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Resident Evil 4: ecco perché un remake non avrebbe senso (per ora)

Quando questa ottava generazione di videogiochi sarà arrivata al suo naturale tramonto, la ricorderemo principalmente per essere stata la generazione del revival. Gli anni 2010 nello specifico hanno visto come principali protagoniste le icone del passato, tra il ritorno di grandi classici del cinema come Terminator, il proseguo di una delle serie TV più amate di sempre come X-Files e la produzione di vari remake, sequel, prequel, reboot e così via discorrendo. Da questo punto di vista, il mondo dei videogiochi non si è tirato indietro, e a sua volta ha sfornato vari rifacimenti di grandi classici del passato come, per citarne alcuni, Crash Bandicoot, Spyro, Medievil, Final Fantasy VII e Resident Evil. In quest’ultimo caso, l’uscita del remake del secondo capitolo fu un vero e proprio fulmine a ciel sereno che convinse tutti, fan dell’originale e neofiti della saga. Come già detto in un nostro precedente articolo sui migliori e peggiori capitoli della saga, Resident Evil 2 Remake riuscì a rinnovare l’opera originale senza snaturarla. Prima di passare doverosamente alla questione Resident Evil 4 però, è necessaria una premessa.

resident evil 2 remake

Perché diciamolo, i primi tre Resident Evil sono, com’è giusto che sia, invecchiati, sia per meccaniche che per comparto tecnico. Quello che Capcom riuscì a fare con questa saga negli anni ’90 era il massimo al quale si potesse ambire in quell’epoca, periodo storico dove le limitazioni erano sì tecniche ma soprattutto di gameplay, e perciò ci si doveva arrangiare.

I primi tre Resident Evil, quindi, si prestavano perfettamente ad un rifacimento in chiave moderna (seppur il remake del primo, datato 2002, conservasse la struttura ludica dell’originale), e anzi nessuno ha mai gridato allo scandalo. Ripensare titoli del passato minati dai limiti tecnici di allora con un gameplay più attuale è cosa buona e giusta, se fatto bene e con amore per i titoli originali. Tali operazioni possono far felici i fan storici e far conoscere grandi capolavori ai nuovi arrivati.

Ma se avete letto il titolo di questo articolo sicuramente vi starete ponendo una (legittima) domanda: tutto questo vale anche per Resident Evil 4? No, non vale, ed ecco perché:

Il comparto tecnico

Resident Evil 4Inutile girarci attorno: l’attuale generazione si è concentrata maggiormente sulla spettacolarità visiva che non a innovare o rinnovare i sistemi di gioco. Non che ci sia nulla di sbagliato in ciò, anzi. Maggiore è la resa visiva del titolo, maggiore sarà di conseguenza anche il senso di immersione nell’esperienza. Però è ovvio, comunque, che operazioni revival come quelle fatte con Resident Evil 2 e 3: Nemesis attraggano soprattutto per il rinnovato motore grafico. Rigiocare vecchi classici come i Resident Evil originali con il fantastico RE Engine ha di certo un suo fascino, così come poterli rivivere con un gameplay più moderno, non più quindi con telecamera fissa e sfondi pre renderizzati ma con visuale in terza persona e completa libertà di movimento.

Prendendo in esame Resident Evil 4, però, la situazione cambia di netto. Seppur si stia parlando di un titolo di 15 anni fa (sigh), a livello tecnico è invecchiato benissimo, e rigiocato oggi fa ancora la sua ottima figura. Se nei Resident Evil classici si faceva fatica anche solo a distinguere i tratti dei volti dei personaggi, nel quarto capitolo Leon Kennedy, così come tutti i personaggi coinvolti nella trama, erano modellati e animati divinamente. Certo, non parliamo di un titolo in HD, ma Capcom ha già messo sul mercato una versione del titolo in alta definizione, versione che ha confermato ulteriormente il fatto che Resident Evil 4 sia ancora oggi un titolo piacevolissimo da vedere e giocare.

Il gameplay

Resident Evil 4Se a livello tecnico, come abbiamo precedentemente detto, Resident Evil 4 rimane ancora oggi perfettamente credibile, il medesimo discorso vale per il gameplay. Perché se gli originali capitoli della saga erano strutturati con telecamera fissa, il quarto capitolo rinnovò in maniera netta la saga passando ad un più moderno TPS. Capcom fece centro ai tempi, e questa formula di gioco non solo è stata la costante per tutte le produzioni successive della serie (nel bene e soprattutto nel male) ma è stata anche l’ossatura dei recenti remake. Resident Evil 4 quindi non ha bisogno di adattarsi agli standard odierni, perché in realtà il titolo in questione non solo rinnovava la formula della saga ma era per certi versi avveniristico.

