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Robin Hood – L’origine della leggenda: Recensione del nuovo film di Otto Bathurst

Otto Bathurst è il regista dietro a Robin Hood – L’origine della leggenda, una pellicola che dedica all’eroe inglese che tutto il mondo conosce, una rivisitazione – in chiave moderna ma non troppo – circa le origini dell’eroe o, se vogliamo, del primo anti-eroe che si sia mai visto. Se pensate di conoscere tutto circa l’erede di Loxley, probabilmente vi sbagliate.

Robin Hood – L'origine della leggenda

Ricco, Crociato e Incappucciato

Robin di Loxley è un signorotto locale che vive a Nottingham, padrone di una fiorente tenuta al di là del ponte poco fuori le mura della cittadina a cui è annessa. Il giovane rampollo si imbatte in una ladra, un’avvenente ragazza dagli occhi color cielo che lo sorprende, non solo per l’audacia, quanto piuttosto per lo scopo del furto che stava per compiere: la ladra infatti voleva sottrarre un cavallo per darlo ad un contadino così che quest’ultimo avesse di che sfamare la sua famiglia. I due ragazzi restano tuttavia folgorati ed inizia un idillio amoroso che li fa stare sereni per qualche tempo fin quando, come un fulmine a ciel sereno, un decreto da parte dello sceriffo di Nottingham vede costretto Robin alla partenza per la crociata di Re Riccardo d’Inghilterra, e come signore di una tenuta il giovane non può sottrarsi. Quattro anni in Terra Santa plasmano un guerriero che per ragioni di trama non possiamo raccontarvi, ma sappiate che dopo un rocambolesco episodio, l’uomo torna in patria per scoprire che la sua tenuta è andata in rovina e lui stesso fu dato per morto, al punto che la fanciulla che aspettava di rivedere è ora accompagnata da un altro uomo. Povero, senza casa e senza un mestiere, l’ormai non più giovane Robin di Loxley deve fare i conti con il nuovo futuro che gli si para davanti. Ma non sarà solo. La trama è stata sapientemente rivisitata per l’occasione, creando una pellicola che in due ore e mezza è capace di intrattenere ed emozionare il pubblico, pur trattandosi di una storia già conosciuta ma intrinsecamente cambiata.

Robin Hood – L'origine della leggenda

Reinventare il mito

Per evolvere la storia ed il futuro del personaggio, in Robin Hood – L’origine della leggenda le cose sono diverse da solito: Nottingham ad esempio è stata completamente rivisitata, creando uno sfondo diverso, una cittadina medioevale arroccata, simile alle cittadine che abbiamo in Italia. Immaginate una Lucca storica, dove i confini della città sono dettati da spesse mura di pietra e dove l’economia è sostenuta dalla povera gente che lavora in miniera e dai ricchi che scambiano e trattano merce e bestiame. Il sistema politico che tira le fila di questa giostra non è più la monarchia come accadeva in passato ma bensì la Chiesa, dipinta come una struttura corrotta dalla base alle somme vette di una cattedrale che sovrasta Nottingham come una avvoltoio su un ramo di un albero. Taron Egerton è il nostro Robin: il ragazzo non delude proprio quando è davanti alla cineprese e ci regala un personaggio sì conosciuto, ma rivisitato, profondo oltre ogni idea e combattuto tra quello che era, quello che vorrebbe essere e quello che ha vissuto in Terra Santa. Accanto al giovane inglese troviamo Jamie Fox, nei panni di un miscredente arabo, e per ragioni di trama non vi riveleremo né il suo nome né il suo scopo: vi basti pensare che questo personaggio rappresenta l’amicizia, il senso di famiglia esteso ad una o più individui così distanti per origini, credenze e costumi eppure unite dal rispetto e dalla forza che ognuno dei due vede nell’altro. Ben Mendelsohn, nei panni dello sceriffo di Nottingham è perfetto: spietato, crudele quando serve e assertivo davanti ai “poteri forti”, l’australiano sa bene come intrattenere e sbalordire il pubblico ed è davvero ben incastonato nella cornice di questo action movie. Perfino Fra Tuck è stato rivisitato in questa versione, sebbene rimanga un amico fedele per Robin, Tim Minchin interpreta la parte del frate con un impostazione non canonica ma ben architettata, levando d’impaccio il nostro eroe in più di un occasione.

Robin Hood – L'origine della leggenda

Novità dal passato

Viviamo nella generazione dei remake, delle rivisitazioni e dove il nuovo non è mai davvero nuovo. Ebbene Robin Hood – L’origine della leggenda è un eccezione: la rivisitazione è davvero ben pensata, al netto di scene d’azione che sfiorano il fantasy (schivare o bloccare frecce non è esattamente il massimo del realismo) ma che lasciano spazio alla fantasia dello spettatore, proponendo temi anche profondi come la famiglia, il rispetto delle regole ed il valore della politica, così come per estensione alle complicazioni dell’amore e del dovere. Robin Hood – L’origine della leggenda non è un film comune ai suoi predecessori ed è per l’appunto un inizio nuovo per il personaggio, che se le cose andranno come previsto, ci aspetta una nuova trilogia. Dal canto nostro, consigliamo il film a chi ha ancora voglia di farsi raccontare una storia che conosce ma intrinsecamente nuova.

Robin Hood

8

Robin Hood – L'origine della leggenda è un punto di inizio nuovo per una leggenda già conosciuta. Una rivisitazione più profonda di quel che sembra, che porta di nuovo su grande schermo una delle storie che ci ha accompagnati per anni, e che riesce nel suo intento di farsi apprezzare grazie alle performance dei giovani interpreti (e non solo). Consigliamo il film a chi ha voglia di conoscere un punto di vista nuovo circa l'eroe scritto su carta e reso vivo al cinema o in TV, con la grande probabilità di veder continuare la storia di quello che dovrebbe essere il primo film di una trilogia.

Tiziano Sbrozzi
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.

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