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Parola all’esperto – Fist of the North Star: Lost Paradise

Parte oggi, e parte con un gioco fuori dagli schemi, la nostra rubrica speciale Parola all’esperto. Andremo ad analizzare, oltre che con la canonica recensione della redazione di Game Legends, anche un punto di vista particolare di determinati titoli, più vicino all’utente e al fan. Apre le danze Livio Accarino, fan ed esperto della saga di Ken il Guerriero, che va a raccontarci il nuovo titolo uscito il 2 ottobre 2018 nei negozi (di cui trovate la nostra recensione qui).

Come un fulmine dal cielo

Ken il guerriero” è uscito per la prima volta in Italia nel lontano 1987, con il manga prodotto da Buronson e Tetsuo Hara nel lontano 1983 in Giappone col titolo di “Hokuto no Ken北斗の拳 (Fist of the North Star pugno della stella del nord). Kenshiro, grazie a Sega che ha lavorato col team che ha prodotto la serie Yakuza (Ryu Ga Gotoku 龍が如く dal quale infatti è tratto il titolo giapponese “Hokuto ga gotoku” 北斗が如く) è sbarcato sulle PS4 occidentali dal 2 ottobre col titolo di Fist of the North Star : Lost Paradise, in una versione che in Italia si chiama “Kenshiro Edition”.  Questa comprende adesivi esclusivi, carte della morte, immagini olografiche, DLC e la copertina reversibile utilizzata per la versione giapponese del gioco uscito lo scorso marzo.

Una combo perfetta

Come detto in precedenza, tale opera è stata concepita con la struttura classica dei giochi di Yakuza e non più con la formula dei vari musou o Dinasty Warriors prodotti da Koei Tecmo, i quali uscirono su PS3 con i titoli di Fist of the North Star : Ken’s Rage e Fist of the North Star : Ken’s Rage 2, che altro non erano che picchiaduro a scorrimento dove, potenziando i vari personaggi della saga, si potevano ottenere varie skills al fine di tirarsele di santa ragione anche in cooperativa con gli amici, ma sfociando ben presto nella più totale monotonia.

Stavolta gli amici di casa SEGA, hanno però deciso di fare le cose sul serio, dando vita ad un prodotto che difficilmente risulterà monotono, giacché , come anche nei giochi della serie di Yakuza, non mancano di certo le attività da svolgere. La modalità storia, per altro per alcune parti completamente inedita, ripercorre sin dalle prime battute del gioco le gesta di Kenshiro nella sua battaglia contro Shin, che per riappropriarsi della sua amata donna Julia – Yuria in giapponese – dovrà recarsi nella città di Eden (da qui il titolo del gioco “Lost Paradise”, come se fosse l’ultima città tranquilla rimasta) dove si svilupperà l’intero gioco e dove incontreremo vecchie conoscenze e facendone di nuove. Tra questi troviamo Jagger, Toki ed ovviamente Raoh, che non sarà il solo che vorrà impossessarsi di lei. Non mancheranno, naturalmente altri luoghi iconici del cartone animato che per motivi di spoiler ometto volontariamente. Insomma, seppur non esattamente come nell’anime, anche stavolta Julia è la causa di tutti i mali attorno ai quali ruota tutto (“chi dice donna dice guaio” ndr). Possiamo garantire che benché la trama non sia fedele all’opera di Buronson e Tetsuo Hara, il gioco è godibilissimo e ci è piaciuto molto, anche se magari qualche fan purista potrebbe aver qualcosa da ridire.

