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Resident Evil Village – Recensione, torna il Re dei survival horror

Terrorizzare è un’arte: certo, conosciamo moltissimi videogiochi, film e persino libri capaci di incutere terrore in svariati modi, ma come tutte le cose che richiedono estro e creatività, anche spaventare le persone richiede un certo tipo d’attenzione. Se c’è un brand che da 25 anni riesce a farci passare notti insonne, a prescindere dalla generazione e dalla potenza tecnica, quello è proprio Resident Evil, che con questo Village torna finalmente sulle nostre piattaforme, stavolta anche quelle Next-Gen. Resident Evil Village è un titolo particolare: parliamo di un brand che da 25 anni ha continuato a sopravvivere cambiando più volte pelle – lo noterete anche dentro la nostra recensione – e ovviamente non sempre queste trasformazioni sono state capaci di far felici tutti i fan della saga. Certo, è particolarmente importante specificare che i cambiamenti precedenti non si chiamavano Resident Evil Village, e a breve scopriremo perché.

Resident Evil Village

La paura fa novanta(sei)

Resident Evil Village è l’ottavo capitolo della serie (se contiamo i numeri ufficiali) e riprende la trama da dove l’avevamo lasciata con Resident Evil 7: il protagonista è sempre Ethan Winters, nostro “eroe” dalla dubbia fortuna che dopo essere sopravvissuto ai fatti della Louisiana, si troverà ora a dover percorrere un lungo viaggio alla ricerca di sua figlia, Rose. Nel farlo, ovviamente, il nostro Ethan si troverà davanti creature mostruose, momenti terrificanti e, soprattutto, tante ferite addosso. La trama di Resident Evil Village non è però solo questo trafiletto: in realtà c’è, come in tutti i capitoli della serie, un intreccio particolarmente profondo, ricco di colpi di scena e strutturato magistralmente.

Quello che sicuramente possiamo confermare è la qualità intrinseca dentro alla narrazione, fatta di dialoghi ben doppiati (torna il nostro Renato Novara come voce di Ethan), di scene capaci di mostrare appieno il potenziale narrativo della prima persona e una serie di situazioni ben elaborate in termini di fotografia e di montaggio. Come già detto, ci troviamo davanti ad un capitolo che ha radici negli avvenimenti di Resident Evil 7 (e non solo), e per questo vi consigliamo di gustarvi in modo consono tutta la storia che verrà raccontata in Village (e in caso fosse questo il vostro primo capitolo, vi invitiamo a leggere il nostro articolo dedicato su tutto ciò che serve sapere per poterlo affrontare).

Resident Evil Village rating

Passato e futuro del brand

Come detto in precedenza, Resident Evil è una saga ormai davvero ricca di meccaniche: partendo dai primi capitoli, passando per quelli più action e giungendo infine nella precedente iterazione, davvero diversa da ciò che era in principio il brand, il gioco non ha mai cercato di far concordare tutte queste anime, almeno fino ad oggi. Resident Evil Village prende infatti ciò che è stato fatto di buono in passato e lo inserisce in un contesto credibile e funzionale. Ecco allora una ricchezza di enigmi, alcuni anche difficili da superare, frenetiche fasi shooting degne delle Las Plagas e, ovviamente, tutta la soggezione e il terrore che una visuale in prima persona può donare.

In termini pratici il gioco propone subito maggiore azione del precedente capitolo, ma da anche spazio a momenti più ragionati, a fasi di esplorazione che mostrano il meglio della qualità delle location. Il tutto ovviamente viene accompagnato da un’approfondito sistema di crafting che, abbandonando le classiche combinazioni facili dei precedenti titoli, offre la possibilità di produrre varie munizioni e svariati oggetti, così da lasciarvi la scelta (e non dovrete nemmeno affrettarvi visto che i materiali non finiranno nell’inventario). Lo spazio sarà invece vitale per armi, munizioni e oggetti: le prime saranno di varie tipologie, le seconde richiederanno un loro oculato utilizzo e i terzi diventeranno la vostra salvezza nelle fasi più concitate. Interessante infine la possibilità di sistemare l’equipaggiamento nell’inventario seguendo il canonico sistema di quadretti, con la possibilità di ruotarli per farci entrare più cose.

