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Rust Console Edition – Recensione, nella terra dei lupi

Prima di iniziare la recensione di Rust Console Edition dobbiamo fare una premessa che ai nostri occhi è estremamente doverosa. Rust è Rust. Un titolo che ha visto la luce nel lontanissimo 2013 su PC e che da allora si è considerevolmente ampliato e ingrandito, diventando semplicemente sconfinato nel numero di meccaniche e soprattutto nel livello di sfida imposto al giocatore. Noi tuttavia analizzeremo la recente versione console, nello specifico per Xbox One con tutto quello che ne consegue, nel bene e nel male.

Lupi contro lupi

La storia di Rust, o meglio la lore di gioco, è piuttosto suggestiva: ci troveremo infatti in un’isola sperduta, immersi in un’ambientazione post disastro atomico con addosso solo degli indumenti intimi, una pietra e una torcia di legno. Da questo incipit si potrebbe argomentare sul fatto che l’apocalisse nucleare possa avere la tragica e terrificante caratteristica di riportare il genere umano indietro nel tempo. Un poco come un flashback nelle tecnologie e nell’uso delle nostre capacità, ma con la costante presenza di una caratteristica inalienabile dello spirito umano, indipendente dal tempo e dal contesto, vale a dire l’istinto di sopravvivenza e la violenza verso il prossimo. Ovviamente tale visione, per quanto “romantica”, ha in parte i suoi limiti, visto che in qualche decina di ore, se dovessimo essere sufficientemente fortunati, potremo scalare “velocemente” le varie fasi della tecnologia umane, passando da utensili in legno e pietra ad armi in ferro per arrivare poi a pistole e fucili moderni.

Rust console edition

Nonostante la progressione tecnologica, ciò che resta però costantemente nella storia di Rust è la paura dell’ignoto provocata dal fattore umano. Infatti, tranne che in piccoli avamposti pesantemente sorvegliati da NPC, tutti gli altri che potremo incontrare nella mappa sono altri giocatori come noi, che potrebbero a loro scelta agire in modo aggressivo o provare a diventare amici, per poi talvolta pugnalarci alle spalle. La regola non detta più importante nel gioco è infatti riassumibile con la massima del filosofo Thomas Hobbes: “homo homini lupus”, vale a dire (ogni uomo è un lupo per l’altro uomo). L’istinto di sopravvivenza e il bene del singolo tendono quindi a prevalere e per quanto sia comunque possibile intraprendere delle cooperazioni con altri giocatori, queste sono motivate spesso dal timore reciproco, più che da una vera utilità comune. Un mondo dove solo il più forte sopravvive e dove spesso il più debole può essere schiacciato per le motivazioni più futili.

Sopravvivenza estrema

Parlando adesso della componente ludica di Rust, come già accennato il titolo era uscito in early access nel lontano 2013 e di conseguenza alcune delle meccaniche principali sono rimaste inalterate da allora. Tuttavia, il tempo ha di certo giovato al titolo che è stato enormemente ampliato, raggiungendo proporzioni impressionanti. Partiremo sempre dal classico sasso e praticamente nudi, ma avremo tantissime più attività da eseguire, elementi d’equipaggiamento da costruire e abitazioni da preparare. In sostanza, nonostante l’incipit sia quasi il medesimo del gioco di 8 anni fa, i processi evolutivi si sono ampliati a dismisura, permettendo al giocatore un considerevole quantitativo di attività da svolgere e di cui preoccuparsi.

