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Resident Evil: i giochi sono davvero troppo corti?

Resident Evil è la saga videoludica horror per eccellenza, un’epopea rivelatasi capace di mantenere una community attiva e profondamente affezionata sin dall’uscita del suo primo capitolo. Village, ovvero l’ottavo episodio della serie principale, è finalmente uscito nei negozi e in questi giorni se n’è parlato veramente moltissimo. La critica ha lasciato voti particolarmente positivi e proprio per darvi un’idea a riguardo vi rimandiamo alla lettura della nostra recensione, in cui abbiamo analizzato approfonditamente ogni caratteristica di questo sorprendente prodotto Capcom. Ma al fianco di molte impressioni positive è sorta anche una domanda che non fa riferimento solo a Village ma anche a tutte le ultime pubblicazioni del brand, in particolar modo ai remake e Resident Evil VII Biohazard: quanto sono effettivamente rigiocabili questi prodotti?

Resident Evil

La durata di un’opera videoludica è al centro di ampie discussioni già da tantissimo tempo, ma le produzioni Capcom sono perfette per tentare di dare una risposta soddisfacente. Perché è così importante sapere quale sia l’effettiva durata dell’esperienza all’interno del mondo videoludico? Sia perché i fan vogliono sapere quanto hanno a disposizione per esplorare e godere al meglio di ciò che gli sviluppatori hanno prodotto e messo sul mercato, sia perché acquistare videogiochi è un investimento economico non da poco e sapere se “ne vale la pena” o meno rientra anche nelle ore di divertimento offrite dal titolo in questione. Chiaramente tutto ciò è relativo e varia in base al genere a cui si fa riferimento… ma andando al sodo, gli ultimi Resident Evil sono troppo brevi e poco rigocabili? Scopriamolo insieme.

“Più dura, meglio è” o forse no?

Parliamo chiaramente, la regola per cui “più ore sono, meglio è” si è rivelata stantia già da diverso tempo. Ormai non è possibile ridurre l’esperienza videoludica a questo, anche perché i casi in cui le tempistiche di gioco risultano lunghe, stantie e annacquate sono veramente molti. Non esiste una regola meccanica che innalzi la qualità del prodotto finale in maniera proporzionale alla sua durata. D’altra parte è anche oggettivo che proporre prodotti troppo lunghi e noiosi o, al contrario, mozzati e striminziti, non può che inficiare in maniera innegabile sull’esperienza offerta dal titolo. Quindi qual è lo scopo del nostro articolo? Cercare di comprendere se ricalibrare leggermente la durata dell’esperienza videoludica nella saga Capcom (ma non solo) possa essere necessario nell’imminente futuro. Qualche ora in più potrebbe estendere in modo positivo una prima run dei giocatori? Cominciamo a rifletterci partendo dall’ultimo capitolo, uscito proprio questo maggio.

Resident Evil

 

Resident Evil Village ha avuto pareri entusiasti in linea di massima, almeno per quanto riguarda la critica. Però non pochi hanno notato che l’esperienza si aggira comunque su 9/10 ore di storia pura e circa 12 ore se si vuole esplorare maggiormente e magari completare il titolo in modo più minuzioso, anzi molto minuzioso. Lo standard sembra oggettivamente più basso rispetto ai primi titoli iconici della saga, ormai è piuttosto evidente. Le 16 ore di gioco raggiunte da Resident Evil 4 sono bel lontane e molti fan di questo titolo sembrano notarlo e non poco. Parte della community non apprezza pienamente la scelta di puntare su videogiochi meno duraturi, seppur affiancati ad altro (come Mercenaries, in questo caso). In effetti, continuando a fare riferimento a Village, dobbiamo dire che una buona metà della community si aspettava di aver più ore per approfondire la storia e anche per esplorare l’affascinante mondo che contraddistingue questo ottavo capitolo. Chiaramente, affermare che non vale la pena provare il prodotto Capcom per tale motivo sarebbe piuttosto sciocco, ma è un’osservazione non da poco. A maggior ragione se si calcola che anche gli altri titoli della saga hanno una durata piuttosto “esigua”.

Resident Evil VII Biohazard si aggira sulle stesse ore dell’ottavo capitolo, per esempio, rimanendo intorno a una decina di ore d’esperienza assicurate. Nulla di particolarmente eccezionale ma pur sempre un numero fattibile. Continuando la nostra osservazione, il remake di Resident Evil 3 sembra veramente essere il punto più dolente, volendo essere sinceri. Da lì è nata parte della discussione sulla longevità di questi prodotti e sulla loro nuova natura che, pur essendo sempre iconica e inarrestabile, pare comunque abbreviata in modo rilevante. Il remake in questione è arrivato alla modica durata di sole 6/7 ore rispetto al secondo, che riusciva a toccare la ventina d’ore totali giocando approfonditamente sia la parte di Leon sia quella di Claire. Insomma, andiamo al sodo: parliamo di un taglio sulla lunghezza videoludica sensato oppure no? 

Resident Evil

La risposta è indubbiamente nel mezzo: l’intrattenimento horror offerto dalla storica saga merita sempre di essere premiato in quanto non esistono prodotti che riescano a dare lo stesso brivido di questo franchise, con tutta la qualità e i dettagli del caso. Però no, non è una scelta che approviamo pienamente. La rigiocabilità di molti titoli horror è fine a se stessa: rispetto a prodotti di altro genere, che danno un margine di cambiamento e una scelta personale più rilevante, ripercorrere le storie di questi videogiochi è già meno allettante rispetto ad altri casi. Ma lo è ancora di più se la durata e l’esplorazione, alla ricerca di oggetti e missioni secondarie, sono così ridotte. Per riavvicinarci al fulcro del nostro articolo, ci sentiamo di concludere affermando che noi, al fianco di una buon numero di amanti dei videogiochi, preferiremmo avere quelle 2/3 ore in più per immergerci maggiormente nell’avventura di turno offertaci, in particolare modo nella prima run che crea un legame inscindibile con il mondo ideato e il giocatore. Un’esperienza più duratura non è necessariamente sinonimo di maggior qualità, e questo lo abbiamo già specificato, ma qualche accortezza in più legata proprio alla durata del viaggio di ogni giocatore non è una cosa poco. Dar modo di aggirarsi maggiormente nell’ambientazione, perdersi nei dettagli nascosti a ogni angolo, trovarsi immersi in una trama che trascina più a lungo di una decina d’ore, sono tutti plus che onestamente non disdegniamo.

Qualitativamente parlando, la saga di Resident Evil propone da sempre grandi titoli capaci d’offrire dell’ottimo intrattenimento, narrazioni interessanti e quella giusta dose di terrore in grado di spaventare anche gli amanti del genere più coraggiosi. Indubbiamente, però, avere un occhio di riguardo per la durata della storia e sulla possibilità di esplorare in modo più profondo l’esperienza offerta non nuocerebbe; sarà interessante vedere se queste speranze troveranno qualche concreta risposta da parte della compagnia nipponica nel prossimo e sicuramente allettante capitolo del brand. Nel frattempo, non possiamo far altro che goderci Village e spremerlo fino all’ultimo minuto.

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