Resident Evil Village Lady Dimitrescu

Le fasi esplorative, viste in prima persona, riescono a mostrare dei dettagli degni di questa Next-Gen: ci teniamo a specificare che, in sede di recensione, abbiamo potuto testare Resident Evil Village su PlayStation 5 e ogni singolo angolo delle ambientazioni interne mostrava un qualche fantastico dettaglio in grado di lasciare senza fiato. In esterna quest’attenzione ai dettagli viene a farsi un po’ marcata, soprattutto considerando delle texture che perdono in qualità – seppur in minima parte -, ma tutto sommato siamo davanti a un prodotto che mostra le sue qualità estetiche in modo sublime. Lo shooting è dettato da regole adatte alla prima persona, permettendo di vivere concitate fasi di gioco in modi che la terza persona non avrebbe mai potuto offrire.

Ovviamente non è solo la visuale a dare l’impronta a queste fasi: ci penseranno anche i nemici, davvero imprevedibili e spesso capaci di spostarsi lateralmente per evitare colpi o, addirittura, caricare a testa bassa per farvi danno. Questi, di varie tipologie e legati anche alle zone che esplorerete, differiranno gli uni dagli altri sotto molteplici aspetti, costringendovi a reinventarvi ogni volta così da trovare il vostro miglior metodo per farli fuori (o per evitarli). Il gioco infatti propone spesso più soluzioni per avanzare, facendo sì che possiate scegliere se procedere di soppiatto evitando la maggior parte dei nemici o diventando invece il miglior Rambo della storia di Resident Evil. Per il resto, come già successo precedentemente, dimenticatevi suplex e calci rotanti, il massimo che potrete fare è mettervi in guardia per parare un colpo e, dopo averlo ricevuto, respingere il nemico. In caso di danni, infine, non sarà possibile usare le piante verdi come fatto fino ad oggi, ma dovrete sfruttare il crafting per creare delle soluzioni medicinali.

La vera meraviglia è però la perfetta alchimia venutasi a creare tra le due fasi ludiche: il gioco infatti non è mai né troppo dinamico né troppo statico, proponendo un bilanciamento di precisione in modo da non diventare né uno shooter horror, né un horror puro; Resident Evil Village è un survival horror e lo urla a squarciagola. A tutto questo va poi aggiunta la diversificazione attuata nel corso del gioco: ogni fase di Resident Evil Village propone concept diversi, ovviamente adattati al genere, ma capaci di rendere qualsivoglia zona in un certo senso unica rispetto a quella precedente. Ad accompagnare in questo cambiamento anche la presenza di svariati nemici, ognuno con i proprio punti di forza e debolezze. Le boss fight rimangono abbastanza fedeli al brand, proponendo momenti di terrore dove l’ansia di perdere ogni singola munizione ritrovandosi inermi davanti al pericolo di turno sarà davvero elevata.

Resident Evil Village

Avendo infine provato il gioco su PlayStation 5, spendiamo anche due parole sul DualSense: il nuovo pad PlayStation infatti farà largo uso della vibrazione aptica e del cambio di resistenza dei trigger, replicando in questo modo le varie sensazioni delle varie armi.

Come già detto nel corso di questa recensione, mettere paura è un’arte e Resident Evil Village ne è il manuale d’istruzione perfetto: ogni singolo dettaglio, ogni momento, ogni dialogo e ogni suono è ben posizionato per far calare il lettore all’interno dell’ambientazione. A rendere il tutto ancora più realistico troviamo un sistema di hitbox preciso al dettaglio che richiederà dei colpi ben posizionati per avere un determinato risultato, oltre che una serie di aggiunte alle location degne dei migliori film horror che possano venirvi in mente.

A darvi un po’ di “sollievo” ci penserà infine la modalità Mercenari, aggiunta dall’animo arcade che sarà sicuramente gradita dai fan e che permetterà di sopportare la mancanza di Re:Verse, esperienza multiplayer online dedicata alla saga che sarebbe dovuta uscire insieme al gioco solo per poi essere rimandata di alcuni mesi.

Resident Evil Village

9.3

Il Re dei Survival Horror è tornato: Resident Evil Village è la somma di tutto ciò che ha reso il brand l'inconfondibile icona che tutti conosciamo. Con un bilanciamento perfetto tra fasi di shooting e fasi esplorative, Village è il manuale perfetto dell'arte di saper spaventare. Senza abusare di jumpscare me posizionando terrore psicologico e visuale nei giusti momenti, il titolo riesce dove un po' il settimo capitolo aveva fallito. Resident Evil Village è infatti la sintesi di un brand che, evolvendo dopo 25 anni, non ha dimenticato i suoi fan storici ma riesce comunque a proporsi - o meglio riproporsi - in vesti nuove, fedeli alle sue origini e allo stesso tempo sincere ai tempi moderni.

Simone Lelli
Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.

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