VideogiochiRecensione

Smoke and Sacrifice – Recensione dell’ispirato survival di Solar Sail Games

Quando ad affidarci un titolo è Curve Digital, non c’è da rimanere sorpresi se un gioco apparentemente di nicchia si rivela in realtà molto più valido del previsto. Il publisher stavolta ci presenta un survival molto particolare, che per molte meccaniche e per un certo senso artisticamente richiama il famoso Don’t Starve. Stiamo parlando del piacevolissimo Smoke And Sacrifice, nuovo titolo sviluppato da Solar Sail Games. Sul piano dell’intesa non ci sembrerà di giocare qualcosa di realmente innovativo, ma lo studio è riuscito a plasmare a propria immagine e somiglianza dei meccanismi già solidi e collaudati, adornandoli con un comparto artistico di rilievo e soprattutto una trama in grado di rapire. Andiamo però ad analizzarlo nel dettaglio.

Smoke and Sacrifice

La Legge del Sole

Sachi è il nome della giovane donna che fa da protagonista nella vicenda, costretta a donare in sacrificio il suo piccolo in fasce per far sì che la protezione del Sole sul proprio villaggio continui. Questo destino è toccato a molte altre donne prima di lei, e così andrà avanti con altre piccole creature in futuro. Ma da cosa deve essere protetta questa piccola zona di terra? Da un gelo incontrastabile che lo circonda inesorabilmente. Gli infanti vengono sacrificati a una strana macchina che sembra li polverizzi all’istante, protetta da un culto assai strano e del quale fanno parte diversi sciamani e proseliti. Dopo sette anni dal sacrificio però, il villaggio viene attaccato da un’orda di “Pugbear” (sì, proprio quello che pensate, una sorta di grossi uomini delle nevi con le facce da carlino), e nell’assenza degli sciamani del villaggio, approfittando del caos, Sachi viene spinta da uno strano individuo a indagare più a fondo… scoprendo qualcosa di esageratamente sconvolgente. Attivando il macchinario che aveva all’apparenza sacrificato il figlio, la giovane donna si ritrova in una landa tutt’altro che ospitale, gremita di orribili creature, malsane paludi, e una coltre di fumo tossico dappertutto. Cosa si cela dietro quel luogo? Perché gli sciamani del villaggio ne erano a conoscenza? Ma soprattutto, il piccolo figlio di Sachi è ancora vivo? Non procederemo oltre per non rovinarvi l’esperienza.

Imparare a Sopravvivere

Dalle poche parole che ho speso poc’anzi per descrivere la zona in cui la nostra protagonista è stata teletrasportata, avrete già capito che questa è tutt’altro che ospitale. Chiaramente quello descritto è solo il primo che ci troveremo di fronte nella mappa, e durante il gioco attraverseremo altri posti come distese gelate, o zone totalmente “tecnologiche”. Come in ogni gioco dedicato alla sopravvivenza che si rispetti, non dovremo tener conto solamente dei danni fisici che potremo subire in game, ma anche di quelli che possiamo procurarci a causa dell’angusto paesaggio che ci circonda. Chiaramente dovremo imparare a compiere i primi passi da soli, con qualche piccolo hint datoci dagli imbardati tizi che popolano questi luoghi: per prima cosa dovremo procurarci una lanterna, capace di illuminare e diradare la coltre oscura al nostro passaggio. Con questo pretesto impareremo dunque a utilizzare il facile sistema di crafting, intuitivo quanto basta, ma che necessita di specifiche ricette e materiali per poter ottenere gli oggetti desiderati. Alcuni oggetti saranno costruibili in loco, mentre per altri necessiteremo di postazioni prestabilite (come calderoni per il cibo).

Quello che dovremo fare perciò sarà costruire qualsiasi cosa potrebbe esserci utile, da stivali per oltrepassare la melma, retini per catturare le creaturine luminose (essenziali per ottenere le citate lanterne) e non solo, ma anche armi, cibo cucinato e molto altro. Badate bene che anche gli oggetti hanno una propria durata, e l’eccessivo utilizzo li porterà inevitabilmente alla rottura. Uno dei consigli principali è perciò quello di fare abbondanti scorte di tutto ciò che riuscite a trovare nella mappa, ma anche di quello che viene rilasciato alla morte delle creature ostili (i classici drop, insomma).

La Miglior Difesa

Tirando le somme, in ogni caso, Smoke And Sacrifice vede questi ostacoli facilmente superabili rispetto ad altri titoli del suo genere. La parte che invece riesce a presentarsi decisamente ostica è quella dei combattimenti: lì dove, con un po’ di accortezza, Sachi morirà di rado a causa delle intemperie naturali, la fauna e i combattimenti (specialmente le boss battle) richiederanno uno studio attento della situazione e un’abilità non proprio bassa per fronteggiare i nemici. Questi infatti saranno di svariato tipo, e utilizzeranno armi o magie diverse anche a seconda della zona in cui li incontreremo. La visuale isometrica sarà in queste fasi la vostra croce e delizia, rendendo ottimo il calcolo degli spazi nei campi aperti, ma che allo stesso tempo digrignando con troppi elementi a schermo finendo per sovrapporsi. Per i movimenti su PC, potremo combinare noi i tasti da usare a seconda del nostro stile, potendoci muovere col classico click del mouse, ma anche con il WASD, schivando con la barra spaziatrice e attaccando o col mouse, o col tasto R. Una delle note che rendono i combattimenti poco vari è proprio la mancanza di particolari combo, che sarebbero tornate davvero utili negli scontri con più nemici contemporaneamente; d’altro canto, questa feature rende il titolo molto più “credibile” (dopo tutto Sachi si occupava del raccolto, e non di combattimento) e la sfida più ostica.

Fumo e Sacrificio

Ciò che invece sembra accontentare davvero tutti è il comparto artistico, che riesce a fondere uno stile grafico degno dei cari vecchi libri a colori, a disegni animati affascinanti per quanto bizzarri sotto molti aspetti. La varietà delle ambientazioni e le creature che le abitano riescono a creare un contorno decisamente vivo, con contrasti molto particolari dovuti alla desolazione di queste terre. Il doppiaggio dei personaggi è completamente assente, con dei baloon a calcare le parole di protagonisti, comprimari, assegnatori di quest e semplici comparse. La colonna sonora viene promossa senza infamia e senza lode, fungendo da perfetto sfondo per una terra tutta da scoprire e da domare.

Smoke and Sacrifice

7.7

Smoke and Sacrifice è il titolo perfetto per affacciarsi al genere survival, specialmente perché alcune delle meccaniche legate al genere stesso, sono state lasciate chiaramente a metà, risultando determinanti quanto basta, ma senza rendere proibitivo il gioco ai neofiti. Artisticamente ispirato, e con una trama interessante (che poteva all'effettivo dire la sua ancor di più), il gioco di Solar Sail Games vede la sua parte più controversa nelle fasi di combattimento, poco varie nelle movenze della protagonista, ma che spiccano decisamente di più grazie ai numerosi tipi di nemici che incontreremo.

Gianluigi Crescenzi
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Potrebbe interessarti anche