Rust resta quindi un survival con meccaniche da crafting verosimili, vale a dire un gioco dove senza attrezzi specifici è difficile – se non impossibile – realizzare qualsiasi pezzo d’equipaggiamento, lasciando quindi i giocatori disarmati come vittime al macello di potenziali altri player senza scrupoli. Tuttavia, i primi passi possono essere in parte più permissivi, se si decide di entrare in un server con poche persone, ma non si deve pensare neanche per un istante di potersi sentire al sicuro anche in quei contesti. Nella nostra prova su Xbox One X ci è capitato più di una volta di essere attaccati mentre eravamo equipaggiati con ancora la sola roccia, praticamente nudi, e senza alcun loot da rubare, probabilmente assassinati per la sola “colpa” di essere entrati in partita. Il gioco va quindi affrontato con una sacrosanta dose di pazienza, e nonostante i sicurissimi primi game over è bene non abbattersi perché il gioco ha tanto da offrire una volta superato il terribile scoglio iniziale.

Rust console edition

Partendo dalle spiagge e dotati solo di una roccia e una torcia ci dovremo avventurare nell’isola cercando di evitare gli altri player meglio armati e raggiungere un luogo nell’entroterra, che sia più tranquillo per procacciarci i tre elementi basilari per iniziare anche solo a giocare, vale a dire: la pietra, il legno e il tessuto di canapa. Con la roccia che abbiamo in mano potremo quindi prendere a sassate gli alberi e le rocce vicino a noi per guadagnare le sopracitate materie prime, facendo comunque sempre molta attenzione ai dintorni perché potremmo essere vittime di imboscate. La canapa si potrà invece facilmente raccogliere da piantine con la forma di abeti in miniatura abbastanza comuni nel mondo di gioco. Una volta ottenuta una dose sufficiente di risorse primarie potremo costruirci arnesi simil-preistorici come accette e picconi in pietra, per poi arrivare ad armi per la difesa personale, come lance e archi.

In questa fase, tranne che in situazioni di palese vantaggio, resta a nostro avviso sconsigliato attaccare altri giocatori, perché l’arco e la lancia di legno non sono armi molto efficaci sulla distanza, e sono da considerarsi più come uno strumento per difendere sé stessi in caso di attacco ravvicinato. Una volta raccolte una buona dose di risorse elementari potremo quindi costruire il nostro rifugio, ed è qui che si apre il vero e proprio mondo di Rust. Un universo estremamente elaborato e complesso che ci permetterà di ergere immensi fortini da piccoli cubicoli in legno. Ovviamente per costruire abitazioni sempre più fortificate serviranno moltissime risorse, via via sempre più complesse da ottenere passando dal compensato, al legno, alla pietra, al metallo, etc, il tutto soprattutto grazie all’uso delle fornaci e ai banchi da lavoro. Il motivo per cui costruire abitazioni via via sempre più resistenti è motivato specialmente da una caratteristica particolare che il titolo possiede: il mondo persistente.

In Rust uscire dalla partita non vi metterà al sicuro, perché i vostri progressi e la vostra abitazione, oltre che il vostro stesso personaggio, andranno in letargo ma continueranno a coesistere nel server. Questo significa che giocatori sufficientemente attrezzati potrebbero tranquillamente fare a pezzi tutta la vostra base mentre siete offline e assassinare il vostro alter ego nel sonno con lo scopo di rubarvi quanto faticosamente avete ottenuto. Su questo punto di vista il gioco si distingue da altri survival più permissivi come Fallout 76, che invece elimina momentaneamente dai server il vostro pg e la vostra abitazione mentre siete offline. Il sistema di Rust crea quindi un fattore assimilabile per certi versi a una sorta di Tamagotchi che persiste indipendentemente dall’attività del player. Ovviamente una volta morti il nostro corpo resterà in balia degli altri giocatori che potranno saccheggiare i nostri averi senza alcun problema, mentre noi rinasceremo sulla spiaggia dell’isola con solo torcia e roccia in mano. Attenzione anche alle disconnessioni, perchè nella nostra fase di recensione di Rust Console Edition, abbiamo perso quattro ore di gioco per una sfortunata caduta accidentale della linea internet.