Torniamo al gameplay: mentre Kenshiro vagherà per cercare Julia, si imbatterà anche in simpatiche sale giochi, come accadeva nei giochi di Yakuza, nelle quali è possibile giocare i classici di un tempo che hanno reso famosa SEGA nel corso degli anni, tra cui Space Harrier ed Hang On in primis, ed è anche presente una chicca che farà felici i fan del vecchio Master System… Purtroppo tali meraviglie dovranno essere sbloccate girovagando per il deserto con l’aiuto della macchina di Bart attraverso alcune delle cento Side Quests, svolte le quali verrete ricompensati con uno dei masterpiece dell’azienda. A proposito della macchina, non solo dovremo provvedere ai suoi rifornimenti, ma anche disputare vere e proprie gare alla Death Race, nelle quali dovrete superare e sconfiggere i vostri avversari, ma anche recuperare degli oggetti che vi aiuteranno per potenziare le vetture. Potrete anche vincere degli equipaggiamenti per il nostro nerboruto eroe, oppure potrete comprarli in alcuni negozi sparsi per la città di Eden. A parte le gare automobilistiche, tra i mini game secondari che pullulano nel titolo vi sono poi il Bartender, dove Kenshiro si improvvisa barista creando cocktail tramite QTE (quick time event), il Colosseo, dove si può affrontare una serie di avversari ed ottenere svariate ricompense in cambio, e il Casinò, dove è possibile ottenere soldi gestendo delle hostess in un locale, riuscendo ad intrattenere i clienti agghindandole sempre di più con vestiti succinti e gioielli sfarzosi, ottenendo consensi da parte della clientela e favorendo i nostri risparmi per la sala giochi e per gli acquisti compulsivi nelle bancarelle di Eden City. Per non farsi mancare nulla, SEGA ha inserito per i fan più nostalgici un mini game che chi ha seguito attentamente le puntate di Ken il guerriero non potrà mai dimenticare: la possibilità di colpire i nemici in moto con un’asta di ferro e scagliarli il più lontano possibile come se stesse giocando a golf.

Omae Wa Mou Picchia Tu

Ovviamente Kenshiro non è uno che si diverte solo tra giochi da bar e belle donne, e la componente principale del gioco è sempre quella di menare le mani, stavolta attraverso un raffinatissimo sistema di combattimento molto diverso rispetto ai giochi di Koei Tecmo. Premendo i tasti quadrato e triangolo sarà possibile sferrare micidiali pugni e calci dando vita a delle devastanti combo che si potranno sbloccare attraverso alcune skills nell’apposito menù, nel quale si dovranno distribuire i punti esperienza che acquisiremo uccidendo i nemici e salendo di livello. In tal modo si potranno anche ottenere nuovi colpi della Sacra Scuola di Hokuto, tra cui il famosissimo Hokuto Hyakuretsu Ken 北斗百裂拳 – i cento pugni di Hokuto – dopo il quale Kenshiro esclama sempre “Omae Wa Mou Shindeiru” (お前はもう死んでいる) You Are Already Dead”, ma anche aumentare l’energia vitale del nostro protagonista, la sua difesa, la sua schivata e così via. A tal proposito fanno la loro comparsa anche molti personaggi familiari sotto forma di talismani segreti che, una volta acquistati e sbloccati, potremo usare di tanto in tanto nel bel mezzo dei combattimenti.

Gli altri tasti sono dedicati al “dash”, utilizzato per schivare velocemente ogni cosa possa ferire il nostro Kenshiro, alla parata, per bloccare gli attacchi nemici o gli oggetti che ci verranno lanciati contro, e quello dedicato ad attivare i colpi speciali tramite QTE e per utilizzare gli oggetti sparsi per terra. A tal proposito una caratteristica molto particolare di questa nuova reincarnazione dell’uomo dalle sette stelle, sono le urla di dolore di chi finirà sotto i potenti colpi di Hokuto, e tali urla verranno convertite in veri e propri oggetti da lancio. Questi sono rappresentati dalla forma delle loro urla chiamate “abeshi” dove la lettera A sta per l’urlo, mentre “beshi” è l’onomatopea giapponese di quando si riceve un pugno in faccia. Ovviamente di questi abeshi esiste una vera e propria collezione all’interno del gioco, e sta a voi sbloccarle tutte, sbloccando uno dei più difficili trofei che compongono il platino di questo gioco.

