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Shazam! – Recensione del film DC Comics con Zachary Levi

Dopo Aquaman le cose sembravano riprendersi: il film era riuscito a catturare l’utenza e a portare a schermo un supereroe credibile quanto basta. Dopo Aquaman il trailer di Shazam! aveva creato un ragionevole dubbio su quanto questo film sarebbe potuto diventare un must dell’universo DC Comics, paragonandolo al Deadpool della casa delle idee. Dopo Aquaman l’universo cinematografico della Distinta Concorrenza ha deciso di puntare su film standalone ed evitare l’universo condiviso. Shazam! uscirà il 3 aprile, e abbiamo avuto modo di vederlo: ecco cosa ne pensiamo.

Solo un bambino

La storia di questo eroe è abbastanza facile: il mago Shazam deve passare i suoi poteri a un campione che possa contenere il male dei 7 peccati capitali, male preso in mano dal Dottor Sivana e che adesso potrebbe portare distruzione sulla terra, come successe molto tempo prima. Il campione scelto è Billy Batson, bambino senza genitori che continua a passare da una casa famiglia all’altra. Date dei poteri a un bambino, e vedrete la sua immaginazione all’opera: come si comporterà questo nuovo eroe?

Le basi ci sono per creare una commedia dal tratto famigliare, e su questo non c’è alcun errore: il film è piacevole, divertente, ha le giuste battute e fa ridere quando serve. Peccato che si dimentichi di essere un cinecomic: nonostante le origini siano differenti dal solito, il film riduce a una macchietta la vera sfida per la salvezza del mondo, portando tutto il racconto nel microverso familiare e nelle idee di un ragazzo che si ritrova a essere come Superman.

“Ho capito come funziona!”

Billy Batson (Asher Angel) in questa raffigurazione di Shazam (Zachary Levi) mantiene la sua identità anche da trasformato, e ci metterà un po’ a capire i suoi poteri: questo da spazio al film di farci fare quattro risate nei tentativi maldestri e nel risultato della spalla comica per eccellenza, il giovane Freddy Freeman (Jack Dylan Grazer), capace più del protagonista a portare a schermo un ragazzo sagace, ma allo stesso tempo giovane, forse indifeso a ciò che sta succedendo, siano essi due bulletti o un supervillain. La sua interpretazione è davvero ben strutturata, capace di mantenere il ritmo alto quando Asher Angel non riesce a gestire il pathos di determinate scene.

Affianco a loro trovano spazio altri ragazzi, ovvero Mary Bromfield (Grace Fulton), Pedro Peña (Jovan Armand), Darla Dudley (Faithe Herman) e Victor Vasquez (Cooper Andrews), un gruppo di ragazzi di varie età che creano un dinamismo tra i loro rapporti che avremmo avuto voglia di scoprire maggiormente nel film.

Alle prime armi

Parlando dell’interpretazione di Zachary Levi invece, l’attore di Chuck riesce a portare a schermo un action-man wannabe provetto, forse prendendo a piene mani proprio dalla sua esperienza come Chuck Bartowski (o meglio, Carmichael), riuscendo a fare dei passaggi tra commedia e azione davvero niente male. Peccato che l’azione sia davvero poca nel film: i combattimenti si riducono a una macchietta, il resto sono scene di salvataggio, di semplice svago o dialoghi tra i vari personaggi, sprecando l’abilità dello stesso attore di saper fare qualche stunt in modo grottesco ma efficace (in Chuck Zachary Levi si trovava a combattere come una provetta spia anche senza esserne consapevolmente in grado, un po’ come quando un ragazzino diventa capace di correre ipervelocemente e di spaccare un muro a mani nude).

Zavorra Tecnica

Una delle cose che più ha fatto storcere il naso durante la proiezione è stata la grafica 3D: in quelle scene di azione dove vediamo sbattuti i personaggi, oppure in alcune raffigurazioni che richiedevano necessariamente l’uso del PC, il tutto sembrava molto plasticoso, finto. L’impressione data sembra essere quella di una grafica low budget, forse inizialmente poco implicata, ma che poi ha trovato spazio in scene lunghe e con pochi tagli, dando la possibilità di accorgersi con certezza di quella poca qualità.

Anche le location sono poche nel film, ma utili quanto basta per raccontare questa storia: tra tutte spicca la caverna di Shazam, dove mura di pietra e statue danno un senso di freddo e di solitudine davvero tangibili.

Attaccati alla realtà

Una delle cose di cui possiamo lamentarci in questo film è legato alla sceneggiatura: alcuni passaggi di trama sono sembrati forzati, obbligati per far procedere la storia. Scelte dei personaggi prive di senso si dissemineranno nel film, obbligandovi più di un paio di volte a domandarvi il perché. Parliamo di una commedia supereroistica, e per questo non c’è da dare molta importanza a tutto ciò: eppure scelte ponderate meglio avrebbero di certo tenuto gli spettatori attaccati allo schermo con maggiore convinzione.

Meno chiacchiere, più cinecomic

Diciamo che manca davvero molto l’azione: Marvel ci ha abituato a un ritmo specifico, ma nemmeno Aquaman scherzava in questo. Vedere un film più leggero, ma con un ritmo più lento, fa decisamente strano. Shazam purtroppo relega l’azione vera all’ultima mezzora, facendo fatica a decollare e dando la sensazione di un qualcosa che sta per arrivare, ma che all’ultimo si presenta in modo veloce e poco incisivo. Quei momenti, inoltre, non brillano di coreografie mozzafiato o di particolari interessanti, dando potere a degli espedienti davvero poco credibili.

Shazam!

7

Con un cast davvero ben strutturato e un incipit niente male, Shazam! si perde in una mancanza di adrenalina, qualcosa che la commedia avrebbe potuto portare a braccetto con i sorrisi strappati dal viso degli spettatori. Zachary Levi, Asher Angel e tutti i ragazzi si presentano molto bene, creando personaggi che forse mai vedremo in altre pellicole (al di fuori di un sequel diretto). Per il resto tante potenzialità che potevano decisamente essere sfruttate al meglio, ma forse proprio questo suo distaccamento dalla formula funzionante riesce a posizionarlo in un segmento poco trafficato. Una commedia a tratti brillante, divertente e leggera, adatta sicuramente a un pubblico giovane, ma che lascerà abbastanza soddisfatti anche i fan dell'eroe.

Simone Lelli
Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.

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