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Scarf – Recensione di un platform game moralmente ambiguo

Comunicare qualcosa al proprio pubblico gettando le basi di un ecosistema narrativo che parla da sé, senza il reale bisogno di dialoghi diretti. Questo è senza dubbio uno dei pregi maggiori del mondo videoludico, capace di comunicare quello che ha da dire attraverso metodologie espressive simili a quelle dell’arte più classica pur accompagnandole ad altro. L’interazione è uno dei suoi metodi più diretti, il darti la possibilità di muoverti all’interno di contesti tridimensionali elaborati al punto da suscitare qualcosa coi loro silenzi. Muoversi equivale quindi a leggere qualcosa, guardarsi intorno invece serve ad allinearsi con quanto si ha innanzi. Il punto è che queste capacità espressive dovrebbero andare di pari passo anche con l’intrattenimento del caso, con il divertimento della persona che sta stringendo nelle proprie mani il joypad, costruendo un connubio espressivo-ludico che trascina in maniera differente dal cinema e dalle serie tv, per fare due esempi. Il titolo di cui vi parliamo oggi gioca proprio con tutto questo, non ponendosi mai in maniera troppo diretta, ma comunque spingendoti nella direzione che vuole lui. Andiamo quindi ad analizzare Scarf nella nostra recensione, titolo disponibile dal 23 dicembre 2021 su Steam e GOG.

Una sciarpa molto convincente 

La nostra avventura si apre proprio con la nostra nascita, la quale porta alla luce il protagonista, un essere apparentemente asessuato e di colore blu, che viene attirato dal richiamo della celeberrima sciarpa rossa vista sia nei trailer che nelle immagini di presentazione. Questa particolare sciarpa però non è soltanto un accessorio distintivo e identificativo della caratterizzazione del nostro protagonista, ma un vero e proprio personaggio, un essere dalle fattezze draconiche con un obiettivo preciso da portare a compimento. Comprendere l’identità della sciarpa è fondamentale, anche perché in base a quello che sappiamo il nostro protagonista compirà il suo viaggio proprio per lei. Alla radice degli eventi di trama di questo videogioco troviamo un essere superiore di cui la sciarpa stessa è parte integrante. Questo parrebbe essere stato catturato da alcuni personaggi (non troppo differenti esteticamente dal nostro protagonista), i quali stanno sfruttando i suoi particolari poteri per generare dei veri e propri mondi. Il nostro obiettivo, spinti dalla “sciarpa rossa”, sarà quello di entrare in ognuno di questi universi e affrontare i carcerieri sopracitati. A quel punto la sciarpa succhierà loro via qualcosa (forse la loro anima, o essenza) di utile per aprire un varco atto a liberare l’essere superiore.

Scarf recensione

In realtà l’intera storia dietro al viaggio di Scarf è facilmente leggibile attraverso i ricordi reperibili nei tre livelli che compongono il titolo. Ogni ricordo è celato, anche se basterà una minima attenzione alle aree circostanti per individuarli (sono in tutto 9). In ogni livello dovremo destreggiarci sia con alcune fasi platform a disegnare il nostro cammino, che con alcuni puzzle da risolvere per avanzare. Il mondo di gioco, inoltre, viene un minimo dinamizzato dalla presenza di alcuni collezionabili (giocattoli, disegni…) sparsi per tutti coloro che avessero voglia di esplorare al massimo quanto offerto dal titolo. L’esplorazione, infatti, è tutto quello che questo gioco ha da offrire dal punto di vista del gameplay. Anche perché oltre a questo Scarf offre, come vedremo più avanti anche nella recensione, un’estetica abbastanza ricercata.