Rust console editionI ragazzi di Facepunch Studio hanno quindi pensato ad un interessante sistema per bilanciare questo fattore e a ridurre soprattutto l’immenso divario che può esistere fra un giocatore veterano e un player appena sceso sul campo. Esistono infatti dei Wipe di sistema che a cadenza mensile radono al suolo i progressi dei player per riportarli tutti allo stato iniziale. Fortunatamente non tutto viene perso e restano per esempio i progetti imparati grazie ai tavoli da lavoro, che permettono di conseguenza di costruire oggetti molto elaborati senza dover necessariamente ricercarli da capo. Il Wipe per quanto potrebbe sembrare a tratti “ingiusto” nei confronti dei giocatori più dedicati, ha però una funzione assolutamente vitale nel titolo, garantendo a tutti la possibilità di cominciare la propria esperienza senza essere costantemente dominati da giocatori armati fino ai denti con i fucili più avanzati. Inoltre, anche la mappa viene ricostruita proceduralmente con i biomi che vengono ricollocati per garantire esperienze sempre nuove e aumentare una certa varietà sociale.

Rust Console Edition e il suo comparto tecnico problematico

Il lato tecnico è probabilmente quello che ci ha meno convinti di questo porting console, anche se da un punto di vista teorico doveva essere proprio questo il fulcro della revisione del titolo. Infatti, Rust Console Edition da un punto di vista grafico si è mostrato in questa sede di recensione come un titolo non eccellente. Texture in bassa definizione fanno spesso capolino non appena ci si ferma ad osservare con cura gli ambienti, come gli alberi e le rocce a distanza molto ravvicinata. Inoltre, le animazioni i modelli 3D dei personaggi sono di bassa qualità e poco definiti su console rispetto alla versione PC.

Non benissimo anche sul lato dei comandi, visto che dal passaggio dalla tastiera del PC al controller, alcune opzioni sono andate perse o si sono complicate notevolmente. Nulla di invalidante per le meccaniche di gioco, ma forse si poteva fare di meglio. Un vero problema che si aggiunge ai sopracitati difetti è sicuramente la presenza di una costante latenza nei server e talvolta dei notevoli cali di frame rate così bruschi ed evidenti al punto da rendere poco godibile l’esperienza. Il tutto è poi imbastito da vari bug grafici, come quello del simbolo che indica i punti deboli da seguire per abbattere gli alberi più velocemente, che purtroppo si compenetra con le texture del legno allungando enormemente il processo di mining dei tronchi. Nelle nostre sessioni di gioco per la recensione di Rust console Edition ci è purtroppo capitato anche di morire per questo fattore, visto che siamo caduti in un imboscata mentre ci affannavamo ad abbattere un tronco buggato.

Rust Console Edition

6.9

Tirando le somme, Rust Console Edition è un gioco dotato di una curva di difficoltà terrificante. Un titolo estremamente punitivo e brutale con i neofiti, tanto da essere dedicato ad un pubblico di puristi del genere survival, ma che al contempo sa anche regalare momenti di grande tensione e notevoli soddisfazioni... ai giocatori che si dimostrano sufficientemente pazienti. Un vero peccato quindi che la comprovata buona qualità del gioco base, sia parzialmente danneggiata da un comparto tecnico sottotono. Siamo ben coscienti che stiamo parlando di un titolo uscito quasi 8 anni fa, ma su PC il titolo riesce oggi a difendersi molto meglio rispetto alla controparte console. Siamo sicuri che gli sviluppatori riusciranno presto a sistemare tutti i problemi tecnici, soprattutto i bug grafici più invalidanti, ma per adesso non ci resta che constatare le difficoltà del titolo e valutarne le caratteristiche, speranzosi per il futuro di un gioco dal grandissimo carattere.

Samuel Raciti
Videogiocatore incallito, lavora anche come Amministratore condominiale in real life. Questa professione gli ha insegnato, fra le altre cose, l’arte della pazienza e della mediazione, così scarsamente presenti nel mondo di Internet come in quello delle riunioni condominiali. Mal sopporta gli hater seriali, ma apprezza chi in buona fede si impegna per far valere il proprio pensiero e la propria visione del mondo dei videogiochi.

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