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S.C.A.R. – Recensione di un FPS che omaggia i grandi classici

L’approccio a questo titolo è stato dei più particolari, complice anche un’incredibile difficoltà nel far partire il gioco, così da riempire questa introduzione con un simpatico aneddoto: la macchina da gioco su cui è stata effettuata la prova non è all’ultimo grido, ma adeguata – per esempio – a far partire recenti titoli quali Resident Evil 2 e 3 remake in modo fluido e senza rallentamenti. S.C.A.R. invece si è dimostrato essere, nella brevissima cutscene e nel menù principale, un titolo pesantissimo e ottimizzato male. La cutscene iniziale non è altro che un zoom out di un’immagine, mentre il menù una basilare sequenza di voci su schermo. In questi brevissimi secondi, il carico di lavoro sul processore sale alle stelle, toccando percentuali inaudite. Non appena si dà il via alla campagna, il picco si arresta, restituendo una prestazione di gioco adeguata allo standard presentato dagli sviluppatori, ovvero un velocissimo e frenetico sparatutto che, per resa grafica, omaggia proprio quei capisaldi del genere, che non hanno costruito la loro fama grazie a una grafica in pixel o in rozzo 3D, bensì nella restituzione di ottimo feeling di gioco e in un grande valore immersivo.

S.C.A.R.

Ma è DOOM? No, è Unreal? Neanche. È S.C.A.R.!

All’avvio di S.C.A.R. non abbiamo notato cenni di trama in , dato che veniamo subito catapultati in un piccolo tutorial, arma da fuoco in mano e nemici che cominciano a spararci qualche strana sostanza verde. Cominciamo a muoverci per la mappa, correndo, scattando e sparando mentre su schermo ci sono indicazioni su comandi di base. Qualche simpatica aggiunta c’è, tipo una scivolata in corsa a sostituire la classica posizione da accovacciato e un simpatico rampino utile negli spostati nella mappa.

Uno dei maggiori pregi del titolo è proprio l’estrema velocità, che si rifà senza troppi veli al recente DOOM Eternal di casa Bethesda: fare uso e tesoro dei tasti e delle abilità di spostamento tra doppio salto, dash in avanti, svicolate e rampino sarà necessario per sopravvivere alla sequenza di stanze che ci attende, pregne di mostruosità. Abbiamo citato DOOM e Unreal non a caso: da quest’ultimo il titolo ruba gran parte dei modelli dei nemici e dell’impianto sonoro – e questo è tutt’altro che una critica, anzi, se avete passato interminabili ore sul primo capitolo della saga di Epic è un bel tuffo nel passato – e dal primo, come citato, la frenesia e l’infinità di oggetti su campo, tra salute, armatura, munizioni e armi bislacche terribilmente letali, pronte da raccogliere e richiedenti una mano dal grilletto facile.S.C.A.R.

Fuoco, fiamme e un pizzico di abilità

Piacevole feature sono gli skill points, ovvero all’uccisione di un nemico riempiamo una barra che fa da cornice al mirino. Al suo riempimento, potremo attivare un’abilità data dall’arma che stiamo impugnando in quel momento, dunque la doppietta farà il doppio del danno, oppure la pistola avrà una cadenza di fuoco maggiore, al pari di un fucile d’assalto.

Dunque niente di estremamente tecnico o che richiede la necessità di fermarsi e ragionare un poco, vietatissimo in un FPS di questo tipo. Pena, la morte. Dovremo sempre muoverci con agilità e tener premuto il tasto sinistro del mouse per fare fuoco continuo e sconfiggere più mostri possibile.

Sul lato contenutistico e di struttura delle mappe, il titolo non è molto soddisfacente. Il succo è entrare in una grande mappa e uccidere le decine e decine di nemici che ci verranno contro. Sarà questo l’unico obiettivo di gioco così che la porta della stanza successiva possa aprirsi, per approdare in un’altra stanza e di nuovo fare strage di nemici. Vero è che il rampino restituisce un’ottima verticalità al titolo, dunque senza danno da caduta, sarà assai divertente muoversi per la mappa e tentare approcci da fuoco sempre diversi, ma già dopo un’oretta, tutta la struttura potrebbe venire a noia.

S.C.A.R.Ogni tanto troveremo qualche piccolo obiettivo in più, per esempio trovare un’arma specifica per proseguire, o trovare una chiave per aprire delle porte o ancora difendere un determinato luogo dai mostri, ma tutto ciò viene ripiegato e riproposto un’infinità di volte.

Chiaro è che questa struttura sia palesemente intrinseca nell’opera, e dunque assai voluta, ma una leggera varietà nei contenuti, non avrebbe fatto male, magari attingendo sempre a qualche altro esponente del genere. L’offerta sarebbe stata sicuramente più corposa, ma considerato che il titolo viene venduto per una manciata di Euro, il prodotto finale è un compromesso accettabile.

S.C.A.R.

8

S.C.A.R. è un FPS frenetico di vecchio stampo, capace di regalare divertenti sessioni non prive di adrenalina, in particolare grazie alla verticalità delle mappa. Qualche contenuto in più, nel supporto futuro, potrebbe rendere il gioco, venduto a una manciata di euro, davvero una chicca interessante.

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