Il muoversi è quindi fondamentale in un titolo che parrebbe puntare tutto il suo potenziale più su trovate esteticamente ricercate che non su un reale trasporto da platform per il giocatore (pur offrendo una serie di abilità classiche con l’avanzare dell’avventura come, ad esempio, il doppio salto). Mancando quindi del tutto la componente action e non dovendo mai combattere, tutto ricade sul level design e sul modo in cui potremo sfruttare i vari power up ottenuti passo passo. Sotto questo aspetto il gioco comincia a mostrare le sue problematiche, con una linearità tenuta a galla soltanto dallo stile del mondo che ci circonda. La caratterizzazione ludica minima nei vari livelli si fa sentire sia a livello di gameplay che di estetica, con trovate specifiche per ogni situazione. Trattandosi di un gioco diviso per sezioni distinte, ognuna di queste sarà disegnata da elementi di gameplay particolarizzati per le varie situazioni in atto. Il punto è che anche la linearità semplicistica suddetta permane.

Estetica ricercata 

Come detto anche sopra, dal punto di vista scenografico la situazione cambia enormemente. Qui i talentuosi ragazzi di Uprising Studios hanno sviluppato un vero e proprio studio estetico che sorprende di volta in volta per le scelte cromatiche e anche per alcuni vezzi artistici non da poco. Ne fuoriesce un mondo che sembra sempre pulsante di vita, morbido e affascinante, proprio a ispirare la voglia di saperne di più, sviluppato lungo tre aree distinte: oceano, deserto e foresta. Il pittoricismo di certe scelte si sposa alla perfezione con un comparto sonoro che non risulta mai troppo invadente ma piuttosto delicato e coerente con quanto sfila davanti ai nostri occhi, accompagnandosi all’avanzamento del nostro viaggio di posto in posto. Neanche la durata del gioco ne amplifica troppo le possibilità, arrivando a un complessivo di 5-6 ore di gioco per completare l’avventura.

Scarf recensione

A mobilitare la curiosità, inoltre, c’è la riflessione morale a delineare quello che stiamo realmente realizzando nel corso del nostro viaggio. Fin dall’inizio infatti la situazione è piuttosto confusionaria, specialmente per quanto concerne l’identificazione etica delle nostre stesse azioni. Stiamo facendo il bene o il male? Dal modo in cui alcune piccolezze avvengono la morale di fondo sembra cambiare continuamente restando sospesa fino al finale del titolo. In tutto ciò gioca un ruolo fondamentale il rapporto che andremo a costruire con la sciarpa stessa, con questo essere rosso vermiglio il quale non ci parla mai chiaramente, celandoci la realtà del mondo che ci circonda. Sbloccare il vero finale non sarà difficilissimo, ma vedere le graduali reazioni della sciarpa in relazione a tutte le volte in cui dobbiamo accarezzarla e coccolarla contribuisce a una confusione di fondo mal sfruttata dal punto di vista della scrittura. Qui è l’estetica a parlare e a mentire, non tanto il gameplay. Il nostro obiettivo, quello di aiutare la suddetta entità, sarà giusto? Stiamo facendo del bene? Le persone che stiamo inseguendo sono il male? Chi sono? Perché facciamo quel che facciamo? Tutto giace senza troppi approfondimenti.

Scarf

6.5

Con Scarf ci troviamo tra le mani un titolo che vuole essere a tutti i costi misterioso e silenzioso, imbastendo un viaggio che dapprima sembra estremamente classico nel suo porsi, per poi alimentare ben presto dubbi e questioni. L'estetica rimane il vero punto di forza di questo gioco estremamente ispirato, coloratissimo e pieno di trovate che sicuramente catturano l'attenzione di chi sta giocando. Dal punto di vista del gameplay, invece, tutto cambia con un semplicismo che alle lunghe può giungere a stuccare, senza troppi guizzi. Il tutto è comunque ben impacchettato anche dal punto di vista sonoro, che gioca un ruolo importante nell'estetica della produzione.

Nicholas Massa
Adora i videogiochi e il cinema fin dalla più tenera età e a volte si ritrova a rifletterci su... Forse anche troppo. La scrittura resta un'altra costante della sua vita. Ha pubblicato due romanzi (a vent'anni e venti quattro) cominciando a lavorare sul web con varie realtà editoriali (siti, blog, testate giornalistiche), relazionandosi con un mondo che non ha più abbandonato.

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