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Outriders – Anteprima, abbiamo provato la demo dello shooter targato People Can Fly

Sin dal suo annuncio risalente a quasi due anni fa, Outriders si è mostrato un progetto da tenere d’occhio, curato da sviluppatori che hanno già dato vita a diversi sparatutto. Parliamo infatti di People Can Fly, coloro che si sono occupati in parte della saga di Gears of War (soprattutto per Gears of War: Judgment), come anche di Painkiller e Bulletstorm. Questa volta, però, il team punta ancora più in alto, desideroso di offrire all’utenza un game as a service che ha l’intento d’imporsi prepotentemente sul mercato, fra diverse classi, una grossa mole di contenuti e una storia alquanto intrigante.

Outriders

Abbiamo già avuto modo di analizzare tempo addietro quanto mostrato nei molti trailer presentati, ma finalmente il gioco è stato reso – in piccole dosi – disponibile per tutta l’utenza, grazie a una demo approdata sugli store giusto recentemente, prima dello sbarco di Outriders che avverrà su PC, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X/S e Google Stadia nella giornata del 1° aprile 2021. Ci siamo adoperati per mettere mano sulla versione PC di questa demo, testando le qualità del prodotto a circa due mesi dal debutto; scopriamo quindi insieme cos’abbiamo potuto scoprire in questa breve – ma intensa – prova del gioco!

Sparatorie fra GDR e pianeti letali

La demo di Outriders presenta le basi narrative dell’opera, attraverso un tutorial – non particolarmente coinvolgente – che permette di familiarizzare con le meccaniche principali. Attualmente sono presenti diversi problemi tecnici, e questa è la fase che effettivamente ci ha richiesto più tempo per il completamento; inoltre, lo skip parziale dei dialoghi finisce purtroppo per cancellare diverse frasi successive alla prima dello stesso personaggio, il che “obbliga” ad ascoltare interamente ogni parola per poter comprendere al meglio la storia del gioco. C’è da dire però che la trama di Outriders risulta piuttosto interessante; nonostante ci sia stato possibile approfondirla solo per una manciata di ore, questa ci ha convinto velocemente. Chiariamoci, trattandosi di un game as a service multiplayer è normale che questa non sia pensata per offrire una qualità eccellente come se dovesse essere il fulcro dell’esperienza, ma per ora sembra si tratti di qualcosa di molto più approfondito rispetto a un mero pretesto per le ambientazioni. Inoltre, nonostante sia – leggermente – personalizzabile e gli venga dato un nome, il protagonista che si utilizza ha un proprio carattere ben definito, il che potrà offrire spunti di narrazione sempre migliori con il debutto dell’esperienza completa.

Parlando del gameplay, ci è stato messo in mano un protagonista che non ha potuto migliorare ed evolversi particolarmente in queste brevi sequenze di gioco, ma sembra che tutte le meccaniche ludiche siano state sviscerate con attenzione. L’opera si configura come uno sparatutto in terza persona molto action, dinamico, ma con qualche sprazzo di tatticità legato alle coperture e al movimento fra queste. Sono presenti 4 classi, ognuna con altre sottoclassi, da approfondire con un albero delle abilità espandibile aumentando di livello. Le semplici bocche da fuoco – che offrono un feedback sorprendentemente piacevole – vengono quindi accompagnate da numerose abilità selezionabili da utilizzare in battaglia. Ogni giocatore delle squadre (nel caso in cui si decida di giocare in multiplayer con utenti casuali o con gli amici, attraverso anche il cross-play) finisce quindi per avere un ruolo ben definito, nonostante sia possibile far fuoco con le molteplici armi presenti per mettere K.O. i nemici.

Outriders

Le potenzialità di Outriders

Le prime missioni che abbiamo provato hanno offerto dei percorsi abbastanza lineari, dove il fulcro è stato quello di sterminare ondate di nemici e proseguire verso la nostra meta, avanzando obiettivo dopo obiettivo nella campagna. Non è da trascurare la componente GDR però, che fa capolino con il drop degli oggetti da parte dei nemici e sul finire delle missioni, mentre è possibile anche accumulare esperienza per far salire di livello il proprio personaggio e il mondo di gioco, il quale aumenta di difficoltà e offre ricompense migliori sotto ogni ambito. Tecnicamente, l’opera non è stata solida in tutte le situazioni, e c’è da dire che la qualità dei modelli e delle animazioni sembra decisamente inferiore rispetto a quanto mostrato nei trailer. L’ottimizzazione su PC è però ben riuscita, anche se la maggior parte delle cutscene è bloccata a 30 FPS e può quindi risultare difficile da ammirare rispetto a tutte le sezioni ludiche.

Nonostante qualche incertezza sul lato tecnico, che potrebbe essere risolta in prossimità del day one (ricordiamo, fissato per l’1 aprile 2021), non vediamo l’ora di mettere mano sul gioco completo, il quale sembra sempre più pieno di potenzialità. È vero, da lontano il profumo di Destiny si sente, ma ciononostante l’opera è risultata in questa prima prova piena di sprazzi di originalità sorprendenti, e sembra pronta anche per essere espansa per molti anni grazie al supporto post-lancio di cui People Can Fly dovrà occuparsi. Appuntamento alla recensione quindi, nella quale approfondiremo nel dettaglio l’esperienza completa.

Andrea Pellicane
Nasce nel 2000 già possessore di una Playstation 1 e già appassionato di videogiochi. In tenera età scopre il mondo dell’informatica ed inizia la sua inutile corsa verso la bramatissima Master Race. Nonostante la potenza di calcolo sia la sua linfa vitale è alla perenne ricerca della varietà e di titoli indie che piacciono solo a lui, incurante del fatto che potrebbero funzionare agevolmente anche su un tostapane. Viene spesso avvistato mentre effettua incomprensibili ragionamenti (soprattutto per lui) legati all'economia. Eccelle particolarmente nel trovare i momenti meno opportuni per iniziare e divorare intere serie TV.

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