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PlayStation ha bisogno del suo Halo

È recente la notizia che vede Sony decisa nell’acquisire Bungie, una software house decisamente più piccola rispetto a quelle puntate dalla controparte di Xbox, dato che quest’ultima ha avuto modo di spendere quasi 70 miliardi di dollari per Activision Blizzard, ma che all’effettivo potrebbe cambiare le carte in tavola nel mondo PlayStation. Questi 3.6 miliardi di dollari infatti, sono piuttosto mirati, e non servono solamente per arrivare al culmine di una collaborazione e comunicazione che va ormai avanti da moltissimi anni – vista la dichiarata sintonia fra le due compagnie che ora operano sotto la stessa ala – ma anche per via delle potenzialità di Bungie nel mondo dei videogiochi. All’effettivo, i creatori originari di Halo, gestiscono solamente l’IP di Destiny per ora, sempre che un terzo capitolo o un videogioco completamente nuovo non sia in sviluppo, ma hanno saputo dimostrare a PlayStation la propria maestria.

Fra FPS e GaaS

Esatto, parliamo proprio – per assurdo – di coloro che hanno creato la saga di punta della divisione Xbox, e realizzato per il team verde un vero e proprio gioiellino da curare e portare avanti nel corso degli anni, il quale sottolinea come Sony sia indietro sotto diversi punti di vista. Nonostante il campo delle vendite decisamente migliore, anche per via di una serie di esclusive di maggiore rilievo che sono arrivate nel corso degli anni, la casa blu ha due grosse mancanze che sembra ormai pronta a voler sistemare con quest’acquisizione, sempre che anche le prossime – ormai confermate – non abbiano obiettivi simili. Si parla nello specifico della presenza di FPS (sparatutto in prima persona) del calibro di Halo fra le IP gestite dai propri PlayStation Studios, e anche di Game as a Service degni di nota, campo in cui Xbox domina ormai in maniera indiscussa da tempo, nonostante una presenza sul mercato decisamente minore.

Halo Infinite

Le avventure di Master Chief e la possibilità del team Xbox di creare giochi con una lunga durata sono davvero così importanti? Assolutamente sì, e sembra ormai palese, anche per via di qualche pubblicazione (come Destruction AllStars e Predator Hunting Grounds) e notizia, fra cui il lancio di Factions di The Last of Us Parte 2, che anche il colosso nipponico si sia accorto della propria mancanza. Nonostante le proprie esperienze, per quanto quasi sempre in terza persona e di stampo action adventure (con varie derivazioni verso ulteriori generi) in single player, risultino particolarmente apprezzate, avere delle IP in grado di tenere incollati gli utenti PlayStation davanti alle proprie console per mesi come fanno titoli di terze parti sarebbe davvero importante.

Per fortuna, grazie all’offerta del mercato, fra Call of Duty (sempre che la saga continui a uscire su console Sony) e Fortnite vari, con due titoli per citare solamente qualche esempio delle decine di possibilità presenti nel PlayStation Store, gli utenti non devono di certo rinunciare ad esperienze di questo tipo, ma il fatto che si tratti di multipiattaforma non è il giusto biglietto d’ingresso per portare nuove utenti fra le proprie braccia. Ed è qui che entra in gioco l’acquisizione di Bungie, per quanto insolita questa sia, visto che la software house continuerà a pubblicare indipendentemente i propri prodotti su tutte le piattaforme, potrebbe porre una soluzione al problema, o almeno iniziare un viaggio che punta a evolvere le possibilità dei prodotti PlayStation.

Acquisizioni mirate

Bungie, fra le fila di PlayStation, potrebbe essere infatti l’incaricata di creare il tanto chiacchierato “nuovo Halo, che si tratti di una saga di sparatutto in prima persona finalmente brandizzata PS (seppur in uscita anche sulle altre piattaforme), di un Game as a Service di rilievo, o nel migliore dei casi di entrambe le cose, una necessità ormai molto sentita. Inoltre, per quanto Bungie abbia deciso di non passare completamente al lato PlayStation con le proprie produzioni, nulla esclude che questa non possa fornire agli utenti Sony dei contenuti esclusivi, come anche collaborare con ulteriori software house facenti parte dei PlayStation Studios per ottenere ottimi risultati.

Killzone

Mentre infatti l’azienda lavorerà per trovare nuovi talenti a Bungie, non è detto che il “favore” non possa essere ricambiato, e che gli autori di Destiny, mentre si impegneranno per supportare la loro opera di punta ed eventualmente ulteriori prodotti, non possano aiutare alcuni degli studi del colosso nipponico a realizzare dei titoli pronti a competere con l’agguerritissima offerta del mercato, fornendo la propria esperienza e parte del proprio talento per migliorare l’ecosistema PlayStation.

Non è da escludere neanche che si tratti inoltre per forza di una nuova IP, visto che fra i titoli targati PlayStation abbiamo visto diverse opere di rilievo anche nel campo degli sparatutto in prima persona, seppur queste non abbiano avuto sufficiente linfa vitale per resistere a molte generazioni come ha fatto Halo, o almeno non con la stessa intensità e importanza sul mercato. Parliamo ad esempio di Resistance e di Killzone, che nel caso in cui tornassero finalmente su PlayStation 5 (in seguito alla bocciatura della proposta di Bend Studio di ristrutturare il primo) potrebbero ora farlo con una serie di talenti a supporto non indifferente.

Parlando proprio di Bend Studio, abbiamo a che fare con uno sviluppatore che ha realizzato uno sparatutto open world come ultima opera (seppur non in prima persona), con un ottimo supporto post lancio mantenuto per diverso tempo, e considerando che lavora ora ad una nuovissima IP, potrebbe essere proprio la software house perfetta per portare avanti dei progetti di questo tipo in casa PlayStation.

Il fatto che il colosso nipponico abbia ora bisogno di carburante sotto il campo dei Game as a Service è oramai in ogni caso noto e ufficiale, e sembra quindi si tratti più di una questione di “quando e come” e non di “se”, visto che fra nuove potenziali acquisizioni ed enormi risorse già presenti nei PlayStation Studios, delle piacevoli novità in tal senso sembrano ormai particolarmente vicine. Non ci resta che sperare che nel giro dei prossimi anni, mentre si impegnerà per portare avanti i classici titoli che hanno reso l’ecosistema magnifico così di successo, impieghi parte delle proprie risorse anche per adattarsi all’offerta della concorrenza diretta, fornendo la propria visione di alcuni generi e progetti.

Andrea Pellicane
Nasce nel 2000 già possessore di una Playstation 1 e già appassionato di videogiochi. In tenera età scopre il mondo dell’informatica ed inizia la sua inutile corsa verso la bramatissima Master Race. Nonostante la potenza di calcolo sia la sua linfa vitale è alla perenne ricerca della varietà e di titoli indie che piacciono solo a lui, incurante del fatto che potrebbero funzionare agevolmente anche su un tostapane. Viene spesso avvistato mentre effettua incomprensibili ragionamenti (soprattutto per lui) legati all'economia. Eccelle particolarmente nel trovare i momenti meno opportuni per iniziare e divorare intere serie TV.

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