Inoltre è presente un indicatore denominato “Burst” rappresentato dalle sette stelle che si riempirà man mano che ucciderete i vostri avversari tramite i colpi della Sacra Scuola di Hokuto. Col giusto tempismo sarà possibile riempirlo molto più velocemente: una volta fatto ve ne accorgerete tramite l’aura che sprigionerà il nostro Kenshiro, ma anche dalla possibilità di premere il tasto R2 per scatenare la furia del nostro eroe, distruggendo come da copione la sua giacca e sferrando colpi più potenti e più veloci fino al suo esaurimento.

fist of the north star: lost paradise

Colpo della grafica di Hokuto….

Dal punto di vista tecnico e grafico il gioco è stato creato in cell shading, probabilmente non solo per aiutare il motore grafico a gestire la moltitudine di nemici presenti su schermo senza il benché minimo calo di framerate, ma anche per enfatizzare la violenza delle morti dei nemici rendendole più splatter. Questo aiuta anche la loro spettacolarizzazione, che nella versione occidentale del gioco risultano ancora più cruente e con molto più sangue rispetto alla controparte nipponica (complice la censura che vige nella terra del Sol Levante). Il gioco risulta sempre fluido e solo nei momenti più concitati possiamo dire che la telecamera, come nei giochi di questo genere e negli Yakuza, non è sempre all’altezza di quanto avviene su schermo, a causa dell’enorme affluenza dei nemici. Nonostante ciò, il sistema di combattimento risulta solido e ben strutturato. Sappiate che Sega ha pensato bene di introdurre Kazuma Kiryu come costume da usare al posto del buon Kenshiro semplicemente scaricandolo come DLC dal Playstation Store per un periodo di tempo limitato, anche se talvolta la sua presenza non si sposa perfettamente con le tecniche della Sacra Scuola di Hokuto del quale fa uso Kenshiro.

Passando all’audio, Sarà possibile utilizzare come colonna sonora delle vostre scorribande nel deserto sia l’immancabile opening giapponese dell’anime “You wa shock”, sia la sigla principale della seconda serie, cioè la straordinaria “Tough Boy”, rendendo i vostri viaggi in macchina molto più piacevoli, con la ricerca di oggetti segreti da recuperare e nemici da affrontare. A parte le musiche originali inserite come DLC, quelle proposte sono tutte inedite e godono di ottima fattura, sposandosi perfettamente con l’ambiente di gioco. Per quanto concerne la localizzazione, l’intero gioco è ovviamente doppiato in giapponese e – purtroppo – anche in inglese assolutamente dimenticabile e inadatto. L’unicità della traccia giapponese avrebbe di certo reso il gioco più fedele all’anime, e soprattutto più godibile. I sottotitoli sono anch’essi in inglese e, nonostante l’enorme fama di Kenshiro in terra italiana, SEGA purtroppo non ha provveduto ad una localizzazione nella nostra lingua.

Infine qualcosa sulla longevità: saranno necessarie una ventina d’ore per terminare la modalità storia, mentre un centinaio per i completarlo al 100% e per il platino. Se ancora non siete soddisfatti, sappiate che sono presenti il New Game Plus ed una modalità chiama Endless Eden, nella quale avrete il carry over totale sui vostri oggetti raccolti nella prima run di gioco.

Fist of the North Star: Lost Paradise

Mai, mai, scorderai… un gioco così particolare!

Sicuramente possiamo dire di trovarci di fronte a una delle migliori trasposizioni di Kenshiro su console negli ultimi trent’anni, anche se gli amanti della storia originale potrebbero non apprezzare il fatto che la trama prenda una piega inedita e non rispecchi il manga o l’anime. Per il resto sicuramente si tratta di un prodotto originale ed inedito che solo SEGA poteva creare con la sua maestria e i suoi tocchi di classe, e che si discosta volutamente dalle produzioni dell’epoca PS3.

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