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Raiders of the Broken Planet – Recensione

MercurySteam è una software house che ci ha abituato a prodotti sempre curati nei minimi dettagli e dopo la trilogia di Castlevania: Lord of Shadows in collaborazione con Konami, e il ben più recente Metroid: Samus Returns, prova a stravolgere le regole del gioco con questo Raiders of the Broken Planet, proponendo un modello di vendita davvero inusuale. Il prologo è infatti disponibile gratis per tutti e ci introdurrà nel mondo e nelle meccaniche di gioco, facendoci fare la conoscenza di alcuni dei personaggi. Il resto dell’avventura è invece divisa in quattro capitoli, ognuno acquistabile singolarmente al prezzo di €9,99, che conterranno quattro missioni da giocare in cooperativa. Nonostante infatti ci sia l’opzione di giocare in modalità single player, sarà estremamente difficile completare le quest in solo, dato che ogni personaggio non potrà cavarsela con il proprio kit in tutte le situazioni. Inoltre se giocheremo da soli le possibilità di ricevere oggetti alla fine delle missioni saranno praticamente nulle.

Un mondo familiare, ma tutto da scoprire

Partiamo però dalle basi, il gioco ci si presenta come uno sparatutto in terza persona fortemente incentrato sulla cooperazione e sulle diverse caratteristiche dei personaggi. Seguendo infatti la popolare linea dei MOBA o degli FPS a eroi, il titolo ci propone diverse classi che saranno equipaggiate con armi diverse e avranno abilità diverse, rendendo essenziale la giusta conoscenza del ruolo che ci compete: se infatti staremo usando un personaggio armato di cecchino e ci ritroveremo circondati da nemici, difficilmente ne usciremo vivi. Il mondo di gioco, l’ambientazione e i personaggi sono proprio le prime cose che ci colpiscono in questo titolo che vuole dare una forte impronta di stile a tutto ciò che dovrebbe fare da contorno al gameplay, ma che qui si interseca alla perfezione con le meccaniche di gioco. Il setting è western-fantascientifico all’ennesima potenza, prendendo elementi di mondi che già conosciamo come Borderlands o Mad Max e aggiungendo ancora più follia, per rendere il tutto ancora più sopra le righe. La trama è semplice, ma con non poca carne al fuoco: infatti, nonostante sia disponibile praticamente solo un quarto del gioco, la lore dei personaggi e l’universo in cui andremo a vivere le nostre avventure risulta davvero parecchio interessante. In breve noi impersoneremo uno sgangherato gruppo di anti-eroi alieni, i Raiders appunto, che avranno il compito di cacciare gli invasori umani dal loro pianeta morente sfruttato per raccogliere l’importante Aleph, una risorsa energetica che fa gola agli esseri umani, ma che è necessaria per tenere in vita il nostro pianeta.

Raiders of the Broken Planet

Proiettili e botte da orbi

Per quanto riguarda il combat system, nonostante nei primi minuti possa sembrare inusuale avere un sistema di coperture automatiche, ben presto ci renderemo conto di quanto sia comodo non doversi preoccupare di ripararci nel bel mezzo dell’azione. Altra caratteristica che distingue e rende davvero originale il gameplay di Raiders of the Broken Planet è la parte melee degli scontri. Il gioco infatti, nonostante sia un TPS, non sarà generoso con le munizioni e l’unico modo di recuperane sarà fare fuori a suon di calci e pugni i nostri nemici. Anche il sistema di combattimento corpo a corpo all’inizio ci sembrerà difficile da padroneggiare, ma dopo qualche partita capiremo quali azioni compiere e in che tempismo. Gli scontri fisici si compongono essenzialmente di tre mosse che funzioneranno con un sistema sasso-carta-forbice: Schivata batte Colpo, Presa batte Schivata e Colpo batte Presa. Una volta imparate le basi del combattimento il tutto risulterà estremamente divertente e soddisfacente, soprattutto considerando le spettacolari animazioni di Knockout di ogni personaggio.

Raiders of the Broken Planet

Un villain fuori dal comune

Le partite saranno cooperative e permetteranno a quattro giocatori di scontrarsi contro l’IA (che non è mai da sottovalutare dato che con una presa qualsiasi nemico ci oneshotterà) ma, ad aggiungere spessore al gameplay, il matchmaking spesso aggiungerà al livello anche un’Antagonista. Questo ruolo sarà ricoperto da un’altro giocatore che, scegliendo uno dei personaggi disponibili, dovrà metterci i bastoni fra le ruote e impedirci di compiere i nostri obiettivi. L’Antagonista, a differenza della nostra squadra, avrà respawn infiniti (per bilanciare il 4 contro 1) e se riuscirà a uccidere tutti gli altri quattro fiocatori, una volta che avranno terminato le vite a disposizione, metterà fine alla partita dando la vittoria agli umani colonizzatori. Abbiamo apprezzato che l’Antagonista, alieno proprio come noi, sarà giustificato a livello di lore.

Raiders of the broken planet

Personalizzazione davvero necessaria?

Il gioco ci permette anche di personalizzare i vari personaggi mediante delle carte sbloccabili tramite la valuta in game, che ci permetteranno di scegliere nuovi bonus passivi o di sbloccare altre armi per i nostri Raiders. Piccolo neo di Raiders of the Broken Planet, se consideriamo che gli sviluppatori hanno sempre definito questo titolo come non free-to-play, è la presenza di microtransazioni per acquistare skin e nuove armi molto più velocemente. Per comprare un item infatti dovremo farmare partite su partite e, considerando che il gioco non è che una campagna cooperativa di missioni preimpostate, la rigiocabilità alla lunga può portare alla noia. Nel complesso comunque Raiders of the Broken Planet è promosso a pieni voti, anche per quanto riguarda il lato tecnico, grazie a un motore grafico di tutto rispetto per un titolo non prodotto da una major e per delle musiche che ci trasporteranno in questo folle mondo di gioco del quale non ci stuferemo facilmente, a patto ovviamente che gli sviluppatori continuino a supportare il titolo e che non facciano passare troppi mesi fra il rilascio di un capitolo e l’altro. Ciliegina sulla torta, il gioco permette il cross-play fra PC e console, velocizzando in questo modo il matchmaking delle partite in un gioco che senza un buon numero di giocatori sarebbe essenzialmente morto.

Raffaele "RaffoTP" Di Sarno
Nato con PlayStation 1 e Game Boy, subito si è lanciato in competizioni sfrenate con gli amici fin da piccolo, questo spirito competitivo è cresciuto col tempo e ora predilige gli eSports, in particolare League of Legends ed Hearthstone, segue con attenzione gli eventi competitivi di tutto il globo tifando come un vero ultrà. Champions preferiti di LoL: Ezreal, Blitzcrank e Yasuo.

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