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Spellbreak – Recensione del “magico” battle royale firmato Proletariat Inc

In un mercato ormai saturo (ma a quanto pare mai stanco) di battle royale, spunta un titolo fresco e multipiattaforma. Spellbreak si presenta al pubblico come un “multiplayer d’azione di magia”, in cui siamo chiamati a impersonare un mago guerriero. Combattimenti fino all’ultimo “mana”, dunque, perché sarà infatti la magia la nostra arma principale. Incantesimi e combo strategiche ci permetteranno infatti di soggiogare gli altri giocatori catapultati insieme a noi nelle Hollow Lands, e di intascarci la vittoria. Sviluppato da Proletariat Inc (già noto per Harmonix, Insomniac e Turbine), Spellbreak è forse anche per questo il titolo più ambizioso dello studio americano. Uscito per Switch lo scorso 3 settembre – ma disponibile anche su PlayStation 4, Xbox One e ovviamente PC – è disponibile al download gratuito sul Nintendo eShop e, sulla scia degli altri capisaldi del genere, le transazioni interne al gioco permetteranno di ottenere oggetti cosmetici che renderanno l’esperienza più colorata e personalizzata.

Le classi, gli incantesimi, le magie

Al di là dell’aspetto del nostro combattente, a contraddistinguere un mago dall’altro è senza dubbio la classe – così come anche la capacità che avrà il giocatore di combinarla ad altri incantesimi secondari. Per quanto riguarda l’arma principale, sarà infatti possibile scegliere tra il guanto magico Gelobrucio, Conduttore, Piromante, Tossicologo, Plasmapietra o Tempesta. Come è possibile immaginare, ognuna di queste classi ha un suo stile di gioco, tanto che starà all’eroe scegliere di sfruttare un approccio più cauto (come ad esempio con Gelobrucio, riconducibile alla classe cecchino), più esplosivo (se si sceglie la classe Piromante, ad esempio) o più ravvicinato (se si sceglie invece Plasmapietra).

L’arma (o meglio il guanto) principale, oltre a dettare la classe del giocatore, permette di sfoderare attacchi primari e secondari più potenti. Nel caso di Piromante (il guanto di fiamma) ad esempio, sarà possibile far esplodere palle di fuoco simili a razzi, mentre come potere secondario avremo la possibilità di evocare muri che infliggono danni da ustione a coloro che vi si avvicinano troppo. Ma oltre al guanto destro, con cui scenderemo in campo fin all’inizio della battaglia, avremo modo di trovare in giro per il mondo anche i guanti sinistri, che amplieranno il range delle nostre magie. Entrando in possesso del secondo quanto magico, infatti, potremo unire gli incantesimi in combo devastanti, creando magari potenti tornado o nubi di gas velenosi (aria + veleno), tempeste elettriche (aria + elettricità) e altro ancora. Il giocatore inoltre può salire di livello, e ciò permette di guadagnare bonus e potenziamenti che renderanno i nostri attacchi ancora più temibili e pericolosi.

Le (desolate) Hollow Lands

Come ogni battle royale e che si rispetti, verremo catapultati in un’ampia mappa – al momento ne è disponibile solo una – privi di tutto, se non del nostro guanto magico principale. Una volta scesi in picchiata nelle Hollow Lands, dunque, dovremo metterci subito alla ricerca di forzieri e oggetti nascosti all’interno degli edifici, o posizionati strategicamente qua e là. Oltre al guanto secondario – di cui avremo estremamente bisogno – dovremo perciò dedicarci alla raccolta di medicali, armature, cinture (perché senza di queste non potremo corazzarci a dovere), rune magiche (che ci forniranno ulteriori abilità secondarie quali il volo, il teletrasporto, l’invisibilità…), pergamene da leggere (che ci permetteranno di applicare dei potenziamenti molto utili in partita) e altro ancora.

Come in tutti gli altri titoli del genere, sarà possibile approdare nella mappa da soli, nella modalità in singolo, oppure insieme alla propria squadra – composta da giocatori casuali o dai propri amici. Sebbene però nei battle royale più classici sia possibile arrivare fino anche a partite di 100 giocatori, le Hollow Lands sembrano ospitarne massimo di 42. Questo dettaglio, purtroppo, rende almeno all’inizio le avventure abbastanza esplorative e molto poco “last man standing”, per poi crescere più di coinvolgimento soltanto verso le ultime fasi del gioco. Chiaramente, con il restringimento dell’area, i giocatori saranno costretti a confluire tutti in un’unica zona, e questo renderà l’esperienza più frenetica e divertente.

Spellbreak, l’ennesimo battle royale?

Coloro che sono già familiari con titoli quali Apex Legends, Call of Duty Warzone, Fortnite e Realm Royale, in Spellbreak troveranno molti elementi ben noti – dall’airdrop iniziale, all’area di gioco che si restringe, alla raccolta di armi e bottini. Ma, abbiamo visto, tratto originale del titolo rimane la sostituzione dei classici proiettili con il lancio di incantesimi e magie, che permettono forse un approccio un po’ più stimolante e meno banale di quanto possa sembrare – soprattutto all’inizio.

Date anche una componente simil RPG, e la ricca varietà di elementi e abilità a disposizione (e non si esclude la possibilità che il range possa persino aumentare in futuro), al giocatore è veramente data la possibilità di trovare e sviluppare il suo metodo di gioco, e di padroneggiare la vasta offerta di magie ed effetti combinati. Ad arricchire l’esperienza di gioco, poi, Spellbreak offre all’utenza anche un accenno di lore, alla quale siamo introdotti fin dalla primissima sessione tutorial.

Per completare la recensione, segnaliamo infine che su Nintendo Switch il gioco ha dimostrato di comportarsi molto bene, anche a livello di batteria. Non sono stati riscontrati fenomeni di surriscaldamento, di crash o di lag, e anche il matchmaking – nonostante il crossplay multipiattaforma attivo – ha dimostrato di funzionare bene, inserendoci all’interno di partite piuttosto equilibrate. Il titolo dà il meglio di sé in modalità docked, ovviamente, soprattutto se si utilizza un Pro Controller. In modalità portatile, invece, la console riesce a garantire una buona autonomia di circa 3 ore.

Spellbreak

7

In un mercato ormai pienissimo di battle royale pressoché identici tra loro, abbiamo deciso di premiare l'originalità del titolo. Del resto, Spellbreak si mostra non solo con una grafica gradevole e pulita, ma anche con un'interessante combinazione di action e magia. Eppure, non riesce a tenere incollato il giocatore se non per una manciata di ore. Complice, forse, anche la mancanza di “pressione”, di un vero senso di “sopravvivenza”, e della relativa carenza di giocatori - così come di una community ancora da sviluppare. Tuttavia, ricordiamo che il gioco promette aggiornamenti e migliorie che verranno rilasciate più in là: ci rimane perciò impossibile dare un giudizio monolitico e definitivo sulla versione attuale del titolo.

Valeria Girardi
Amante della musica, della scrittura e della lettura, ha una gatta nera che le fa compagnia. Tra i suoi hobby, videogames e fumetti, con i quali evade dal mondo sintetico e monotono della quotidianità.

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