VideogiochiAnalisi

Origini degli abbonamenti online: i servizi, i giochi gratuiti e l’esplosione dei pass

Chiunque abbia iniziato la propria vita da videogiocatore nel corso dell’attuale generazione, o della scorsa, potrebbe dare per scontata la presenza dei moltissimi abbonamenti online, che ormai contornano inevitabilmente questo mercato. PlayStation Plus, Xbox Live Gold e Nintendo Switch Online per potersi connettere nei server e giocare con amici o persone da tutto il mondo su console, ma non mancano altri servizi legati ai videogiochi, i quali offrono diversi vantaggi o contenuti gratuiti nel corso delle settimane.

Tutto questo viene sostenuto generalmente da dei costi mensili da parte degli utenti, che non erano neanche immaginabili agli albori di questo mercato, in cui l’unica opzione possibile era comprare il gioco e giocarlo. Nel corso degli ultimi 20 anni questo concetto è però cambiato radicalmente, secondo alcuni giocatori in positivo e per altri in negativo. Siamo qui per ripercorrere la storia che vede gli abbonamenti online nascere ed affermarsi su tutte le principali piattaforme di gioco esistenti.

Xbox Live Rocket League

Da Xbox Live alla diffusione degli abbonamenti online

La storia in questione è datata 2002, anno in cui Microsoft decise di configurarsi come pioniera per questo nuovo panorama. La casa di Redmond volle infatti tralasciare i dati che vedevano solo una piccola parte della popolazione connessa a internet, e puntò tutto su quest’ultimo. Nacque così Xbox Live per la prima Xbox, un abbonamento online necessario per gli utenti che volevano connettersi in rete e sfruttare le infrastrutture su console. Anche se inizialmente la cosa non andò in porto, gradualmente gli abbonati aumentarono, come anche i possessori di una linea internet. All’arrivo di Xbox 360 nel 2005 ben 4 milioni di utenti erano abbonati a Xbox Live. Facendo un passettino indietro rispetto a quest’evento però, ci troviamo davanti a un altro tipo di abbonamento online a sfondo videoludico, che stava facendo parlare di sé per quel che riguarda il mercato PC. Nel 2004 World of Warcraft debuttò infatti in via ufficiale, riuscendo a ottenere moltissima notorietà e utenza, il che l’ha reso un gioco estremamente attivo fino al giorno d’oggi. A metà degli anni zero questo concetto si iniziava quindi a radicare in una buona fetta dei videogiocatori, la quale venne soddisfatta dalle politiche intraprese da Microsoft per l’imminente Xbox 360.

Una volta giunti nel 2010 anche la rivale della casa di Redmond, Sony, decise di entrare con estrema cautela in questo mondo. Mentre su PC nasceva l’Humble Bundle, su PlayStation 3 arrivò il PlayStation Plus, un servizio che permetteva di ricevere alcuni vantaggi sul PS Store dell’epoca, e dei titoli gratis a cadenza mensile. L’online rimaneva però gratuito per tutti gli utenti, e questa politica riuscì quindi ad attecchire solo per i giocatori meno casual, che decisero di cogliere l’iniziativa di Sony per espandere la propria libreria. Con l’arrivo dell’attuale generazione le due case attinsero ognuna dalle idee dell’altra. PlayStation dichiarò infatti che per utilizzare le infrastrutture su PS4 gli utenti avrebbero dovuto possedere obbligatoriamente il PlayStation Plus, il quale avrebbe però continuato a garantire sconti e titoli gratuiti per gli abbonati. Microsoft annunciò invece i Games With Gold, una miglioria per l’offerta dell’Xbox Live che vedeva anche in questo caso dei giochi gratuiti a cadenza mensile per gli utenti che sottoscrivevano un abbonamento, cosicché le due case pareggiarono le offerte.

L’evoluzione degli abbonamenti online

Come ben sappiamo Xbox Live e PlayStation Plus sono ancora in vigore e pienamente attivi, ma diversi altri abbonamenti online si sono presentati nel corso degli ultimi 10 anni. Tim Games e NVidia Shield hanno cercato di portare il gaming su TV, Discord Nitro ha supportato il software per chiamate con interessanti promozioni e nel mentre Apple Arcade ha tentato di evolvere il mercato mobile, con Uplay+ e Origin Access che hanno sfruttato le grandi librerie delle software house che li possiedono.

Alcuni di questi servizi sono fortemente riusciti e altri meno, ma la fortuna dei consumatori è al giorno d’oggi una varietà impressionante di soluzioni sul mercato. Ovviamente ognuna richiede un costo mensile, che per quanto risulti basso preso singolarmente riesce a diventare astronomico se sommato a molti altri. Ogni giocatore può innamorarsi di un singolo abbonamento online, provarli tutti a rotazione per usufruire delle librerie, o semplicemente restare fedele ai vecchi canoni e non considerare queste opzioni.

