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Souls Like Ante Litteram: scopriamo 6 giochi precursori del genere

Dark Souls, e la serie che ne è scaturita, ha saputo definire uno stile, un sistema di gioco pressoché unico. Da quel momento in poi ne sono usciti diversi cloni, alcuni di scarso successo, altri invece di ottima fattura e ben articolati. La domanda che mi sono posto è: quel genio di Hidetaka Miyazaki ha davvero inventato tutto da solo? Dove ha “studiato”? Quali sono stati i giochi che possono aver influenzato la nascita di Demon’s Souls (che a mio avviso ha fatto meno clangore di Dark Souls unicamente perché era un esclusiva Sony)? Cercherò di ripercorrere a ritroso questo viaggio, andando ad analizzare alcuni titoli del passato che resteranno delle pietre miliari di quel tempo che fu ed altre che invece stanno tornando, sotto forma di remastered.

Onimusha

Partiamo con il botto! La saga di Onimusha è senza dubbio stata una delle più fortunate in epoca Sony PlayStation 2, con capitoli più o meno apprezzati dalla critica. Ebbene focalizzandoci sul secondo capitolo della saga, possiamo certamente trovare delle analogie con il moderno Dark Souls: in entrambi i giochi, i nemici si trovano in una posizione predeterminata sulla mappa che risulta essere “nuova” se la si affronta per la prima volta ma che diventa “ripetitiva” ad una seconda o terza run; ogni nemico possiede uno specifico pattern di attacco che una volta appreso ci consente di evitarne colpi e di infliggere al malintenzionato diverse ferite. Esiste quasi sempre in ogni livello un boss di fine capitolo e diversi mini boss mentre si procede. I nemici droppano con difficoltà oggetti nuovi e quando lo fanno, sono spesso oggetti che vanno “regalati” ai nostri compagni di squadra nella locanda che, se ben ci pensate, ricorda in maniera molto realistica il classico Falò o se preferite il Nexsus di Demon’s Souls. Il sistema di livellamento del personaggio è legato al consumo di anime analogamente a quanto accade nella serie Souls. Infine è possibile lockare ogni nemico, in modo da concentrarci su quell’avversario: somiglianza molto precisa con la serie di cui parliamo. Per chiunque se lo fosse perso, recuperare un simile titolo potrebbe non essere sciocco, sia come bagaglio culturale, sia come divertimento.

Blade of Darkness

Uscito nel lontanissimo 2001 e solo per PC, Blade of Darkness è senza dubbio uno dei pezzi che hanno segnato lo stile di gioco dei Souls: ambientato in un medioevo fantasy, il gioco proponeva un sistema di combattimento pressoché identico a quello che già conosciamo nei Souls, proponendo diverse zone attigue ed esplorabili in free roaming.

Monster Hunter

La saga non ha bisogno di presentazioni ma le analogie come tra il Campo Base e il Falò, la scelta delle diverse armature, il sistema dei pattern peculiari sia alle armi, sia ai mostri che circondano le varie aree di gioco, fanno dei capostipiti della saga di Monster Hunter e i suoi figli, dei veri Souls Like. Per altro in diverse occasioni, lo stesso Hidetaka Miyazaki dichiarò che una delle sue saghe preferite era proprio quella di Capcom, e non a caso nell’ultimo capitolo, Monster Hunter World, si vede come l’influenza delle zone in free roaming sia stata presa a pieno titolo dai mondi Souls.

Shadow of the Colossus

Tornato recentemente in una veste del tutto rivisitata, questo titolo del passato ha molteplici analogie con il mondo moderno, al punto che potremmo definirlo una delle pietre miliari del mondo videoludico in generale. Le cose che spiccano di più agli occhi sono certamente la solitudine del vagare in un mondo “morto”, devastato e abbandonato a se stesso, ma anche i “nemici” forti dei loro pattern, della loro predeterminazione e della difficoltà che pongono nell’affrontarli. Tutto questo fa del capolavoro di Fumito Ueda un Souls Like indimenticabile. Ultima, ma non per importanza, una trama non raccontata con molteplici parole ma più con i filmati e le informazioni a brandelli che si trovano qua e la.

Medievil

Qui sono andato indietro nel tempo ma forse non moltissimo: siamo in piena egemonia Sony PlayStation, il titolo esce in sordina per poi esplodere come un fuoco d’artificio. Le vicende di Sir Daniel Forteque hanno reso famoso questo scheletro in armatura, dove se andiamo ad analizzare il sistema di gioco, noteremo le molteplici analogie con Dark Souls. Anzitutto, parliamo di un non morto che torna alla vita e che non ha forma umana, risorge da una tomba e deve fermare un antico stregone. La telecamera è posta quasi sempre alle spalle del nostro eroe che ha diverse armi a sua disposizione, ciascuna con specifiche caratteristiche e pattern di attacco differenti. Ogni arma è soggetta a rottura e serve poi un fabbro che la ripari di conseguenza. Esiste una Sala Degli Eroi, simile in molti aspetti al Nexus di Demon’s Souls o al Falò di Dark Souls, dove rifocillarsi e cambiare setting di armi. Nemici predeterminati e boss con differenti pattern che cambiano mentre perdono salute, fanno di Medievil forse il primissimo Souls Like della storia; speriamo di rivederlo presto in questa “gen”, dato che è stato annunciata una remastered qualche anno fa ma della quale si sono perse le tracce.

Legacy of Kain: Soul Reaver

Ultimo ma non per importanza, pongo l’accento su quello che fu un capolavoro del mondo videoludico, primo capitolo di una saga che con alti e bassi ha saputo sopravvivere in diverse generazioni di console. Soul Reaver abbreviando, il titolo è la storia di Raziel, un vampiro che fu bandito da Kain e che giurò vendetta contro il suo signore. Il gioco presenta una mappa completamente esplorabile non molto dissimile da quella di Dark Souls, proiettando il giocatore in un mondo devastato, secoli dopo la grande egemonia del suo signore. Il consumo di anime dei nemici che determina la crescita del personaggio è la prima cosa che può saltare agli occhi ma anche la posizione della telecamera, i diversi pattern di attacco peculiari ad ogni nemico, la possibilità di puntare contro uno specifico avversario pur avendone molti intorno, insomma le analogie con i Souls sono evidenti e non è da escludere che sia proprio questo uno dei giochi che abbia ispirato i Souls, ivi compresa la storia del titolo che viene narrata in brandelli di informazione sparsi qua e la nella mappa.

Il panorama videoludico moderno è tanto vasto quanto ristretto, forse è tempo di guardare al passato con altri occhi, andando anche a riscoprire da dove si è partiti per apprezzare di più dove di è giunti. Difficile che un ragazzo di oggi possa prendersi la briga di andare a recuperare una console antica come la vecchia PlayStation o la PlayStation 2, ma è pur vero che con pochissimi euro è possibile trovare queste console e rimetterle in funzione, abbandonando il mero concetto di grafica Ultra HD, in favore di un gameplay capace di stupire ancora oggi.

Tiziano Sbrozzi
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.

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