Sì, già vi sento: “Ma in Resident Evil 4 non potevi mirare mentre ti muovevi!”. Sì, verissimo, peccato che se dovessimo ragionare così molti giochi della sesta generazione necessiterebbero di un remake, visto che vari titoli di allora (anche i migliori) avevano mappature dei tasti incomprensibili per i giocatori odierni e fasi di gameplay discutibile per gli standard di oggi. E comunque ai tempi nessuno si è mai lamentato di questo difetto, ma forse noi videogiocatori siamo stati abituati troppo bene negli ultimi anni.

Resident Evil 4 era, ed è, un titolo perfettamente fruibile ancora oggi nonostante questo “limite”, visto che le fasi in cui il giocatore sentiva il bisogno di dover mirare durante il movimento erano davvero poche. Caso diverso per il suo sequel, Resident Evil 5, capitolo parecchio controverso che puntò molto sul lato action mantenendo però la scomodità della mira.

Ma anche se questo difetto di gameplay fosse davvero così insostenibile, basta davvero così poco per giustificare un remake?

 

 

Un passo alla volta

Un remake di Resident Evil 4 non è per forza un’idea sbagliata, solo che appare una scelta troppo prematura ora come ora. Gli attuali rumors vedono Capcom impegnata nello sviluppo di vari titoli della saga, con vari studi secondari a dare manforte e team interni che si dividono i compiti. Se già la fretta di voler far uscire Resident Evil 3 Remake in tempo record ha portato i risultati che abbiamo visto (come le varie zone tagliate dall’originale), il voler lavorare a troppo nel medesimo arco temporale potrebbe risultare un’arma a doppio taglio.

Già in passato Capcom iniziò vari progetti paralleli con il rischio di farli naufragare tutti: Resident Evil 3: Nemesis originariamente sarebbe dovuto essere lo spin-off Resident Evil 1.9, il vero terzo capitolo non vide mai la luce e Resident Evil 0 non riuscì ad approdare sul 64 bit di Nintendo per i grossi limiti tecnici della console. Il capitolo con protagonista il Jill Valentine, alla fine, riuscì a risultare un piccolo miracolo nonostante le premesse (e i suoi innegabili limiti figli della sua natura da spin-off). Su Dreamcast vide la luce il mai troppo lodato Code: Veronica e Resident Evil 0 saltò “solo” di una generazione, approdando sullo sfortunato GameCube.

Alla fine le cose andarono per il meglio, peccato che al giorno d’oggi i tempi di sviluppo si siano sensibilmente allungati, così come sono aumentate le risorse necessarie per partorire titoli tripla A. Non sarebbe quindi il caso di puntare su un solo titolo, magari un nuovo capitolo della serie regolare, indirizzando tutte le risorse su di esso?

Perché non loro?

Come abbiamo già detto più volte in questo articolo, il concetto di remake si applica perfettamente in titoli dove il tempo ha inevitabilmente mostrato i limiti tecnici di allora. In questo quadro risulta inspiegabile come Capcom non abbia ancora approfittato di questo periodo storico volto alla nostalgia per rilanciare uno dei suoi franchise più amati (e sfortunati), ovvero Dino Crisis.

A livello di gameplay parliamo di un Resident Evil vero e proprio, con però i dinosauri al posto degli zombie… e già questo basterebbe. I dinosauri sono sempre di moda, lo dimostrano gli stratosferici incassi dei due (orribili) Jurassic World. Quindi perché Capcom sembra non voler puntare nuovamente su questa saga?

Per rimanere però in ambito Resident Evil, ci sarebbe sempre un certo Code: Veronica pronto ad un bel lifting grafico. Dei capitoli classici della serie attualmente rimane l’unico a non aver avuto un remake (senza contare Resident Evil 4). Ovviamente il quarto capitolo ha molto più richiamo rispetto a Code Veronica, ma non è detto che con la giusta campagna marketing un suo possibile remake non possa rivelarsi un grande successo commerciale.

Capcom, dopo la rinascita degli ultimi anni, sembra stia attraversando una fase di stallo. È arrivato il momento di osare, e con un Remake di Resident Evil 4 si rischierebbe di ricadere negli errori del passato. Ma solo il tempo ci dirà qual è la verità, e fino ad allora non possiamo far altro che attendere con le dita incrociate.

Paolo Saccuzzo
Laureato in Lettere Moderne e in Comunicazione della e Cultura dello Spettacolo, da sempre appassionato di tutto ciò che concerne l'intrattenimento in tutte le sue forme, dal cinema alle serie TV, dai fumetti alla musica, fino ad arrivare ai videogiochi. Amante del mondo Sony, è però cresciuto con i classici Nintendo, nello specifico Super Mario 64 e The Legend of Zelda: Ocarina of Time.

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