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Screencheat: Unplugged – Recensione dello sparatutto di Samurai Punk

Screencheat: Unplugged è la versione per Nintendo Switch di un atipico sparatutto in prima persona, uscito dapprima su PC nel 2014 e poi nel 2016 su PlayStation 4 e Xbox One. Il gioco è stato portato sull’ibrida di casa Nintendo il 19 Novembre scorso e presenta interessanti features, prima tra tutte la non consistenza dei personaggi, o meglio, la loro invisibilità. Infatti all’interno del gioco non c’è una modalità storia, ma tutto gira intorno a match in split screen dove i giocatori (contro la CPU o contro gli amici) devono riuscire ad individuare gli avversari invisibili sbirciando i loro schermi oppure andando in giro a sparare alla cieca, scelta a volte funzionale ma non molto consigliata.

Il titolo presenta questa peculiare feature, la quale fa sì che tutti i personaggi del gioco siano invisibili durante le partite. Ovviamente però il funzionamento è quello di un normale sparatutto, dove per vincere è necessario uccidere gli avversari e guadagnare il massimo del punteggio. Il metodo migliore per assicurarsi la vittoria è suggerito proprio dal titolo del gioco, ovvero fare massiccio uso dello screen cheat cercando di capire dove si trovano gli avversari rispetto a noi. Per chi non lo sapesse con il termine “screen cheat” si intende quel momento in cui uno dei giocatori, in modalità a schermo condiviso, guarda di sfuggita o insistentemente gli schermi degli altri giocatori cercando di capire la loro posizione.

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Niente trucco, niente inganno

Il titolo presenta, oltre a diverse modalità di gioco di cui parleremo in seguito, anche diverse mappe (le quali come le modalità si sbloccheranno man mano che si sale di livello) che si presentano ben costruite e pensate, con diverse particolarità che aggiungono leggere componenti tattiche alla partita di cui sono teatro. Andando nel tecnico, il titolo presenta una colonna sonora che ben si sposa con il mood generale del gioco, e che riesce a performare anche i match attraverso un’accuratezza di direzione nel suono che, per chi non voglia fare uso di screen cheat, risulta essere vitale per capire da dove provengono passi e spari e poter così individuare i nemici circostanti.

Come in ogni sparatutto che si rispetti anche in Screencheat: Unplugged è presente una modalità Deathmatch tutti contro tutti, ma (come detto poc’anzi) non è l’unica presente. Infatti ad affiancarla c’è una vasta gamma di modalità differenti (sbloccabili man mano che si sale di livello), che vanno dalla classica “Cattura la bandiera” alla più particolare “Colleziona monete“, nella quale unico obiettivo è quello di collezionare le monete sparse nella mappa stando attenti a non farsi uccidere poiché in quel caso si perderanno tutte le monete raccolte. Inoltre all’interno del titolo è presente una seconda lista di modalità dedicate alle Prove a tempo, dove i giocatori devono distruggere una serie di bersagli e totalizzare un determinato punteggio nel minor tempo possibile. L’unica grande pecca di questo originale gioco su Nintendo Switch è che non è presente alcuna modalità multigiocatore online, quindi le uniche possibilità proposte sono le partite contro i BOT oppure contro gli amici in scontri a 4 (nel caso abbiano due Joy-Con a portata di mano a persona).screencheat

Incredible how you can… see right through me!

Nonostante i personaggi di questo titolo siano invisibili, questo non significa che non possano esserlo con stile, infatti è possibile sbloccare diversi modelli di personaggio che possono essere sfruttati come modelli durante le partite. Questa feature permette ai giocatori di rendere effettivamente loro un character, in quanto il gioco offre una vasta gamma di modelli simili a bambole di pezza tra cui scegliere. Tuttavia questa feature ha un valore puramente estetico, anche perché gli unici momenti in cui i corpi dei characters possono essere visti dagli altri giocatori sono quelli in cui i primi vengono uccisi oppure nel momento in cui si va a vedere la graduatoria dei vincitori a fine partita. Invece la cosa è diversa per le armi, le quali non prevedono alcun tipo di personalizzazione già molto particolari e varie nel loro stile. Alcune di esse sono anche strane da vedere a schermo, come ad esempio la giostra medioevale, ma compiono il loro lavoro egregiamente.

 

Il titolo in sé e per sé si presenta come un’ottima proposta atipica a quello che è oggi il panorama videoludico degli sparatutto, principalmente dominato da blasoni come Call of Duty e Battlefield. In più il gioco pone su di sé delle feature davvero interessanti tra modalità di gioco stravaganti e la peculiare propensione per portare il giocatore a fare uso di un comunissimo “cheat“, che qui diventa indispensabile per aggiudicarsi la vittoria nelle partite. Tuttavia anche Screencheat: Unplugged non è esente da critiche, infatti l’assenza nel titolo di una modalità online limita estremamente la sua stessa rigiocabilità che, sebbene può essere accentuata e divertente in match con gli amici, in partite contro i BOT risulta molto noiosa e alla lunga stancante portando il giocatore ad un abbandono prematuro del titolo stesso.

Screencheat: Unplugged

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Il gioco in sé e per sé si presenta come una valida e originale proposta al panorama degli sparatutto degli ultimi anni, facendo di un comune cheat la sua ragion d'essere. Inoltre la personalizzazione del titolo sebbene non strettamente necessaria riesce a rendere ogni giocatore affine con il proprio personaggio proponendo modelli stravaganti e anche belli da vedere, in quanto comunque simili a bambole di pezza. Tuttavia l'assenza di una modalità online rende il titolo limitato dal punto di vista della rigiocabilità che, se si mostra divertente tra amici, diventa alla lunga noiosa contro i BOT.

Stefano Speranza
Potrei definirmi un ragazzo semplice con passioni semplici: quella per i videogiochi, ma soprattutto per il mondo del cinema. Da che ho memoria passo il tempo libero (e anche quello impegnato) a giocare e a vedere film. Il mio obiettivo è quello di condividere con quante più persone possibile queste mie passioni (e anche conquistare il mondo, ma per quello c'è tempo).

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