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SkateBIRD – Recensione, fate spazio al birb

SkateBIRD non è un gioco da prendere sul serio e non lo sarà mai, per questo ci interessava così tanto poterne parlare in una recensione. Sebbene – in totale onestà – il sottoscritto ami follemente gli skate game, quello che si è mostrato durante molte dirette, soprattutto di Xbox, ci ha interessato non poco nonostante le strane premesse. Di fatti, senza dubbiamo siamo più che abituati a vedere sugli store digitali opere irriverenti, volutamente satiriche, ma SkateBIRD è differente. Provandolo con mano abbiamo infatti scoperto che il titolo vuole sì prendere in giro la serie di Activision, peraltro riprendendone spudoratamente comandi e interfaccia, ma allo stesso tempo riesce a funzionare molto bene, dato che le meccaniche del gioco sono comunque ben strutturate e senza dubbio scelte a tavolino. Tuttavia, è difficile credere che gli sviluppatori di SkateBIRD abbiano passato mesi di lavoro per ideare i controlli dei piccoli pennuti, come abbiamo già spiegato.

Il gameplay del titolo, di fatti, è una diretta ripresa di quello che abbiamo già conosciuto con i primissimi Tony Hawk’s Pro Skater, senza cercare in alcun modo di differenziarsi. Lo vediamo nei comandi per compiere ollie, grind, flip vari e soprattutto nei trick. La differenza sostanziale sta nella qualità e quantità generale dei movimenti, elementi che vengono indubbiamente meno rispetto a quelli della serie di Activision e specialmente realizzati con meno cura. Dopotutto, potevamo anche aspettarcelo se quello dietro lo sviluppo non è un team di centinaia di persone.

Un piccolo, interessante dettaglio, aggiunge però un pizzico di unicità ai controlli: avendo un paio di ali al posto delle braccia potremo di fatti effettuare qualcosa di simile a un doppio salto. “Qualcosa”, perché non viene mai realmente spiegato perché il nostro canarino non può prendere il volo, sebbene sia sottinteso che questa possibilità romperebbe inequivocabilmente il gameplay. Di fatti, la sola possibilità di effettuare un salto più alto rende alcuni compiti molto più semplici, minando non poco il livello di difficoltà generale e portandoci spesso a desiderare che non fosse mai stata implementata questa funzione.

Presente anche un sistema di conteggio delle combo, in perfetto stile Tony Hawk’s Pro Skater (guarda caso), ma che purtroppo non funziona abbastanza bene. Compiere trick in sequenza aumenta il moltiplicatore dei punti senza problemi, ma in alcune occasioni si sono verificati bug che lo azzeravano. Ammettiamo che è simpatica la possibilità di gridare – non scherziamo – soltanto premendo un tasto, folle scelta che ha però una connotazione ben specifica, in quanto ci aiuterà a mantenere saldo il bonus di punti, e magari donare quel pizzico di ironia in più all’intero gameplay.

SkateBIRD

In ogni caso, sebbene SkateBIRD non brilli per originalità nel comparto prettamente ludico, riesce a dimostrare un’innata identità che lo caratterizza molto tra i tanti titoli parodici presenti sugli store. In primis, viene offerta la possibilità di personalizzare molto a fondo il proprio pennuto con cappelli, berretti, sciarpe, occhiali, catenine, ciondoli, cinture e tanto altro. Possiamo addirittura modificare il colore degli uccellini e, immancabilmente, la nostra tavola, anche nei minimi componenti.

Per quanto queste funzionalità possano sembrare una banalità, elementi fondamentali di ogni skate game che si rispetti, in un titolo dal budget e ambizioni più contenute non è di certo un fattore da dare per scontato. Peraltro, ad averci colpito maggiormente è la cura con cui lo sviluppatore ha realizzato i movimenti naturali dei piccoli pennuti: gli uccellini si muovono come fanno nella realtà, alternando istanti in cui sono apparentemente immobili ad altri in cui girano in un istante la testa; e se questo dettaglio può sembrare una piccolezza, vi possiamo assicurare che sarà uno degli elementi che meno donavano all’opera il “tocco trash” che molti credono abbia.

SkateBIRD

Meno falchi e più canarini

Se c’è qualcosa che SkateBIRD riesce a fare molto bene, di fatti, è immergere il giocatore in un contesto che non deve essere necessariamente realistico o plausibile, ma consono e credibile. L’intero impianto ludico getta le fondamenta sull’esplorazione delle mappe di gioco, che sono quasi sempre aree reali e che fanno parte della nostra quotidianità. Ogni elemento scenico, dalle rampe alle piattaforme più elevate, fino ad arrivare ai grind e allo stesso skate, è un oggetto di uso quotidiano. Una cannuccia diventa un cordone su cui grindare, dei libri si trasformano in un pipe e un cavo della corrente può rivelarsi un modo per raggiungere una zona nascosta.

Anche il sistema di progressione funziona allo stesso modo di quello di Tony Hawk’s Pro Skater, dato che per sbloccare nuove mappe bisogna necessariamente completare una serie di task. La software house ha però confezionato un tutorial di tutto rispetto, che illustra correttamente le dinamiche e meccaniche di gioco più importanti guidando l’utente verso l’intera prima mappa. Allo stesso tempo, questo sistema riesce anche a introdurre al giocatore la basilare narrazione, un altro aspetto che ci è piaciuto molto.

Oltre ad esser presente la traduzione completa dei testi in lingua italiana, il processo di localizzazione è stato realizzato con una notevole cura. Infatti vengono spesso utilizzati termini appartenenti alla cultura pop e molto attuali, e lo capiamo soprattutto quando vediamo mantenere la parola “birb” invece di tradurla in “uccellino”… se è questa la reale traduzione del termine. Questo elemento è probabilmente quello che meglio esemplifica SkateBIRD: anche se è ironico e scherzoso, dimostra una cura che lo caratterizza molto dalle altre opere a essa simili, ed è allo stesso tempo un valore aggiuntivo che lo allontana dal trash spudorato.

SkateBIRD

La contestualizzazione di SkateBIRD funziona molto bene e non può essere attaccata in nessun modo proprio perché non vuole essere realistica. Immaginate se al posto di questi elementi ci fosse stato un vero skatepark: come avrebbe stonato la presenza di un enorme pennuto? In ogni caso, non possiamo dire di esser pienamente soddisfatti del comparto grafico, talvolta sporcato da texture non propriamente in alta risoluzione o dei modelli che spesso lasciano davvero molto a desiderare.

Talvolta, durante le sessioni di gioco è evidente come sia stata riposta poca cura in buona parte degli elementi scenici delle mappe, e ci dispiace molto perché riconosciamo che in questo caso c’era davvero il potenziale per far qualcosa di grande. Il punto di vista più ristretto del piccolo pennuto poteva permettere al team di sviluppo di realizzare degli oggetti di uso quotidiano con grande attenzione, portando alla luce microscopici dettagli che avrebbero donato una buona dose di credibilità all’intero comparto visivo.

SkateBIRD

6.8

SkateBIRD non brilla in quasi nessun aspetto, inutile negarlo, ma riesce a differenziarsi tra le decine di migliaia di giochi satirici simili cercando invece di distinguersi in unicità e originalità. In ogni caso, si tratta comunque di una produzione che potrebbe far sorridere molti di voi e che merita senza dubbio una possibilità, soprattutto se vi interessano gli skate game.

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