Xbox Game Pass

La trasformazione nei Pass

Nel corso degli ultimissimi anni abbiamo potuto assistere alla nascita dei Pass, servizi nati con l’obiettivo di espandere il concetto degli abbonamenti online. Una singola parola racchiude un concetto divenuto ormai una fondamenta del mercato odierno, e addirittura modello commerciale di intere software house. Volendo dare una definizione, i Pass sono degli abbonamenti che comprendono una spesa iniziale che non fornisce un semplice contenuto, ma moltissimi. Il più famoso, che esula dal supporto a un singolo titolo e si propone in termini più ampi, è senza dubbio l’Xbox Game Pass. Con una formula ispirata al meno recente ma simile PlayStation Now, il servizio di Xbox garantisce agli utenti una libreria di giochi vastissima. Il prezzo d’ingresso è davvero basso per entrambi e si tratta di una quota mensile che non va a coprire neanche il costo di un singolo titolo tripla A. L’Xbox Game Pass e il PlayStation Now sono in fin dei conti abbonamenti online come tutti gli altri, ma chiunque ci si interfacci riceve immediatamente una valanga di contenuti, la quale viene inoltre aggiornata a cadenza mensile.

pass espansione - pokemon spada e scudo dlc

Un discorso simile avviene per i Pass Battaglia e per i Pass Stagionali, due modelli di economizzazione del videogioco piuttosto particolari. Nel primo caso troviamo una serie di contenuti tutti acquistabili attraverso una singola transazione, che generalmente si attesta intorno ai 10 euro, ma spesso presenta una versione gratuita con meno contenuti. Nuovi oggetti i-game vengono riscossi appena dopo l’acquisto, ma continuando a spendere tempo sul titolo in questione nuove ricompense vengono poi date all’utente. In questo caso il giocatore non dovrà effettuare nuove microtransazioni ma continuerà a vedere i frutti di quella iniziale semplicemente giocando, fino a che il pass non sarà scaduto e un nuovo si presenterà. Questa formula è stata brevettata e resa celebre dal fenomeno di Fortnite, per poi venire ampliata ad altri battle royale come Apex Legends, ma è riuscita a esulare dal genere in questione venendo presentata anche in giochi diametralmente opposti come Gears 5. I Pass Stagionali vedono invece una serie di contenuti a pagamento venire inclusi in un singolo acquisto, come fosse un bundle – questi vengono però rilasciati anche in seguito e sono già disponibili per chi possiede il suddetto Pass. Inoltre, l’acquisto iniziale riesce a scontare il prezzo finale e garantisce di norma dei vantaggi ulteriori per un’intera stagione, fino alla sua scadenza.

Vince l’utente

Come in ogni mercato, l’estrema varietà di prodotti e la competizione fra le aziende va a favorire indubbiamente i clienti. Al giorno d’oggi chiunque si interfacci al mondo dei videogiochi ha davanti una serie di possibilità infinite, specialmente se si considera gli anni passati. Si può sempre personalizzare il proprio approccio agli acquisti scegliendo come introdursi nell’esperienza eccessiva. Inoltre, il rischio della saturazione del mercato per la quantità degli abbonamenti online presenti è sempre dietro l’angolo, come le aziende ben sanno. Porgendo l’orecchio si sentirà quindi sempre parlare del nuovo sconto di quell’abbonamento o di quell’altro, di quella promozione e di quell’Xbox Game Pass Ultimate, che prende tutti i servizi di Xbox e li racchiude in un singolo pacchetto a un prezzo conveniente. Una competizione così agguerrita va poi a migliorare la qualità dei servizi offerti, in quanto i venditori vogliono attirare i clienti dalla propria parte, riducendo anche i prezzi. Una volta arrivati a questo punto, cosa ci riserverà il futuro?

Andrea Pellicane
Nasce nel 2000 già possessore di una Playstation 1 e già appassionato di videogiochi. In tenera età scopre il mondo dell’informatica ed inizia la sua inutile corsa verso la bramatissima Master Race. Nonostante la potenza di calcolo sia la sua linfa vitale è alla perenne ricerca della varietà e di titoli indie che piacciono solo a lui, incurante del fatto che potrebbero funzionare agevolmente anche su un tostapane. Viene spesso avvistato mentre effettua incomprensibili ragionamenti (soprattutto per lui) legati all'economia. Eccelle particolarmente nel trovare i momenti meno opportuni per iniziare e divorare intere serie TV.

    Rispondi

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

    Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

    Potrebbe interessarti anche