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Ritorno al Bosco dei 100 Acri – Recensione del film su Christopher Robin con Ewan McGregor

È passato qualche anno ormai da quando Marc Forster venne scelto da Walt Disney per dirigere l’adattamento live action di uno dei franchise più popolari della casa di intrattenimento statunitense. Le avventure di Winnie the Pooh di Alexander Milne era un romanzo per bambini popolarissimo in madrepatria e grazie all’acquisizione da parte della multinazionale ottenne presto successo su scala globale, portando alla realizzazione di innumerevoli produzioni animate nel corso di questi ultimi anni. Con Ritorno al Bosco dei 100 Acri il regista tedesco torna nuovamente a raccontarci il mondo dell’infanzia, come abbiamo già visto fare in precedenza con il suo celebre Neverland

In questa nuova pellicola troveremo un Christopher Robin (Ewan McGregor) leggermente cresciuto rispetto a quanto visto nei suoi classici racconti e al quale eravamo stati abituati finora. Con un impiego come efficentista in una fabbrica di valigie, una moglie (Hayley Atwell) e una figlia (Bronte Carmichael), il piccolo e avventuroso bambino che conoscevamo è ufficialmente entrato nell’età adulta. Purtroppo per i suoi amici d’infanzia questo ha comportato il suo abbandono della pacifica tenuta di famiglia del Sussex per trasferirsi nella più caotica sede di lavoro a Londra.

Abbandonati a loro stessi,Winnie, Pimpi, Ih-Oh, Tigro, Tappo, Uffa, insieme a Kanga e al piccolo Ro, dovranno vivere le loro avventure da soli. Ma quando i suoi compagni spariranno improvvisamente, lasciando il tenero orsetto solo e spaesato, arriverà il momento per il passato del nostro protagonista di riaffacciarsi nuovamente all’interno della sua schematica routine quotidiana. Questa fortuita rimpatriata con gli animali di pezza della propria fanciullezza porterà Christopher Robin a rivalutare le sue priorità di vita e a valorizzare nuovamente la famiglia, trascurata dagli opprimenti impegni lavorativi dell’uomo di casa.Ritorno al Bosco dei 100 Acri recensione

Ritorno al Bosco dei 100 Acri è sicuramente una visione consigliata a tutta la famiglia. Il concetto sul quale il lungometraggio è stato realizzato è indubbiamente molto interessante, anche se la trama in fin dei conti risulta abbastanza banale e fine a se stessa. L’impressione generale è quella di aver assistito a qualcosa di già visto per l’intera proiezione. Fortunatamente la resa grafica dei modelli è ben curata e si amalgama perfettamente ad una fotografia ineccepibile e di atmosfera. Una volta abituatisi a vedere i personaggi immaginari in fattezze reali e fedeli all’originale interagire con il resto del cast, ci renderemo conto che questi risulteranno molto più naturali rispetto al primo impatto e per niente disturbanti.

Non mancheranno di certo siparietti divertenti e spensierati tipici del filone fiabesco, questa volta inseriti in contesti post-bellici moderni in forte contrasto con i luoghi nel quale le vicende vengono ambientate. Se da una parte questi intratterranno a dovere il giovane pubblico in sala, dall’altra gli accompagnatori potranno certamente apprezzare la nostalgia e il romanticismo evocati grazie alla perfetta confezionatura operata dal direttore artistico. Stiamo parlando di una perfetta alternativa in chiave fantastica al Vi presento Christopher Robin di Simon Curtis uscito lo scorso anno.

Ritorno al Bosco dei 100 Acri

6

Ritorno al Bosco dei 100 Acri è un film ineccepibile per la sua nicchia di pubblico. Il modo con il quale il tutto è stato confezionato risulterà gradevole sia per i più piccoli che per il pubblico più maturo, anche se forse un po' tedioso e fin troppo buonista perfino per gli standard del genere.

Alberto "Allister" De Lorenzis
Nato e cresciuto nel panorama videoludico con e da mamma Sony. Nonostante la forte passione per il retrogaming, è sempre aggiornato sulle ultime novitá e pronto a condividerle con gli appassionati come lui.

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