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Overwatch – Recensione della versione per Nintendo Switch

Il Nintendo Switch nell’ultimo periodo si sta avvicinando sempre di più al parco titoli presente sulle altre due console maggiori: attenzione, non stiamo parlando di un avvicinamento totale, ma di sicuro aziende come Blizzard stanno dando il loro contributo a rendere la creatura di casa Nintendo una console eterogenea. Nonostante tutto, pensare ad un gioco che sfrutta in modo pesante la potenza di calcolo di una macchina e rivederlo sulla console Nintendo non restituisce di certo un primo colpo d’occhio positivo. Fortunatamente, però, non tutto è riducibile al solo livello tecnico, e Overwatch ce lo ricorda per bene.

Console che vai, usanze che trovi

Non ci metteremo a parlare del gioco in se in quanto ne abbiamo già parlato (e anche molto): l’fps di Blizzard trasforma i personaggi in vere classi da utilizzare in un connubio di tattica e shooting, come difficilmente s’era visto prima. Ormai molti titoli sfruttano questa dinamica, che prima era decisamente più avveniristica. Ma quando Overwatch arriva su Nintendo Switch le cose un po’ cambiano: parlando di tecnica, il gioco gira a 900p nella modalità Dock e 720p in quella portatile. Non serviamo noi per dirvi che su TV la qualità peggiora, anche se la risoluzione dinamica riesce a gestire molto bene il frame rate.

Se siete abituati alla versione PC, vi basterà sapere che su Switch il gioco gira a delle impostazioni minime, quanto basta per vedere i poligoni e giocare bene. Fortunatamente, in modalità portatile questi dettagli saltano poco all’occhio, mentre gli FPS rimangono saldi a 30 (salvo quando c’è davvero il caos in mappa). Eppure la vera magia sta proprio nel fatto che, sebbene tecnicamente sia inferiore, la conversione per Nintendo Switch di Overwatch non lascia nulla indietro: nessun cambiamento delle meccaniche, mappe o quant’altro, cosa che succedeva molto spesso prima della venuta di questa console.

Overwatch in mano

Difficile da dire, eppure la magia di avere Overwatch in modalità portatile è qualcosa di assurdo: pensare ad un gioco del genere e vederlo comparire su una Nintendo Switch rimane una magia inspiegabile. Eppure va evidenziato (ovviamente) come su Switch sia il peggior modo di godere dell’esperienza offerta da Overwatch. Prima di tutto, giocare con i Joy-Con non è per nulla comodo: già con il Pro Controller le cose cambiano, ma ricordiamo bene come il pad in questo genere di giochi sia decisamente sconsigliato.

In secondo luogo rimane il fatto che il sistema online Nintendo non è ancora pronto a portarsi in spalla titoli di questo genere: fortuna vuole che la chat del gioco sia slegata da quella Nintendo, facilitando almeno il dialogo. Le impostazioni permettono infine di fixare molti parametri legati alla gestione dell’opera, permettendovi quindi di regolare velocità, mira e quant’altro. Tutto questo non risolve però quel paio di problemi che saltano all’occhio all’inizio di ogni partita, dai caricamenti molto lenti alla comparsa dell’environment in gioco in modo tedioso e rallentato.

overwatch_sombra_1

Il me bambino non può però fare a meno di urlare a gran voce per la gioia: sembra passato poco tempo da quando, per giocare ad uno shooter decente su Nintendo DS, ero costretto a dover ripiegare su Metroid Prime Hunters. Le partite che però uscivano fuori in locale, a quel gioco, erano qualcosa di magico. Pensare che dopo 13 anni dei ragazzi ora potranno vedersi e giocare ad un FPS di tale caratura in tutta portabilità è qualcosa di inspiegabile, che forse noi non riusciremmo a comprendere e che invece rende Overwatch per Nintendo Switch un must da comprare per i fan del genere. Vi ricordiamo infine che per giocare online serve l’abbonamento online di Nintendo Switch, ma nel gioco è già compreso un trial di 3 mesi.

Overwatch

7.3

Con un compromesso abbastanza pesante sul lato tecnico, Overwatch riesce però ad arrivare su Nintendo Switch: il gioco si presenta con tutte le sue dinamiche, segnando un grande passo per la console, che inizia a vedere sempre più grandi produzioni terze parti. Nonostante il compromesso, il gioco è fruibile, divertente e soprattutto un must per chi possiede la console e vuole scendere in campo.

Simone Lelli
Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.

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