua versione Xbox One, sia su PC tramite una copia Steam. Quest’ultima ci ha inoltre permesso di provare la versione definitiva della produzione, mentre per ottenere la patch Day One definitiva della controparte Xbox One, sarà necessario aspettare il giorno del lancio ufficiale del gioco.

Ori and the Will of the Wisps

9.5

:Se avete apprezzato Ori and the Blind Forest, non dovete farvi assolutamente scappare questo seguito. La nuova creatura di casa Moon Studios è un pratico esempio di ciò che un metroidvania dovrebbe essere, un’esperienza unica e indimenticabile che saprà anche farvi sudare le proverbiali sette camice, una fiaba capace d’immergervi in un universo narrativo tanto affascinante quanto spettrale. Fasi platformiche e scontri che non concedono un attimo di respiro vanno così susseguendosi in una danza di salti, schivate e attacchi dove la coordinazione mano/occhio sarà essenziale per riportare a casa la pelle, il tutto affiancato da un combat system più ricco e dinamico che saprà soddisfare anche il giocatore più esigente, in particolar modo durante le appassionanti boss-fight che dovremo affrontare di tanto in tanto. Un comparto tecnico semplicemente sontuoso e una colonna sonora d’indubbio spessore vanno a chiudere il cerchio di una produzione d’incredibile livello che saprà offrire ore ed ore di sano divertimento videoludico.

Luca Di Carlo
Cresciuto a suon di videogiochi, cartoni animati e fumetti, ho potuto godere di un infanzia interamente basata sulla creazione del nerd per antonomasia, sempre intento ad affrontare sane partite videoludiche e alla costante ricerca di tutto il comprabile da poter mettere in bella vista su qualche mensola. Essendo poi anche un grande casanova, ho scoperto il mio primo vero amore dopo aver attaccato la spina della mia Playstation 1, ma non preoccupatevi Microsoft e Nintendo, nel mio cuore vi è spazio anche per voi.

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